Funziona l’immunoterapia nel caso del tumore al seno triplo negativo? Sì, ma non sempre: i risultati di un nuovo studio
Funziona l’immunoterapia nel caso del tumore al seno triplo negativo? Sì, ma non sempre. E proprio per capirne le ragioni, un gruppo di ricercatori ha studiato il microambiente tumorale al fine di estrapolarne le peculiarità che potrebbero permettere di sfruttare al meglio le potenzialità di questa terapia. Lo studio è stato pubblicato di recente su Nature.
Il commento di Giampaolo Bianchini, responsabile della patologia oncologica della mammella presso il Dipartimento di Oncologia medica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e tra gli Autori responsabili dello studio.
Lo studio che abbiamo condotto è importante perché ha evidenziato uno dei meccanismi per un utilizzo ad hoc dell’immunoterapia nella cura del tumore triplo negativo. Significa, infatti, somministrare il farmaco a chi presenta determinate caratteristiche.
Per arrivare a definire le “coordinate”, chiamiamole così, che potranno guidare nella scelta dell’immunoterapico quale opzione di cura, sono state coinvolte pazienti con tumore al seno triplo negativo diagnosticato precocemente e che hanno seguito una terapia neoadiuvante, cioè prima dell’intervento chirurgico per ridurre le dimensioni del tumore. Alcune pazienti hanno assunto solo chemioterapia, altre invece chemioterapia in associazione con un immunoterapico. Grazie a una tecnica chiamata Imaging Mass Cytometry, abbiamo esaminato l’espressione di 43 proteine tumorali prima del trattamento, poi il primo giorno del secondo ciclo di trattamento, e dopo la chirurgia. Ciò che è emerso, è stata la presenza importante di alcuni geni sulle cellule malate e di particolari categorie di linfociti, cioè cellule del sistema immunitario, indicatori predittivi della risposta alle terapie.
Non è la spiegazione a tutti i casi di fallimento dell’immunoterapia, questo è indubbio, ma certamente è un inizio nell’ottica di una medicina sempre più precisa.