Il Questore di Venezia ha revocato il foglio di via di 4 anni dato a Margherita, una delle attiviste di Extinction Rebellion che sabato aveva manifestato sul Ponte di Rialto
Arriva la notizia del primo foglio di via revocato alle attiviste di Extinction Rebellion che, sabato scorso, si erano appese al Ponte di Rialto, mentre le acque sono state tinte di verde. Margherita, studentessa in antropologia a Ca’ Foscari, ieri mattina è infatti stata convocata al Commissariato di Venezia per la consegna della revoca del provvedimento. «Sono contenta, ma sono consapevole che è solo l’inizio e che le mie compagne e i miei compagni hanno ancora un foglio di via di quattro anni, il massimo che può essere dato. Una misura durissima, illegittima e anticostituzionale».
Il Questore è stato costretto a revocare il foglio di via in tempi rapidissimi poiché giuridicamente illegittimo. Non è possibile infatti dare un foglio di via a una persona che ha legami con la città. «Quando mi sono trovata in mano il foglio di via ero incredula» commenta ancora Margherita. «Avevo dichiarato e provato fin da subito (aveva con sé il contratto d’affitto a Mestre stampato, ndr) il mio legame con il Comune di Venezia, quindi il foglio di via non avrebbero dovuto darmelo a prescindere. Il che testimonia come questi siano stati dai con una finalità unicamente intimidatoria, nonostante si tratti di misure di prevenzione del codice antimafia che andrebbero applicate con più ponderazione». Sulla vicenda si sono espressi con forza anche cinquanta docenti di Cà Foscari, con una lettera aperta in cui parlano di “atto intimidatorio e non salutare per una società democratica” e che si chiude con l’auspicio che i giovani possano crescere in una città dove si possa esprimere le proprie idee “senza il timore di essere banditi”. La preoccupazione per la libertà di manifestazione degli attivisti climatici ha portato anche il Comitato Torino Respira, a Torino, a lanciare una petizione per chiedere “a chiunque abbia responsabilità di governo a tutti i livelli di adoperarsi per garantire la massima libertà di manifestazione e ad evitare la criminalizzazione del dissenso”. Anche questa è stata firmata da tantissimi docenti dell’Università di Torino e del Politecnico.
Quello di Margherita quindi non è l’unico foglio di via illegittimo. Sabato scorso ne sono stati dati altri quattro, insieme a tre DASPO urbano e ventisette denunce. “Sabato” riporta Extinxtion Rebellion “27 persone sono rimaste chiuse in Questura per quasi otto ore, senza la possibilità di comunicare con l’esterno. Tra queste vi erano anche un turista e l’ufficio stampa. Fatta eccezione per il turista – trattenuto comunque in questura per oltre 2 ore – sono state tutte denunciate indiscriminatamente. A una delle fotografe è stata anche sequestrata la macchina fotografica ed ha poi ricevuto un foglio di via di quattro anni”.
Sabato scorso Extinction Rebellion è tornata in azione contemporaneamente in sei diverse città (Torino, Milano, Bologna, Venezia, Roma e Bari), colorando per poche ore i fiumi con un tracciante totalmente innocuo, la fluoresceina. Una protesta contro la COP28, per segnalare le contraddizioni di un governo che partecipa alle Conferenze per il Clima da trent’anni ma che continua a investire nei combustibili fossili. Ciò che è successo dopo, nella Questura di Venezia, è però il simbolo di una volontà di repressione del dissenso sempre più dura da parte del governo italiano. Quattro anni di foglio di via sono infatti il massimo giuridico previso dal regolamento del codice antimafia e viene oggi dato a cittadini che praticano la nonviolenza per chiedere ai governi di agire contro la crisi più grande del nostro secolo: la crisi climatica, che non si fermerà certo con un foglio di via.