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Sclerosi multipla: nuova scoperta sul ruolo dell’anoctamina2

Sclerosi multipla secondariamente progressiva: confronto tra terapie a bassa e alta efficacia su ricadute e disabilità causata dalla SPMS

Sclerosi multipla: secondo un nuovo studio forse coinvolta l’anoctamina2, proteina cerebrale, nello sviluppo post-infezione da virus di Epstein-Barr

Dal 9° incontro congiunto ECTRIMS-ACTRIMS 2023, tenutosi a Milano, giungono ulteriori prove che l’’infezione da virus di Epstein-Barr (EBV) possa innescare il sistema immunitario e innescare un processo patogenetico autoreattivo mediante cross-reattività con danno assonale alla base dello sviluppo della sclerosi multipla (SM). Secondo i risultati condotti da un team di ricercatori guidato da Daniel Jons, dell’Istituto di Neuroscienze e Fisiologia del’Accademia Sahlgrenska dell’Università di Göteborg (Svezia), a essere attaccata ‘incidentalmente’ è – almeno in alcuni pazienti – una proteina cerebrale denominata anoctamina2 (ANO2).

Il sistema immunitario normalmente si difende dagli invasori infettivi, ma nella SM attacca il tessuto cerebrale sano, ha ricordato Jons. Anche se non è noto cosa causi questo attacco immunitario autodiretto, l’infezione da EBV è stata identificata come un forte fattore di rischio per la SM; in effetti, praticamente tutti i pazienti con SM hanno una storia di pregressa infezione da EBV.

L’EBV è meglio conosciuto come agente infettivo che causa la mononucleosi infettiva, ma può anche determinare una malattia lieve aspecifica o anche non portare ad alcun sintomo evidente. In ogni caso, la maggior parte delle persone risulta essere stata infettata da EBV quando raggiunge l’età adulta.

Già nota la cross-reattività da autoanticorpi anti-EBNA1
Si pensa che l’EBV possa porre le basi per la SM a causa di un fenomeno immunitario denominato cross-reattività. L’idea di base è che alcune proteine del capside del virus EBV siano strutturalmente simili a quelle che si trovano normalmente nelle cellule cerebrali sane.

Quando il sistema immunitario attacca l’EBV, crea anticorpi e altre armi molecolari che possono attaccarsi a zone specifiche del virus, ma alle proteine cerebrali che hanno una forma simile, causando l’attacco del sistema immunitario al cervello.

La ricerca ha specificamente suggerito che una proteina EBV chiamata EBNA1 ha una struttura simile a una proteina cerebrale chiamata GlialCAM. Gli studi hanno dimostrato che i pazienti affetti da SM sono spesso positivi agli anticorpi anti-EBNA1 e i dati suggeriscono che tali anticorpi sono rilevabili prima dei primi segni biologici di danno agli assoni nelle persone che continuano a sviluppare la SM.

La ricerca ha anche dimostrato che alcuni pazienti con SM hanno anticorpi che prendono di mira l’anoctamina2 (ANO2), una proteina sulla superficie delle cellule nervose e di altre cellule di supporto nel cervello. Alcuni dati hanno suggerito che un attacco immunitario contro alcune proteine EBV possa provocare un attacco contro ANO2 attraverso la cross-reattività, in modo simile a come l’attacco alla proteina EBNA1 provoca un attacco a GlialCAM.

Risposta aggiuntiva contro il self in un sottogruppo di pazienti
I ricercatori hanno analizzato campioni di sangue conservati raccolti da persone con SM negli anni precedenti allo sviluppo della malattia. Lo studio ha incluso i dati di 669 pazienti affetti da SM e di un numero uguale di soggetti di controllo senza SM, inclusi collegando i dati del registro svedese della SM con altri database in Svezia.

Le persone con una storia di infezione da EBV che avrebbero continuato a sviluppare la SM avevano generalmente anticorpi rilevabili contro EBNA1 circa 10-15 anni prima della prima comparsa dei sintomi della SM.

Coerentemente con gli studi precedenti, gli anticorpi anti-EBNA1 erano rilevabili anni prima che ci fosse un notevole aumento della catena leggera del neurofilamento sierico (sNfL), un marcatore di danno nervoso. L’aumento dei livelli di sNfL è stato osservato solo fino a circa 10 anni prima dell’insorgenza della SM. Tra il piccolo gruppo di pazienti con SM che non erano positivi agli anticorpi anti-EBV, i livelli di sNfL non sono aumentati prima dell’insorgenza della SM.

«Un aumento degli anticorpi EBNA1 si verifica prima dell’inizio del danno neuroassonale» ha detto Jons. Gli anticorpi che hanno come bersaglio la proteina ANO2 sono stati trovati sia nei pazienti che nei controlli. Ma, indipendentemente dal fatto che avessero o meno la SM, praticamente ogni persona positiva agli anticorpi anti-ANO2 era già positiva anche agli anticorpi anti-EBNA1.

«Un aumento degli anticorpi contro ANO2 è apparso in corrispondenza o poco dopo in un sottogruppo di persone con SM presintomatica» ha aggiunto Jons. I test statistici hanno mostrato che gli anticorpi diretti contro ANO2 erano significativamente più comuni nelle persone che avrebbero sviluppato la SM rispetto ai controlli (16,7% vs. 10%) e che le persone positive agli anticorpi contro ANO2 e EBNA1 avevano una probabilità due volte maggiore di sviluppare la SM rispetto a quelle positive solo agli anticorpi anti-EBNA1.

Allo stesso modo, tra i pazienti positivi per gli anticorpi anti-EBNA1, i livelli del marcatore di danno nervoso sNfL erano più alti, di circa il 26% in media, in coloro che avevano anche anticorpi contro ANO2. I dati suggeriscono che una risposta immunitaria mirata all’EBV che accidentalmente colpisca anche ANO2 «potrebbe forse contribuire alla patogenesi della SM in un sottogruppo” di pazienti» ha concluso Jons.

Fonte:
Jons D, Grut V, Bergström T, et al. Epstein-Barr virus seroreactivity, putative autoimmunity and axonal injury in pre-symptomatic multiple sclerosis. ECTRIMS-ACTRIMS 2023, Milano. Abstract n.2048/O055. leggi

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