Radioterapia oncologica: tante novità al servizio dei pazienti


Oltre il 70% dei pazienti affetti da un tumore sono trattati con radioterapia, che ha raggiunto livelli di efficacia e sicurezza impensabili fino a non molto tempo fa

Nei pazienti con carcinoma rettale localmente avanzato buoni risultati con regime FOLFOX e un uso selettivo della radioterapia

La radioterapia oncologica non conosce battute d’arresto e galoppa letteralmente verso una innovazione tecnologica, una efficacia e una sicurezza impensabili fino a non molti anni fa. La radioterapia di precisione consente di modulare il trattamento sulle caratteristiche radiologiche, biologiche e genomiche del tumore; i trattamenti stereotassici hanno una elevata azione ablativa e un rischio bassissimo di effetti collaterali; le tecniche “adattative” utilizzano combinazioni di TAC, Risonanza Magnetica e intelligenza artificiale che consentono di colpire in maniera millimetrica il bersaglio tumorale.

Lo scenario è quello da grandi conquiste scientifiche e si amplia di giorno in giorno.

«Molte persone ancora oggi ignorano la valenza curativa che la radioterapia ha in comune solo con la chirurgia; spesso è temuta e considerata dannosa, pericolosa, opinioni frutto di antichi retaggi e disinformazione, che oggi non trovano giustificazione o sostegno nella pratica clinica e negli studi scientifici – dichiara Cinzia Iotti, Presidente AIRO e Direttore SC Radioterapia AUSL-IRCCS di Reggio Emilia – attualmente con la radioterapia di precisione abbiamo a disposizione una tecnologia che ci consente di produrre distribuzioni di dose che si adattano strettamente al bersaglio tumorale, preservando al massimo i tessuti sani adiacenti. Le macchine di cui disponiamo erogano la dose con una precisione millimetrica e sono dotate di sistemi di verifica che conferiscono al trattamento la massima accuratezza poiché permettono di valutare e correggere, ad ogni singola seduta, eventuali

spostamenti del paziente o del volume bersaglio. In alcuni casi vengono messe in campo anche metodiche grazie alle quali è possibile irradiare il tumore solo durante alcune fasi dell’atto respiratorio, con l’obiettivo di proteggere al massimo gli organi sani vicini, in primis polmone e cuore. Queste ed altre tecnologie all’avanguardia hanno conferito alla radioterapia un livello di efficacia e sicurezza non raggiungibile fino a non molti anni fa».
Filo conduttore dell’edizione 2023 del Congresso Nazionale AIRO sono due parole: evoluzione al servizio del paziente, concetti che riflettono il cambiamento in atto di questa disciplina, che va assumendo sempre più un ruolo e una posizione da protagonista all’interno dei team multidisciplinari e nella presa in carico del paziente con tumore.

«Abbiamo voluto sottolineare nel titolo due concetti fondamentali: “evoluzione” e “servizio”. Quest’ultimo aspetto riguarda la centralità del paziente – a parlare Pierluigi Bonomo, Dirigente Medico SOD di Radioterapia AOU Careggi di Firenze e Coordinatore Comitato Scientifico AIRO – vogliamo ricordare quanto centrale possa essere il ruolo della radioterapia oncologica nell’armamentario terapeutico, dal momento che la disciplina radioterapica riveste una valenza curativa, come terapia singola o combinata, seconda solo alla chirurgia, ed ha un ruolo estremamente importante nella gestione di pazienti che necessitano di interventi palliativi. In questo senso, abbiamo voluto far emergere la posizione della radioterapia quale strategia terapeutica al servizio dei pazienti. “Evoluzione”, perché oggi assistiamo ad un costante sviluppo di nuove tecnologie che si accompagna ad un maggior interesse da parte dell’opinione pubblica alla nostra disciplina. La radioterapia sta crescendo a livello di tecnologie, conoscenze e competenze ed è sempre più rappresentata sul territorio nazionale. Quindi, i due elementi chiave presenti nel titolo del Congresso AIRO 2023 convergono nello stesso obiettivo: la cura ottimale del paziente con la terapia radiante da sola o in sinergia con altre terapie farmacologiche. La finalità del Congresso è il confronto tra specialisti, un momento di aggiornamento importante per chi pratica questa specialità. Questa edizione si arricchisce di alcuni aspetti di particolare interesse, come momenti di discussione che verteranno su riflessioni relative all’indice terapeutico, ossia il bilancio costo/beneficio dei trattamenti in situazioni particolarmente complesse e come questo possa impattare sulla gestione e comunicazione; faremo una riflessione sull’equità dell’accesso alle cure radioterapiche nel territorio nazionale e ci saranno diversi incontri e scambi con le Associazioni dei pazienti».

“Innovazione” è la parola chiave della Radioterapia Oncologica, disciplina che da un lato cura il paziente, dall’altro utilizza tecnologie d’avanguardia e in rapida evoluzione che di anno in anno assicurano opportunità sempre nuove e più precise con miglioramenti dei risultati rispetto alla cura del tumore.

«Tra le innovazioni principali – spiega Marco Krengli, Docente di Radioterapia Università di Padova e Direttore UOC di Radioterapia Istituto Oncologico Veneto IRCCS di Padova, Presidente Eletto AIRO 2024-2025 – c’è la tecnica che noi chiamiamo “adattativa”, traduzione del termine inglese “adaptive”, che consente di adattare giorno per giorno il trattamento radioterapico alla conformazione anatomica del paziente e alla posizione esatta che il tumore ha in quel momento, oltre che alla posizione esatta che hanno le strutture sane intorno, che vogliamo risparmiare. Questa tecnica è realizzata attraverso apparecchiature che combinano la TAC e la Risonanza Magnetica Nucleare, l’una o l’altra, all’acceleratore lineare. A questa tecnica si associa attualmente l’impiego dell’intelligenza artificiale, che consente di avere informazioni più precise e più veloci sull’anatomia interna del paziente e di ottimizzare il trattamento. Un filone che va sviluppandosi sempre di più, anche in Italia, è la radioterapia con particelle o “particle therapy”, che consiste nell’irradiazione con i protoni o con gli ioni. Altro filone molto interessante, ma ancora in fase di ricerca preclinica e clinica, è la radioterapia “flash” che consente di dare una dose molto alta in una frazione di secondo. Parlando di tumori, le novità riguardano le neoplasie in fase localmente avanzata in cui combiniamo la radioterapia di precisione con il trattamento farmacologico; altre novità riguardano alcuni tumori in fase iniziale, ad esempio i tumori del polmone per i quali usiamo la radioterapia stereotassica nei casi a rischio per intervento chirurgico».

Nonostante il suo ruolo insostituibile nella cura del cancro, la Radioterapia continua ad essere molto trascurata nella “narrazione” oncologica. Per migliorare la percezione e lo status istituzionale della disciplina, AIRO sta agendo su vari livelli, in primis per assicurare, tra le altre cose, la presenza di radioterapisti a tutti i tavoli della programmazione oncologica, in secondo luogo coinvolgendo le Associazioni dei pazienti, che giocano un importante ruolo nel percorso oncologico. A queste criticità si aggiunge il drammatico calo di vocazione dei giovani medici per questa specialità, tra le molteplici cause, non ultima, la scarsa visibilità di cui soffre la Radioterapia Oncologica.