L’Ecuador è nel caos dopo la proclamazione dello stato di emergenza: ieri un commando di uomini armati ha fatto irruzione nello studio tv di Tc puntando i fucili sul presentatore
“Neutralizzare” le bande criminali: questo l’ordine impartito dal presidente dell’Ecuador, Daniel Noboa, dopo la proclamazione dello Stato di emergenza lunedì scorso e all’indomani dell’irruzione di un commando armato negli studi di un’emittente televisiva nel corso di una diretta.
Le immagini del blitz, con uomini mascherati, fucili puntati sul presentatore e operatori della tv a terra sotto la minaccia delle armi, sono state rilanciate a livello internazionale. Il commando ha fatto irruzione negli studi di Tc, un’emittente con base nella città di Guayaquil, in riva all’Oceano Pacifico.
La polizia ha riferito di aver eseguito 13 arresti dopo il raid, nel quale sono rimasti feriti due impiegati. Almeno dieci invece le persone uccise in diversi scontri a fuoco successivi alla proclamazione dello stato di emergenza. Il decreto presidenziale è stato adottato dopo l’evasione da una prigione di Guayaquil di Adolfo Macias Villamar, noto anche con il soprannome di Fito, capo della banda dei Choneros.
Noboa ha sostenuto che in Ecuador è in corso “un conflitto armato interno” e che l’esercito è stato incaricato di “operazioni militari per neutralizzare” quello che ha definito “crimine organizzato transnazionale, organizzazioni terroristiche e attori belligeranti non statali”.
Secondo alcuni esperti, l’aumento delle violenze in Ecuador è legato a una lotta tra cartelli di narcotrafficanti, sia locali che stranieri, per il controllo delle rotte della cocaina diretta negli Stati Uniti e in Europa. Politico e imprenditore, 36 anni, esponente del partito liberale Accion Democratica Nacional, Noboa è in carica dal novembre scorso.