La biopsia liquida dovrebbe entrare nella pratica clinica quotidiana per individuare alcune mutazioni del tumore del seno avanzato o metastatico
La biopsia liquida dovrebbe entrare nella pratica clinica quotidiana per individuare alcune mutazioni del tumore del seno avanzato o metastatico. Va utilizzata in tutti i centri di oncologia medica della Penisola, dai più grandi a quelli periferici. E’ uno strumento importante e può contribuire ad una maggiore personalizzazione dei trattamenti per le forme più gravi della neoplasia più frequente nel nostro Paese.
Il monito viene lanciato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM). Per l’occasione viene presentato il nuovo progetto Il Tumore del Seno Metastatico l’importanza dei Test per le Mutazioni e il Ruolo della Biopsia Liquida. Intende raggiungere più obiettivi e sensibilizzare i clinici, le Istituzioni e le Associazioni dei pazienti verso l’importanza dei nuovi test predittivi su campione liquido. Sono previste una serie d’iniziative tra cui una newsletter mensile di aggiornamento scientifico per gli specialisti oncologi, talk show e video interviste trasmessi su AIOMTV il canale web della Società Scientifica, webinar per i pazienti, distribuzione di opuscoli e altro materiale informativo. Il tutto sarà supportato da un’intensa campagna sui social media ufficiali di AIOM. L’iniziativa è resa possibile con il supporto non condizionante di Menarini Stemline Italia.
“Vogliamo diffondere messaggi a 360 gradi e raggiungere tutti gli stakeholder coinvolti nel trattamento delle forme più avanzate di carcinoma della mammella – afferma Saverio Cinieri, Presidente AIOM -. In Italia vivono oltre 37mila donne con neoplasia metastatica e i tassi di sopravvivenza sono ancora bassi, seppur in miglioramento negli ultimi anni. Le cure devono essere personalizzate anche grazie ai test mutazionali. In base all’espressione di specifici recettori presenti sulla superficie delle cellule, il tumore può essere suddiviso in diversi sottotipi. Quello HR+/HER2- è la forma più diffusa e viene trattato soprattutto con la somministrazione della terapia endocrina. Ha l’obiettivo di ridurre i livelli ormonali e inibire così le vie di “rifornimento” del cancro”.
“Purtroppo, un numero non trascurabile di pazienti sviluppa una resistenza all’ormonoterapia a causa di specifiche mutazioni genetiche – commenta il prof. Fabio Puglisi, Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica all’IRCCS CRO di Aviano, e ordinario di Oncologia Medica all’Università di Udine -. Questa contribuisce a rendere la prognosi più severa e a diminuire i tassi di sopravvivenza per le forme di tumore avanzato o metastatico. Oggi però stiamo assistendo, anche in oncologia, alla rivoluzione della medicina di precisione. La ricerca è riuscita a individuare nuovi bersagli terapeutici che possiamo affrontare con successo attraverso approcci più mirati”.
“La biopsia liquida rappresenta una nuova modalità di studio di una neoplasia – sostiene Antonio Russo, Tesoriere Nazionale dell’AIOM -. Attualmente è poco utilizzata nella gestione del paziente con tumore del seno. Consiste in un semplice prelievo di sangue e in una successiva analisi del DNA tumorale circolante in un campione liquido. Da questo possiamo ottenere una serie di importanti informazioni. Nel caso specifico del carcinoma della mammella, ci consente di individuare biomarcatori predittivi di risposta o resistenza al trattamento. Circa il 40% di tutti i tumori ER+/HER2- avanzato o metastatico presentano delle mutazioni del ESR1 o Estrogen Receptor 1. Per questo sottogruppo di casi, sono state messe a punto nuove terapie target”.
“La biopsia liquida presenta grandi potenzialità e evidenti vantaggi che possono essere maggiormente sfruttati – prosegue Cinieri -. E’ un semplice e indolore prelievo di sangue, quindi rappresenta un test poco invasivo e privo di complicanze. Può essere ripetuta più volte nel tempo per monitorare l’evoluzione molecolare della patologia oncologica. Infine, può darci risposte più̀ esaustive rispetto alla biopsia tissutale “classica” circa l’eterogeneità molecolare di una neoplasia. Può essere utilizzata per le forme più avanzate del tumore del seno e anche in quello del colon retto”.
“Sono le prime due patologie oncologiche più diffuse nel nostro Paese e ogni anno fanno registrare oltre 100mila nuovi casi – prosegue Russo -. Infine, evidenze scientifiche hanno dimostrato che può essere utile anche nel carcinoma polmonare non a piccole cellule e in un tumore della pelle molto pericoloso e insidioso come il melanoma”.
“Il tumore della mammella si caratterizza per un elevato livello di eterogeneità – conclude Puglisi -. Lo studio approfondito delle differenti alterazioni geniche e molecolari rappresenta la chiave di lettura per comprendere i notevoli progressi che abbiamo registrato in questa malattia. La ricerca deve perseverare nel suo impegno per sviluppare terapie sempre più personalizzate. Si tratta, infatti, di una neoplasia in costante e significativa crescita in quasi tutti i Paesi Occidentali”.
“Siamo orgogliosi di supportare AIOM in questo nuovo progetto educazionale – conclude il dott. Nicola Bencini, General Manager di Menarini Stemline Italia -. Consideriamo la collaborazione con AIOM e la comunità oncologica italiana di grandissimo valore per migliorare l’iter di diagnosi e cura delle pazienti affette da tumore al seno”.