Christmas Blues, secondo un sondaggio di Libraccio per il 67,7% la lettura è di conforto contro ansia, tristezza, solitudine e inadeguatezza
Si chiama Christmas Blues e indica un insieme di sensazioni negative come ansia, tristezza, senso di solitudine e inadeguatezza che è solito presentarsi nel periodo natalizio, comunemente considerato un momento di euforia e spensieratezza. Su questo tema si è interrogata anche Libraccio, la più grande catena indipendente di librerie in Italia, che ha provato a scattare una fotografia delle emozioni che nascono nelle persone intorno alle Feste e del loro rapporto con la lettura come genere di conforto, da cui emerge proprio l’impatto positivo di quest’ultima.
Infatti, secondo quanto emerso dalla survey svolta su un campione di 200 persone (prevalentemente donne), se è vero che il 43% del totale dichiara di provare sensazioni di gioia ed euforia per l’avvicinarsi del Natale, il 19,4% confessa di vivere questo periodo con ansia e il 10% lamenta solitudine. Il fenomeno del Christmas Blues, infatti, nasce anche in risposta al bisogno, spesso imposto dalla società odierna, di dover vivere questo momento con felicità a tutti i costi, gioendo delle riunioni familiari e mostrandosi soddisfatti e sereni ai propri ospiti. Questo senso di costrizione può però suscitare stati di stress e frustrazione, dovuti al paragone con “l’altro”, ma anche nervosismo, insofferenza e tristezza.
Come spesso accade, ogni persona vive a proprio modo queste sensazioni, cercando dentro di sé o nella quotidianità un antidoto allo sconforto: per tanti, svela Libraccio, la lettura sembra essere una soluzione efficace, tanto che nel 40% dei casi gli intervistati sostengono di leggere più del solito a Natale. Per il 66,7% di coloro che vivono questo periodo con emozioni negative, la lettura è di conforto e sul podio dei generi più ricercati si trovano i gialli (34,4%), i romanzi rosa e i fantasy a pari merito (31,7%) seguiti dai romanzi storici (28,3%). Seguono le biografie, i thriller e i saggi.
A dimostrazione di come la lettura possa alleggerire un momento complicato vi sono anche la percentuale di coloro che prevedono di regalare un libro a Natale (72,2%) e le sensazioni che provoca ricevere un regalo “da leggere”, che nel 48,9% dei casi fa sentire le persone felici e nel 18,3% le arricchisce.
Un altro tema molto caro a Libraccio, che sin dalla sua nascita, nel 1979, ha stretto un legame solido e diretto con i propri lettori, riguarda il finale dei libri, in cui sempre più persone ripongono le proprie speranze di sollievo e spensieratezza.
“Ci siamo resi conto che sempre più persone, quando vengono in libreria a cercare un testo da comprare per sé o regalare, esprimono il desiderio di trovare un lieto fine, una conclusione felice, seppur inaspettata, in fondo alle pagine del proprio libro. Questo, crediamo, in contrasto a una quotidianità fatta di ansie, di preoccupazioni, a volte anche di grandi dispiaceri – commenta Carlotta Sanzogni, responsabile Social e PR di Libraccio – La lettura, invece, per tanti è un rifugio, un posto sicuro, come abbiamo potuto appurare, che ciascuno di noi vive a suo modo, trovando in essa la propria fonte di serenità e un momento di esplorazione interiore”.
Infatti, più della metà vorrebbe che il proprio finale portasse un momento di riflessione, mentre il 40,6% desidera un finale inaspettato ma positivo. Solo il 5,6% è favorevole al finale aperto. Alla domanda “quale libro è stato più di conforto, tra quelli letti di recente?”, questi alcuni titoli emersi: La vita è bella, nonostante (Sveva Casati Modignani), Giù nella valle (Paolo Cognetti), La portalettere (Francesca Giannone) e L’invincibile estate di Liliana (Cristina Rivera Garza).
Libraccio ha poi indagato le attività che risultano essere più d’aiuto nei momenti difficili, trovando sul podio: la lettura di un libro (84,4%), l’ascoltare musica (48,3%) e il trascorrere tempo all’aperto (42,8%).
Hanno risposto al sondaggio il 90% di donne e il 10% di uomini, prevalentemente residenti nel Nord Italia (65,6%): il 36% ha più di 45 anni, il 32% tra 25 e 34, il 18,9% tra 35 e 44 e il 12,8% tra 15 e 24 anni.