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Sclerosi multipla: benefici da iniezioni intratecali di staminali mesenchimali

embrioni umani sintetici trapianto di cellule staminali autologhe

Miglioramenti cognitivi e dei biomarcatori sierici nei pazienti con sclerosi multipla dopo iniezioni intratecali di staminali mesenchimali

Una nuova analisi ad interim di uno studio in aperto presentato a Milano, durante il 9° meeting congiunto ECTRIMS-ACTRIMS, ha rivelato significativi effetti benefici sulla cognizione e sui biomarcatori oggettivi di neuroinfiammazione e neurodegenerazione in i pazienti con sclerosi multipla progressiva (PMS) trattati con ripetute iniezioni intratecali (IT) di cellule staminali mesenchimali autologhe (MSC).

In 15 pazienti trattati con almeno 2 iniezioni di MSC, 9 hanno fatto registrare un miglioramento tra il 5% e il 18% nel test del cammino (25 feet walking test). Inoltre, il punteggio standard medio di 4 test cognitivi effettuati dai pazienti è migliorato da 0,11 al basale a 0,33 dopo 3 iniezioni di MSC nell’arco di un anno.

Tra i 22 pazienti che hanno ricevuto almeno 1 trattamento con MSC, 13 hanno mostrato un miglioramento nei punteggi del Symbol Digit Modalities Test (SDMT), uno dei principali test cognitivi. In particolare, 6 dei 17 pazienti trattati sono migliorati di oltre 4 gradi nella SDMT in 3 test consecutivi nell’arco di un anno.

Valutate le forme progressive della patologia autoimmune
In questa analisi, l’autrice principale, Petrou Panayiota – dell’Unità di Neuroimmunologia presso il Centro di Sclerosi Multipla e il Centro Agnes-Ginges per la Neurogenetica presso l’Ospedale Universitario Hadassah di Gerusalemme (Israele) – e colleghi hanno valutato principalmente l’effetto sulla cognizione di ripetuti trapianti di MSC nei pazienti con PSM progressiva.

Inoltre, i ricercatori hanno studiato l’andamento dei biomarcatori sierici oggettivi di neuroinfiammazione e neurodegenerazione, in particolare i neurofilamenti a catena leggera (NfL) e la proteina acida fibrillare gliale (GFAP), nel corso della terapia.

Nell’estensione in aperto sono stati arruolati 48 pazienti con sclerosi multipla (SM) secondariamente progressiva (SPMS) o SM primaria progressiva (PPMS) che avevano partecipato al precedente studio in doppio cieco (NCT02166021) con iniezioni di MSC.

Nel precedente studio, randomizzato in doppio cieco, condotto in precedenza da Petrou e colleghi, l’iniezione IT di MSC autologhe derivate dal midollo osseo aveva mostrato robusti effetti clinici e radiologici nei pazienti con SM attiva e progressiva.

I pazienti arruolati avevano avuto evidenza di peggioramento clinico o attività durante l’anno precedente (tra il 2015 e il 2018) ed erano sono stati randomizzati in 3 gruppi: MSC autologhe per via endovenosa (IV) (1 × 106/kg) o iniezioni fittizie (sham).

Questi i test utilizzati e i risultati ottenuti
I ricercatori hanno utilizzato 4 test cognitivi tra cui l’SDMT, il California Verbal Learning Test, il Brief Visuospatial Memory Test e il Controlled Oral Word Association Test per valutare i pazienti al basale – prima del trattamento – e a 4-5 punti temporali dopo la prima iniezione di MSC. Allo stesso tempo, il team ha testato i livelli sierici di NfL e GFAP utilizzando la tecnologia Quanterix (https://www.quanterix.com/simoa-technology/) (SIMOA).

Stando ai dati disponibili, 17 pazienti sono stati trattati con almeno 2 iniezioni intratecali di MSC a distanza di 3-6 mesi e 12 pazienti hanno ricevuto 3 iniezioni di MSC. Per i pazienti trattati, i livelli di NfL si sono ridotti da una media di 15,7 pmol/ml al basale a 12,8 pmol/ml durante l’anno post-trattamento; anche i livelli di GFAP si sono ridotti da 191,4 pmol/ml al basale a 155,4 pmol/ml.

Dopo 6 mesi, la metà dei pazienti nei gruppi MSC-IT e MSC-IV è stata nuovamente trattata con MSC e l’altra metà con iniezioni sham. I pazienti inizialmente assegnati al trattamento sham sono stati divisi in 2 sottogruppi e trattati con MSC-IT o MSC-IV.

Dopo 14 mesi di studio, Petrou e colleghi non hanno osservato alcun evento avverso grave in relazione alla sicurezza del trattamento. Un numero significativamente inferiore di pazienti ha sperimentato un fallimento del trattamento nei gruppi MSC-IT e MSC-IV rispetto a quelli nel gruppo sham (6,7%, 9,7% e 41,9%, rispettivamente, P = 0,0003 e P = 0,0008).

Durante il follow-up di 1 anno, il 58,6% e il 40,6% dei pazienti trattati rispettivamente con MSC-IT e MSC-IV non avevano evidenza di attività della malattia rispetto al 9,7% nel gruppo sham (P <0,0001 e P <0,0048, nell’ordine).

Inoltre, il trapianto con MSC-IT ha indotto ulteriori benefici sul tasso di recidive, sulle variazioni mensili di:

Nel complesso, il trattamento con MSC è stato ben tollerato e ha indotto effetti benefici a breve termine, specialmente nei pazienti con malattia attiva. In particolare, la somministrazione IT è risultata più efficace di quella endovenosa in diversi parametri della malattia.

I takeaway clinici

Fonte:
Panayiota P, Kassis I, Yaghmour NE, et al. effects of repeated autologous mesenchymal stem cells transplantation on cognition and serum biomarkers in progressive multiple sclerosis: interim analysis of an open label extension trial. ECTRIMS-ACTRIMS 2023, Milano. Abstract n. 3038/P377. leggi

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