I pazienti con diabete di nuova diagnosi che presentano complicanze affrontano un rischio maggiore di dover ricorrere alla dialisi entro 5 anni
I pazienti con diabete di nuova diagnosi che presentano complicanze affrontano un rischio maggiore di dover ricorrere alla dialisi entro 5 anni, che cresce all’aumentare della gravità e del numero delle complicanze stesse. Sono i risultati di uno studio di coorte retrospettivo pubblicati sulla rivista Scientific Reports (Nature).
La prevalenza globale del diabete tra gli adulti di età compresa tra 20 e 79 anni nel 2019 era di circa il 9,3% e, secondo una stima dell’International Diabetes Federation, la metà di queste persone non è consapevole di soffrire della condizione.
La malattia renale diabetica (DKD) e la nefropatia diabetica sono le principali cause di malattia renale allo stadio terminale (ESRD) nei paesi sviluppati, la cui insorgenza può derivare da un ambiente diabetico che coinvolge i prodotti finali della glicazione oltre che da cambiamenti emodinamici e ormonali dovuti al diabete. I fattori di rischio per la DKD comprendono età avanzata, sesso maschile, razza, storia familiare di DKD, ipertensione, dieta ad alto contenuto proteico e obesità.
Uno scarso controllo glicemico è un predittore indipendente di progressione verso la ESRD, pertanto il controllo intensivo della glicemia nelle prime fasi del diabete può fornire protezione contro lo sviluppo della malattia renale diabetica. Per ottenere un controllo precoce della glicemia è necessaria una diagnosi precoce del diabete, tuttavia i sintomi iniziali della malattia non sono evidenti e un’ampia percentuale di pazienti potrebbe aver già sviluppato complicanze correlate al diabete al momento della diagnosi, come retinopatia, nefropatia e neuropatia.
In questo studio i ricercatori hanno ipotizzato che i pazienti con comorbilità correlate al diabete al momento della diagnosi, ovvero quelli senza un controllo precoce della glicemia, possano avere un rischio maggiore di rapido sviluppo di malattia renale allo stadio terminale. Hanno pertanto analizzato l’incidenza della dialisi entro 5 anni tra i pazienti con e senza complicanze correlate al diabete al momento della diagnosi.
Rischio di dialisi a 5 anni legato a numero e gravità delle complicanze
È stato condotto uno studio di coorte retrospettivo longitudinale a livello nazionale che ha coinvolto pazienti con diagnosi di diabete tra il 2005 e il 2013 che sono stati seguiti fino al 2018. Sono stati classificati in base alla presenza o assenza di complicanze, al numero di complicanze e alla loro gravità (punteggi del diabetes complications severity index, DCSI). Gli esiti della dialisi sono stati determinati attraverso il Registry of Catastrophic Illness ricavato dal National Health Insurance Research Database. Tra i pazienti analizzati, il 25,38% presentava complicanze alla diagnosi.
I soggetti con complicanze alla diagnosi di diabete avevano un rischio quasi 10 volte più elevato di dialisi entro 5 anni ( hazard ratio aggiustato: 9,55, P<0,001). Rispetto ai soggetti senza complicanze correlate al diabete, quelli con punteggi DCSI pari a 1, 2, 3, 4 e ≥ 5 avevano un rischio di dialisi rispettivamente 1,97, 15,33, 20,42, 55,05 e 67,56 volte più elevati entro 5 anni.
I pazienti con una complicanza avevano un rischio 7,26 volte maggiore (P<0,001), mentre quelli con 2 e almeno 3 complicanze avevano rispettivamente un rischio 21,66 e 36,12 volte più alto (P<0,001 per entrambi).
Screening e avvio precoce della terapia per ovviare al rischio di dialisi
«Gli stati iperglicemici possono portare a complicanze macrovascolari, come malattia coronarica, arteriopatia periferica e ictus, e complicanze microvascolari come nefropatia diabetica, neuropatia e retinopatia» hanno osservato gli autori. «Pertanto i soggetti a rischio di diabete di tipo 2 dovrebbero essere sottoposti a screening per avviare una gestione centrata sul paziente e ridurre al minimo lo sviluppo e la progressione delle complicanze microvascolari e macrovascolari, inclusa la prevenzione o il ritardo della malattia renale cronica».
Inoltre, i pazienti con diabete hanno un rischio da 1,75 a 5 volte più elevato di sviluppare una malattia renale cronica rispetto alla popolazione generale, hanno aggiunto. L’incidenza della DKD è del 2-4% tra i pazienti con diabete e il tempo medio necessario per sviluppare la nefropatia diabetica è di 94,9 mesi. I fattori di rischio per la DKD includono diversi fattori non modificabili, come la genetica, l’età, il sesso e la durata del diabete, e fattori modificabili, tra cui il controllo glicemico, la pressione sanguigna, i lipidi, il fumo, l’infiammazione cronica di basso grado, i prodotti finali della glicazione avanzata e l’inattività fisica. La gestione precoce di questi fattori di rischio modificabili può migliorare la prognosi della DKD nei pazienti diabetici.
«In questo studio abbiamo osservato che il 19,16% dei pazienti con complicanze correlate al diabete al momento della diagnosi presentava nefropatia, vale a dire che non aveva iniziato precocemente gli interventi di controllo glicemico e quindi aveva un rischio relativamente alto di dover ricorrere alla dialisi entro 5 anni» hanno commentato i ricercatori. «Questi risultati potrebbero fornire una base per lo sviluppo di politiche di screening precoce del diabete»
Referenze
Shih HM et al. Risk of rapid progression to dialysis in patients with type 2 diabetes mellitus with and without diabetes-related complications at diagnosis. Sci Rep. 2023 Sep 29;13(1):16366.