Asma grave, presentati i risultati dello studio REDES: con mepolizumab la remissione clinica è un obiettivo raggiungibile
Il trattamento con mepolizumab per un anno di pazienti con asma grave è stato in grado di consentire il raggiungimento della remissione clinica (outcome definito sulla base di 3 o di 4 componenti), Queste le conclusioni di un’analisi post-hoc dello studio real world REDES, recentemente pubblicato sulla rivista Frontiers In Immunology e presentato al congresso ERS di Milano (1).
Razionale e obiettivi dello studio
La remissione clinica è un concetto emergente nella gestione dei pazienti con asma grave, in parte facilitato dall’uso della medicina di precisione per il trattamento delle malattie infiammatorie croniche. Le definizioni di remissione clinica dell’asma grave a 52 settimane sono in evoluzione, hanno scritto i ricercatori, aggiungendo che la definizione a tre componenti da loro utilizzata è quella attualmente più in voga, che include la libertà dall’impiego di corticosteroidi orali e dalle esacerbazioni, insieme ad un punteggio riportato all’Asthma Control Test (ACT) pari o superiore a 20.
Ciò premesso, è attualmente oggetto di dibattito l’inclusione dei risultati relativi alla funzione polmonare nella definizione di remissione clinica dell’asma grave, in ragione della perdita fisiologica di capacità polmonare dovuta all’avanzare dell’età, oltre a questioni relative al modo in cui i componenti della remissione della funzione polmonare possono essere meglio definiti.
Su questi presupposti è stato concepito questo studio, che ha valutato le performance di una definizione dell’outcome “remissione clinica” più stringente, basata su 4 anziché 3 componenti (aggiunta ai 3 criteri noti di valori di FEV1 post-broncodilatazione ≥80%, che tenesse conto di questo aspetto (1-2).
Disegno dello studio REDES e obiettivi dell’analisi post-hoc
REDES è uno studio osservazionale retrospettivo (non prospettico, a differenza di REALITI-A) condotto in 24 centri dislocati in Spagna, che ha valutato l’efficacia e la sicurezza del trattamento con mepolizumab, somministrato sottocute al dosaggio di 100 mg ogni 4 settimane in pazienti con asma severo eosinofilico.
I pazienti reclutati avevano una diagnosi di asma eosinofilico severo, un’età pari o superiore ai 18 anni, avevano iniziato il trattamento con mepolizumab da 12 o più mesi prima dell’inclusione nello studio. Per tutti questi pazienti dovevano essere disponibili le informazioni cliniche principali dei 12 mesi precedenti l’inizio del trattamento con mepolizumab.
Lo studio ha confermato il beneficio ad un anno del trattamento, dimostrando nei pazienti trattati la riduzione delle riacutizzazioni asmatiche, l’eliminazione del ricorso agli steroidi orali (OCS) e il controllo della sintomatologia.
In questa analisi post-hoc, sono state utilizzate due definizioni di remissione clinica in corso di trattamento.
In primo luogo, una definizione di remissione clinica a quattro elementi, che richiedeva che i pazienti soddisfacessero tutti i seguenti criteri alla Settimana 52: i) assenza di OCS; ii) assenza di esacerbazioni (per 52 settimane); iii) punteggio ACT ≥20; e iv) una percentuale predetta di FEV1 post-broncodilazione ≥80%.
In secondo luogo, una definizione di remissione clinica a tre elementi che comprendeva il soddisfacimento dei seguenti criteri alla settimana 52: i) assenza di OCS; ii) assenza di esacerbazioni (per 52 settimane); e iii) punteggio ACT ≥20.
Gli obiettivi di questa analisi sono stati i seguenti:
– determinare la percentuale di pazienti che soddisfano le singole componenti delle definizione di remissione clinica, per quantificare il contributo individuale di ciascuna di queste o in combinazione a 52 settimane
– descrivere le differenze osservate in termini di caratteristiche demografiche e cliniche dei pazienti in base allo stato di remissione alla 52esima settimana (cioè tra coloro che avevano raggiunto la remissione rispetto a quelli che non l’avevano raggiunta) per avere un’idea della popolazione responder al trattamento
A questo riguardo, i ricercatori hanno sottolineato di aver adottato la definizione di esacerbazione asmatica sulla base del soddisfacimento dei criteri seguenti: richiesta di un trattamento sistemico con OCS per ≥3 giorni, o un raddoppio della dose di OCS di mantenimento, o di una visita in Medicina d’Urgenza per il trattamento.
Risultati principali
Pazienti in remissione clinica
Su un totale di 318 pazienti inclusi nell’analisi, erano noti i dati sul raggiungimento della definizione di remissione clinica (3 o 4 componenti) relativamente a 144 individui (45%). Dopo un anno di trattamento con mepolizumab, il 30% soddisfaceva la definizione di remissione clinica a quattro componenti, mentre il 38% soddisfaceva quella a tre componenti. Si è osservato, dunque, un incremento dei pazienti in remissione pari, rispettivamente, al 27% e al 35% rispetto al 3% di pazienti che aveva raggiunto questi criteri già al basale.
Le componenti più frequentemente raggiunte singolarmente della remissione clinica era rappresentate dall’assenza di trattamento con OCS e da un punteggio ACT ≥20.
Differenze tra pazienti in remissione e quelli non in remissione
Prendendo in considerazione i pazienti che soddisfacevano le definizioni di remissione clinica a 3 e a 4 componenti dopo trattamento con mepolizumab, è emerso che i primi si caratterizzavano, al basale, rispetto a quelli che non erano in remissione, per:
– una conta di eosinofili nel sangue più elevata
– migliori punteggi ACT
– una migliore funzione polmonare
– un minor ricorso agli OCS in terapia di mantenimento
– un tasso leggermente più basso di esacerbazioni asmatiche pregresse rispetto ai pazienti che non erano in remissione
Riassumendo
In conclusione, i risultati di questa analisi post hoc forniscono l’evidenza che, nella pratica clinica quotidiana, il trattamento con mepolizumab rende possibile il raggiungimento delle definizioni composite di remissione clinica proposte in un sottogruppo di pazienti con asma eosinofilo grave, con più di un terzo del campione che soddisfa la definizione a tre componenti.
Per quanto riguarda l’inclusione di un parametro di funzionalità polmonare nella definizione di remissione clinica che ha portato ad un numero leggermente inferiore di pazienti considerati in remissione rispetto alla definizione a tre componenti, i ricercatori suggeriscono di limitare il ricorso a questa componente esclusivamente come fattore di validazione.
Le caratteristiche cliniche di base, comprese le comorbidità specifiche legate all’endotipo di base e più comunemente associate alla remissione clinica, potrebbero aiutare a predire i pazienti che hanno maggiori probabilità di rispondere al trattamento con mepolizumab e a raggiungere un maggior grado di controllo della controllo della malattia a lungo termine.
L’inclusione di criteri di remissione clinica all’interno dei futuri piani di trattamento, l’attenzione ad intervenire più precocemente e l’essere in grado di prevedere i pazienti che hanno maggiori probabilità di raggiungere la remissione, contribuiranno ad ottimizzare e personalizzare l’assistenza ai pazienti, aggiungono i ricercatori.
Bibliografia
1) Pavord I et al. Remission outcomes in severe eosinophilic asthma with mepolizumab therapy: Analysis of the REDES study. Front Immunol. 2023 Apr 12;14:1150162. doi: 10.3389/fimmu.2023.1150162. PMID: 37122713; PMCID: PMC10131245.
Leggi
2) Menzies Gow A et al.. An expert consensus framework for asthma remission as a treatment goal. J Allergy Clin Immunol (2020) 145:757–65. doi: 10.1016/j.jaci.2019.12.006