Cambio al vertice della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali: alla presidenza l’infettivologo napoletano Roberto Parrella
Il dott. Roberto Parrella, Direttore UOC Malattie infettive ad indirizzo respiratorio presso l’Ospedale Cotugno di Napoli, è il nuovo Presidente nazionale della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT. Succede al Prof. Claudio Maria Mastroianni, che è stato in carica nell’ultimo biennio. L’investitura è giunta alla conclusione del XXII Congresso Nazionale della società scientifica, che si è tenuto a Firenze, con oltre mille partecipanti e numeri da record per quanto riguarda l’afflusso al voto della componente universitaria. La SIMIT ha un consiglio rinnovato dove la nuova Vicepresidente eletta a Firenze è risultata la Prof.ssa Cristina Mussini, Professore Ordinario di Malattie Infettive presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, che entrerà a sua volta in carica come Presidente alla fine del 2025.
Molte le sfide da intraprendere nel segno della continuità con il predecessore Prof. Claudio Mastroianni. Formazione dei giovani, ricerca, rete infettivologica, rapporti con le istituzioni e con gli altri organismi del SSN, oltre alla lotta a germi resistenti, Covid, HIV ed Epatiti alcune delle priorità
“Il mio lavoro si svilupperà nel solco della continuità rispetto ai miei predecessori per affrontare al meglio le numerose sfide che l’infettivologia ci pone davanti – ha sottolineato il Presidente SIMIT Roberto Parrella – Abbiamo le aule piene di giovani infettivologi: questo ci rende orgogliosi, ma ci investe anche di responsabilità, con la necessità di creare attività di formazione già avviate in questi anni. Poi si deve guardare al futuro, dalle biotecnologie all’intelligenza artificiale, con potenzialità e responsabilità che dovremo definire nell’uso di questi strumenti”.
“L’azione della mia presidenza si svilupperà lungo due direttrici – prosegue Parrella – All’interno dell’ambito infettivologico contiamo di dare a tutti gli associati l’opportunità di partecipare in maniera attiva, di essere inclusivi, di creare delle reti tra i vari centri italiani. Verso l’esterno l’infettivologo dovrà continuare a essere parte attiva nella valutazione delle questioni di Salute Pubblica da affrontare con le istituzioni, la società civile, l’Istituto Superiore di Sanità, l’AIFA, le Regioni e con tutti gli altri organismi che compongono il nostro Servizio Sanitario Nazionale, dando seguito a importanti iniziative già avviate come il progetto “La Sanità che vorrei…” in sinergia con il Ministero della Salute ”.
“Il nostro impegno sarà dedicato a più fronti – evidenzia la Prof.ssa Cristina Mussini – Da una parte rafforzeremo la rete infettivologica investendo sui giovani, sulla loro formazione, sulla ricerca, sull’innovazione tecnologica. Dall’altra guarderemo alle esigenze dei pazienti che si rivolgono alla nostra specialità, ponendo massima attenzione a fenomeni sempre più ampi come antimicrobico-resistenza e infezioni correlate all’assistenza, all’andamento del Covid e di altre patologie infettive; lavoreremo per incentivare gli screening come strumento per prevenire la diffusione di infezioni come HIV ed Epatiti. Questo implicherà un lavoro anche sul territorio: auspichiamo che si possa facilitare l’accesso ai test rapidi in Pronto Soccorso e in altre realtà di primo accesso per raggiungere agilmente la popolazione. Ciò aiuterebbe a far emergere il sommerso di queste malattie. Siamo disponibili a collaborare con altre società scientifiche e con associazioni del territorio per favorire questo obiettivo”.