Bollette: per una questione legata al prezzo all’ingrosso dell’energia, i condomini italiani rischiano di pagare più cari sia il gas sia l’elettricità
Forse adesso si parla meno di caro energia e la percezione prevalente nell’opinione pubblica è che la situazione geopolitica e la conseguente crisi delle forniture di gas sia ormai alle spalle. Eppure, in questo inverno i condomini italiani rischiano di pagare più cari sia il gas che l’elettricità: nel primo caso l’aumento potrebbe essere dell’8%, mentre nel secondo del 6%. Questa l’indicazione che arriva da un’analisi di EnergyUp, società specializzata nella fornitura di energia elettrica e di gas per le utenze condominiali, nata dalla collaborazione tra VeryFastPeople e Illumia.
Per comprendere i fattori che determinano l’andamento dei costi, è necessario capire cosa si intende per prezzi dell’energia. La prima distinzione importante da tenere a mente è quella tra il prezzo all’ingrosso, cioè il costo della materia prima energetica, e il prezzo finale, ossia quello che viene pagato da tutti i consumatori. Gli utenti, infatti, devono normalmente farsi carico non solo dei costi della materia prima, ma anche di tutta un’altra serie di voci, tra cui trasporto, gestione del contatore e tassazioni che in Italia vengono definiti come oneri di sistema. Chiarita questa importante distinzione, emerge che, rispetto al picco registrato nell’estate del 2022 che aveva fatto scatenare il panico nelle capitali europee e prefigurato addirittura scenari di razionamento, i prezzi del gas nei mercati all’ingrosso sono diminuiti a partire dall’ultimo trimestre dello scorso anno.
Diverse le ragioni: innanzitutto la domanda interna è diminuita. Da un lato gli utenti finali, come conseguenza delle tariffe elevate, hanno adottato in maniera più o meno volontaria comportamenti più virtuosi – come abbassare di un grado la temperatura dei caloriferi. Dall’altro, imprese e industrie, grandi consumatrici di gas, hanno tagliato i propri consumi così da contenere gli eccessivi costi energetici. In aggiunta, a fine dicembre l’Unione Europea ha approvato il Price Cap, un meccanismo di correzione del prezzo del gas. L’approvazione di questo provvedimento atto a fissare un tetto massimo al prezzo del gas ha lanciato segnali positivi ai mercati, favorendo una rapida riduzione dei prezzi all’ingrosso.
Il clima mite nello scorso autunno-inverno, che è stato caratterizzato da temperature molto superiori a quelle stagionali, rappresenta un ulteriore fattore decisivo, con conseguenze importanti sul fabbisogno: la stima è che 2 gradi in più abbiano un impatto del 5-10% sulla domanda giornaliera.
Tutti questi eventi hanno influito sull’andamento dei prezzi all’ingrosso pagati dalle utility, mentre per quanto riguarda le bollette degli utenti finali, il sostanziale azzeramento degli oneri di sistema da parte dello Stato, a partire da ottobre 2021, aveva continuato a dare dei benefici/effetti positivi. A partire da aprile 2023 il Governo ha valutato conclusa la fase emergenziale dell’energia, ripristinando gli oneri di sistema, il cui mancato incasso pesava sul bilancio statale. Questa decisione ha delle conseguenze sulle bollette di famiglie, imprese e condomini. In particolare, secondo le stime formulate da EnergyUp e VeryFastPeople, l’impatto del ripristino degli oneri di sistema sui costi dell’elettricità è quantificabile in circa 173 euro di spese aggiuntive.
In questo contesto, nonostante un calo del Pun (Prezzo Unico Nazionale) medio dai 157,39 euro/Kwh del 2022/2023 ai 112,64 euro/KWh stimati per il 2023/2024 (-28%), la crescita della spesa elettrica per un tipico condominio italiano sarà del +6%: di fatto dai 1.161,89 euro di spesa media si arriverà a 1.231,09 euro. Nonostante la materia prima energia oggi costi decisamente meno rispetto a 12 mesi fa, le bollette elettriche saranno un po’ più salate per la ricomparsa di tutte quelle voci che erano state azzerate per tanti mesi. Per il gas invece, nonostante il Psv (Punto di Scambio Virtuale) medio sia sceso dai 81,62 euro/Smc dell’inverno 2022/2023 ai 46,80 euro/Smc stimati per l’inverno 2023/2024 (-43%), la spesa del Condominio medio Italiano salirà dell’8%. In questo contesto, infatti, peserà non solo la reintroduzione degli oneri precedentemente scontati dal governo, ma saranno delle variabili fondamentali anche le condizioni climatiche del prossimo inverno e la capacità di risparmio dei consumatori italiani. Qualora infatti si prospettassero nell’inverno 2023-24 condizioni climatiche drastiche, si stima che i consumi aumenterebbero addirittura del 30%: in questo scenario la spesa media salirà dai 12.463,19 euro ai 13.505,73 per un condominio medio.
“Il caro energia è tutt’altro che alle spalle- afferma Francesco Paini Cofondatore di VeryFastPeople- La crisi ha dimostrato che i mercati sono in balia delle vicende geopolitiche e questo ci espone a un rischio che non è solo nazionale o europeo, ma globale. Oltre a questo, il cambiamento climatico dovrebbe incoraggiare gli Stati dell’Unione europea, e l’Italia in particolare, a spingere a fondo sull’efficienza energetica e a promuovere le fonti rinnovabili”, conclude Paini.