In Italia aumentano gli investimenti nella blockchain


La blockchain coinvolgerà presto il 90% delle aziende nel mondo. Aumenta l’interesse in Italia ma la tecnologia è ancora poco accessibile

SIAE e Algorand insieme per una gestione del diritto d’autore più efficiente grazie alla blockchain attraverso un protocollo proof-of-stake (PoS) puro

In questi ultimi anni, è innegabile come le imprese italiane, dalle PMI fino alle grandi corporate, abbiano alzato l’interesse verso l’introduzione al loro interno della tecnologia blockchain, un database che gestisce insiemi di dati (o transazioni) proteggendoli con la crittografia. In Italia, gli investimenti in blockchain sono arrivati a quota 42 milioni di euro nel 2022, registrando un aumento del 50% rispetto all’anno precedente.

La blockchain inizia a rappresentare il presente: le aziende grazie ad essa hanno cambiato il modo in cui navigano su internet, come certificano i loro prodotti e addirittura come effettuano i pagamenti. L’inserimento di questa tecnologia ha permesso di gestire e aggiornare, in modo sicuro, un registro digitale di dati e informazioni, come ad esempio le transazioni, in maniera trasparente, condivisa e senza intermediari che controllino e verifichino le operazioni. È uno degli strumenti più potenti in termini di sicurezza che consente alle aziende di certificare, scambiare informazioni, detenere asset e partecipazioni aumentando sicurezza e valore per i propri clienti.

E proprio dalla progettazione di esperienze distintive incentrate sull’utente, dando forma al modo in cui interagiamo con le tecnologie, che nasce Cardinal, tech company e venture studio fondata a Padova, specializzata nello sviluppo di applicazioni che utilizzano la tecnologia Blockchain e Web3.

Gestire la nascita e lo sviluppo di un’idea è difficile. L’obiettivo è quello di semplificare questo processo, aiutando startup e aziende a dotare le proprie idee e prodotti della giusta tecnologia per svilupparsi sul mercato.

“Quello a cui stiamo puntando – spiega Federico Costa, CEO di Cardinal – è diventare un punto di riferimento, un centro di competenza riguardo alla ricerca e sviluppo di tecnologie blockchain e web3 sul nostro territorio, ma non solo. Queste tecnologie coinvolgeranno nei prossimi anni il 90% delle aziende nel mondo, modificando le modalità di lavoro e rivoluzionando le potenzialità del business”.

Il progetto Freename: ad ogni azienda il proprio dominio

In parallelo, c’è poi il progetto Freename, startup co-fondata dallo stesso Federico Costa, che consente, proprio grazie all’uso della tecnologia Web3, di diventare proprietari di un dominio di primo livello, come i più conosciuti .it e .com. Ogni azienda, può quindi avere un dominio personalizzato e correlato al proprio brand. E con esso, accettare pagamenti, guadagnare sui domini registrati e ad una serie di funzionalità che i normali domini web non possono offrire.

Uno sguardo in avanti: nuove assunzioni, mentoring e collaborazioni con l’estero

Attualmente in Cardinal lavorano 20 persone, in modalità di lavoro ibrido, con giornate da remoto ed in presenza. Un team multidisciplinare: ad ogni progetto, dal prototipo alla consegna, è assegnato un gruppo di persone composto da tech lead, UX/UI designer, project manager, sviluppatori backend/frontend e tester. Tutto questo, di pari passo, vedrà allargare il team di lavoro con nuove assunzioni per favorire lo sviluppo tecnico e commerciale.

Tre le nuove figure richieste: la ricerca dei talenti si concentrerà in ambito informatico su un Project Manager, uno UX Researcher, ossia il ricercatore in user experience che indaga sistematicamente il comportamento degli utenti e delle loro esigenze, al fine di aggiungere valore alla loro esperienza d’uso con il prodotto finale. E in aggiunta, un Business Developer. Candidature a: https://cardinal.solar/careers/

La sfida dei prossimi mesi sarà quella di lanciare la prima versione di un prodotto o servizio sviluppato da un prototipo, su progetti interni e, una volta validato, renderlo una startup. Inoltre, si guarda anche verso l’ampliamento delle collaborazioni verso l’estero, puntando all’internazionalizzazione. Non tralasciando la presenza di un forte network con università ed organizzazioni, per coinvolgere gli studenti in programmi di mentoring, avvicinandoli al mondo del lavoro, con lo scopo di far loro sviluppare questo tipo di competenze.