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Dermatite atopica: 8 studi confermano efficacia e sicurezza di tralokinumab

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Nei pazienti affetti da dermatite atopica l’uso prolungato di tralokinumab fino a 4,5 anni è stato ben tollerato secondo l’analisi di  studi clinici

Nei pazienti affetti da dermatite atopica l’uso prolungato di tralokinumab fino a 4,5 anni è stato ben tollerato, con un modello di effetti collaterali coerente con il periodo iniziale di trattamento e senza nuovi segnali di sicurezza. Sono i risultati dell’analisi integrata aggiornata di 8 studi clinici presentata al congresso 2023 della European Academy of Dermatology and Venereology (EADV).

Tralokinumab è un anticorpo monoclonale che neutralizza specificamente l’interleuchina (IL)-13, indicato per il trattamento di pazienti con dermatite atopica da moderata a grave.

«Penso che sia molto importante raccogliere già nello sviluppo clinico il maggior numero possibile di dati a lungo termine e credo che la maggior parte degli specialisti sia consapevole che gli anticorpi che bloccano la IL-13 nella dermatite atopica sono probabilmente tra le terapie mirate più sicure che abbiamo a disposizione» ha esordito il relatore Kristian Reich dell’Institute for Health Services Research in Dermatology and Nursing, University Medical Center Hamburg-Eppendorf di Amburgo, in Germania.

Valutazione della sicurezza a lungo termine di tralokinumab
Numerosi studi clinici hanno dimostrato che tralokinumab è efficace e ben tollerato sia in monoterapia che in combinazione con la terapia topica. Obiettivo della relazione al congresso era valutarne la sicurezza a lungo termine in un’analisi integrata di sette studi clinici di fase III della durata massima di 52 settimane e dello studio di estensione fino a 5 anni (ECZTEND) tuttora in corso.

Sono stati analizzati due set di dati, ovvero:

Sono stati considerati solo gli eventi avversi verificatisi durante il trattamento attivo e il tempo di esposizione è stato definito come la somma dell’esposizione a tralokinumab, quindi per il set di dati AT sono stati ignorati i periodi con placebo. Sono stati registrati tutti gli eventi avversi (EA) emergenti dal trattamento. Sono state calcolati le percentuali dei pazienti con eventi e i tassi di incidenza (IR) per 100 anni-paziente di esposizione (PYE). L’incidenza è stata definita come il primo evento e i PYE sono stati definiti come il tempo fino al primo evento o fino al termine dell’esposizione, a seconda di quale dei due si sia verificato per primo.

Tralokinumab è stato ben tollerato fino a 4,5 anni 
In totale, 2.693 pazienti con almeno 12 anni di età hanno ricevuto tralokinumab per un massimo di 238,5 settimane (circa 4,5 anni) con un tempo di esposizione mediano di 76,5 settimane nel set di dati AT. Il tempo di esposizione totale è stato di 5.320,2 anni-paziente e l’età mediana al basale era di 33,0 anni (il 10,4% dei pazienti aveva un’età compresa tra 12 e 17 anni).

Complessivamente hanno manifestato un evento avverso 2.307 pazienti (IR=202,0), la maggior parte dei quali (97,3%) di entità lieve-moderata. Sono stati segnalati effetti collaterali gravi (SAE) in 226 soggetti (IR=4,5), considerati possibilmente o probabilmente correlati al trattamento in 50 pazienti (IR=0,9).

L’interruzione della terapia a causa di eventi avversi è stata bassa (IR=2,8). Gli eventi avversi che hanno portato alla sospensione del farmaco con un tasso di incidenza >0,1 sono stati la dermatite atopica (IR=0,5) e la reazione nel sito di iniezione (ISR) (IR=0,2). Gli eventi avversi riportati più frequentemente nel set di dati AT erano coerenti con il set di dati placebo, tra cui rinofaringite (IR=18,4), infezione del tratto respiratorio superiore (IR=6,9), congiuntivite (IR=5,0), ISR (IR=3,6), congiuntivite allergica (IR=2,7) e dolore nel sito di iniezione (IR=1,5).

«Vorrei sottolineare il tasso complessivo di interruzione del trattamento a causa degli eventi avversi, che era di circa il 2% nelle prime 16 settimane. Un piccolo trucco, quando valuto la sicurezza nelle prime 16 settimane guardo sempre la percentuale, mentre per la sicurezza nel corso degli anni faccio riferimento agli eventi per anno paziente di esposizione, quindi per esempio un valore di 1 significa che si è verificato un solo un solo evento se si stanno trattando 100 pazienti per un anno» ha spiegato Reich.

Gli eventi avversi di particolare interesse (AESI), inclusi disturbi oculari, infezioni cutanee che richiedono un trattamento sistemico, eczema erpetico e tumori maligni, sono stati osservati nel set di dati AT a tassi simili o inferiori a quelli riportati nel set di dati controllati con placebo.

«Le infezioni cutanee che richiedono un trattamento sistemico sono inferiori nei pazienti trattati con tralokinumab, probabilmente a causa degli effetti normalizzanti e di riparazione della disfunzione immunitaria della barriera cutanea del farmaco» ha commentato il relatore.

In conclusione:

Referenze

Reich K et al. Safety of tralokinumab for the treatment of atopic dermatitis in patients with up to 4.5 years of treatment: an updated integrated analysis of eight clinical trials. Abstract 4553. Presented at: EADV Congress; Oct. 11-14, 2023; Berlin.

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