A Brescia l’opera partecipativa di Majid Bita nell’ambito di “Finché non saremo libere”, progetto espositivo dedicato alla condizione femminile con un focus sull’Iran
Dopo l’apertura di Finché non saremo libere, mostra dedicata alla condizione femminile nel mondo con un focus sull’Iran, il Museo di Santa Giulia arricchisce l’esposizione di un nuovo capitolo: IL CANTO DEL DOLORE, instant display dell’artista iraniano Majid Bita, creatore di immagini, fumettista, graphic designer e illustratore, da tempo residente in Italia.
Risultato di un intenso scambio iniziato in occasione dell’apertura della mostra tra l’artista, la curatrice della mostra Ilaria Bernardi, il pubblico e l’artista iraniana Zoya Shokoohi, già coinvolta nell’esposizione, questo progetto è una creazione artistica partecipativa che presenta 40 racconti per immagini realizzati con acquerelli e china.
Il Comune di Brescia e la Fondazione Brescia Musei con Alleanza Cultura, promotori di questo nuovo progetto, ne hanno affidato la curatela alla stessa Shokoohi che ha scelto di allestire le opere in un abaco visivo di cinque storie, dando voce ai protagonisti delle sue straordinarie immagini, in un flusso narrativo che parla di propaganda, guerra, ribellione e militanza.
Il 28 gennaio 2024, al termine dell’esposizione, l’instant display entrerà a far parte del portfolio di travelling exhibition con cui Fondazione Brescia Musei valorizza e promuove il proprio patrimonio culturale