Il quadro, ritenuto perduto per secoli e da poco restaurato, è protagonista dell’esposizione Baccio Bandinelli pittore, al secondo piano del museo fino al 25 febbraio
Viene esposto per la prima volta un dipinto inedito di Baccio Bandinelli, rinomato scultore e disegnatore fiorentino al servizio di Cosimo I de’ Medici. Si tratta della Pietà con la Vergine, un angelo e Nicodemo, che, appena restaurata, da oggi al 25 febbraio è protagonista della mostra Baccio Bandinelli pittore, frutto della collaborazione tra le Gallerie degli Uffizi e i Musei Vaticani. L’opera, un olio su tavola di cui si conservano due disegni preparatori agli Uffizi, nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, testimonia l’adesione dell’artista ai modelli di Pontormo, Rosso Fiorentino e Bronzino. L’esposizione, curata dal direttore degli Uffizi Eike Schmidt e dal responsabile dell’arte rinascimentale e barocca dei Musei Vaticani Fabrizio Biferali, è accolta al secondo piano del museo vasariano, negli spazi tra la Sala di Leonardo e quella di Michelangelo e Raffaello. A breve distanza, dunque, dal celebre gruppo scultoreo del Laocoonte, copia di quello originale custodito proprio a Roma nei Musei Vaticani: la versione agli Uffizi, realizzata dallo stesso Bandinelli, chiude con magnificenza la prospettiva del Terzo Corridoio prima del terrazzo.
L’esistenza della Pietà vaticana è nota da secoli, al punto che Giorgio Vasari nelle sue Vite annovera il quadro tra le opere di Bandinelli, descrivendo il «Cristo deposto di croce tenuto in braccio da Niccodemo, e la Madre sua in piedi che lo piangeva, et un Angelo che teneva in mano i chiodi e la corona delle spine». La tela, ritenuta perduta fino al suo recente ritrovamento nei depositi dei Musei Vaticani, è un raro esempio dell’attività di Bandinelli pittore e presenta numerose affinità stilistiche e formali con altre sue opere scultoree presenti a Firenze (le due Pietà a Santa Croce e alla Santissima Annunziata). Dopo un complesso processo di restauro la Pietà dei Musei Vaticani viene finalmente esposta insieme al disegno di un dettaglio, conservato al Gabinetto dei disegni e delle Stampe degli Uffizi (esempio sommo delle straordinarie doti di Bandinelli nella grafica) e alla Creazione di Eva e alla Cacciata dal Paradiso, del pittore fiorentino Andrea del Minga. I due pendant eseguiti su disegno di Bandinelli e donati ad Eleonora di Toledo, fanno ora parte della collezione della Galleria Palatina di Palazzo Pitti.
Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “Bandinelli rivela, come Michelangelo, una straordinaria capacità di ‘scolpire in pittura’, prediligendo la forma e il disegno e utilizzando le seduzioni del colore come mero accessorio. Ritroviamo in questo dipinto tutta la forza dello scalpello e una ricerca dei volumi che ci riporta ai rilievi per il coro del Duomo. Proprio per questo l’esposizione negli spazi adiacenti alla sala del tondo Doni, dove il Buonarroti dipinge il gruppo sacro e le figure come fossero sculture policrome, è particolarmente significativa e permette al visitatore un utilissimo confronto”.
La direttrice dei Musei Vaticani Barbara Jatta: “È un onore poter celebrare degnamente un artista che fu fiorentino di nascita, ma romano e “vaticano” di adozione, un maestro che seppe lungo l’arco della sua produzione fondere con disinvoltura citazioni dal moderno e dall’antico, diventando egli stesso, come altri giganti della sua epoca, un classico e un modello da imitare”.