Nasce la prima Associazione italiana per le Assistenti virtuali, una professione sempre più scelta dalle donne: l’obiettivo è un Albo nazionale
Lavorare da casa per conciliare professione e famiglia. Ma anche per superare il gap di salario o carriera, ancora troppo spesso presente negli uffici. E’ per raccogliere la richiesta di centinaia di donne insoddisfatte della propria posizione in azienda che nasce in Italia la prima Associazione per le assistenti virtuali. Fondata nel maggio 2023, PVA-Professione Virtual Assistant, riunisce chi ha deciso di gestire con più flessibilità tempo libero e ambizioni personali, abbracciando un’occupazione da remoto in supporto a liberi professionisti e imprenditori: dalla produzione di audio e video, all’organizzazione di viaggi online, alla redazione di fatture e contratti, a consulenze di marketing, privacy e partita Iva, spaziando dall’ambito legale alla finanza, alla segreteria generale, fino al money mindset e al benessere psicofisico. Obiettivo dell’Associazione quello di inquadrare entro standard etici e normativi i requisiti della nuova professione esplosa dopo il Covid, promuovere la formazione e l’acquisizione di competenze specifiche e ottenere un riconoscimento ufficiale tramite l’istituzione di un albo per garantire al cliente maggiore affidabilità.
L’iniziativa, nata da Roberta Longoni, presidente e fondatrice della PVA-Professione Virtual Assistant-Associazione italiana assistenti virtuali, nonché fondatrice della Virtual Education Academy specializzata nella formazione delle assistenti virtuali, Gloria Martellini, vicepresidente e assistente virtuale esperta in contabilità, amministrazione e customer service, Paola Carrara, tesoriere esperta in segreteria generale e web designer Squarespace, Barbara Adami, segretario esperta in gestione di back office e utilizzo di Excel, è stata lanciata nel mese di settembre e già ha raccolto numerose adesioni.
“In Italia la tutela delle donne nel mondo del lavoro presenta ancora molte lacune – spiega Longoni – Molti lavori tradizionali offrono poca flessibilità in termini di orari e luogo di lavoro, rendendo difficile per le mamme bilanciare le responsabilità professionali e familiari, il supporto per la maternità e per le famiglie è insufficiente, persistono stereotipi di genere che influenzano le opportunità di carriera delle donne e le loro capacità professionali, come persiste ancora un gap salariale e di riconoscimento e promozioni. Inoltre, per le donne che vogliono avviare una propria attività, accedere a finanziamenti può essere più complesso a causa della mancanza di reti di supporto. Tutto questo – prosegue – si riflette nel settore delle assistenti virtuali, che tende ad attrarre molte donne proprio per i suoi aspetti flessibili e per l’opportunità di costruire una carriera gratificante mantenendo un equilibrio tra lavoro e vita privata. Numerosi studi americani rilevano che negli Usa, per il 2023, si stima l’83% di forza lavoro nel mercato degli assistenti virtuali costituita da donne. L’età media è di circa 50 anni, il 78% ha più di 40 anni, il 16% tra i 30 e i 40 anni e solo il 6% tra i 20 e i 30 anni. Circa il 69,3% degli assistenti virtuali è sposato e il 76,1% ha figli, il 91% ha una laurea, il che indica una forza lavoro altamente istruita. Tuttavia, anche in questo settore, è fondamentale continuare a lavorare per garantire condizioni eque, supporto professionale e riconoscimento del valore del lavoro svolto”.
Lo scopo alla base dell’Associazione PVA è, dunque, dare un riconoscimento ufficiale alla professione e diffonderne la cultura per garantire lavoratori qualificati e affidabili. Innanzitutto, tramite la creazione di un albo per assistenti virtuali, che certifichi il rispetto di standard di qualità elevati per formazione e competenze. In questo senso i prossimi step riguarderanno l’analisi del mercato e delle esigenze del settore, la consulenza legale per la preparazione della documentazione per ottenere le certificazioni necessarie, la registrazione formale dell’ente che gestirà l’albo, la definizione dei criteri di ammissione, la redazione di regolamenti interni e di un codice etico e lo sviluppo di una piattaforma web per gestire le iscrizioni. Per promuovere la consapevolezza sulla figura dell’assistente virtuale sono, invece, già in programma iniziative focalizzate su formazione e networking. Saranno organizzati corsi di formazione continua per le associate, workshop e seminari aperti anche ad esterni, collaborazioni con Università e scuole professionali per integrare moduli dedicati all’assistenza virtuale nei programmi, campagne di sensibilizzazione per evidenziare l’importanza e la professionalità del ruolo dell’assistente virtuale, eventi di networking per le associate per incontrarsi, scambiare idee e creare collaborazioni, premi e riconoscimenti per le assistenti virtuali che si distinguono nel lavoro, partnership con aziende e organizzazioni che possono beneficiare dei servizi.