Alte performance di sostenibilità per l’84% delle associate a Legacoop Bologna


Ambiente, buona occupazione, welfare e innovazione. Alte performance di sostenibilità per l’84% delle associate a Legacoop Bologna

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Performance di sostenibilità “ottima”, “buona” o “soddisfacente” per l’84% delle cooperative e nessuna insufficienza per le restanti, 89% dei contratti di lavoro a tempo indeterminato, oltre 13,6 miliardi di euro di valore della produzione, oltre 3 miliardi e mezzo di patrimonio netto, impianti per produrre energia da fonti rinnovabili nel 67% delle cooperative, pratiche di conciliazione dei tempi di vita e lavoro presenti nel 77% delle associate a Legacoop Bologna, cibo recuperato e donato pari a 1,3 milioni di pasti, 51.400 tra bambini, ragazzi e adolescenti che accedono a servizi delle coop sociali, alta propensione all’innovazione.

Sono alcuni dei dati dell’Agenda Cooperativa per lo sviluppo Sostenibile, il Report 2023 di Legacoop Bologna che misura il contributo annuale al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 delle cooperative sul territorio bolognese.

Secondo i dati della piattaforma globale Synesgy, sviluppata dal gruppo CRIF-CRIBS, che conferisce un rating ESG, le imprese associate a Legacoop Bologna (sulla base dei dati di un campione altamente rappresentativo) raggiungono una performance sulla sostenibilità economica, sociale e ambientale per un 33% tra l’ottimo e il buono, per un 51% soddisfacente e per un 16% sufficiente. Nessuna si colloca nella fascia bassa. Il raffronto con il data base delle imprese italiane è diametralmente opposto: il 46% raggiunge un rating sufficiente e il 23% basso. Solamente il 9% si colloca tra l’ottimo e il buono e un 22% nella fascia soddisfacente.

La sfera della sostenibilità economica mette in evidenza come la forma di impresa cooperativa tenda a produrre un valore economico che va a qualificare meglio sia il rapporto di lavoro sia la permanenza della ricchezza prodotta nell’azienda, un patrimonio non divisibile da potere utilizzare per lo sviluppo o per superare i momenti di crisi.

L’89% degli oltre 46.000 lavoratori dipendenti di cooperative associate a Legacoop Bologna è assunto con contratti a tempo indeterminato che presentano, nel 90% dei casi, forme di sanità integrativa. Dai dati del campione emerge sia l’importanza della formazione (erogata dal 97% delle cooperative, per un totale di 331.641 ore) sia l’adozione di certificazioni ISO 45001 e OHSAS 18001: il 46% delle aziende che hanno ottenuto queste certificazioni hanno assunto impegni su sicurezza e salute dei lavoratori che vanno oltre quanto previsto dalle normative. Infine, il welfare aziendale e le pratiche di conciliazione vita-lavoro che risultano centrali per il 77% delle imprese, che hanno una presenza femminile del 75% nella forza lavoro e del 36% nei livelli apicali.

Le cooperative associate a Legacoop Bologna sviluppano un valore della produzione di 13,67 miliardi di euro; gli utili messi a riserva indivisibile nel 2022 sono oltre 26,6 milioni euro e 1,25 milioni euro sono stati destinati a Coopfond, strumento solidaristico per sviluppare nuova cooperazione.

Questi dati, letti assieme alla consistenza del patrimonio netto di oltre 3 miliardi e mezzo di euro e ai quasi 557 milioni di capitale sociale, evidenziano come la produzione della ricchezza risponda ad esigenze mutualistiche in un meccanismo di governo basato non sulla remunerazione del capitale nel breve periodo ma di proprietà democratica che ha come fine la risposta collettiva ad un bisogno nel medio lungo periodo.

Per quanto riguarda la sostenibilità sociale, i numeri evidenziano come i bisogni dei cittadini e delle comunità, non il profitto, siano al centro dell’agire cooperativo. La promozione di politiche attive del lavoro ha permesso l’attivazione di percorsi di orientamento, formazione, tirocini e inserimenti lavorativi e workers buy out per 4.149 persone svantaggiate, vulnerabili e disabili. Il sostegno alle fragilità sociali tocca tre ambiti. L’ambito sociosanitario con 22.658 persone con bisogni di assistenza, l’ambito dell’abitare con i 3.513 alloggi a canone calmierato (-60% rispetto ai prezzi di mercato) della cooperazione di abitanti a proprietà indivisa e l’ambito dell’accoglienza per i migranti con 1.287 persone coinvolte. Infine, sono   51.456 i bambini, ragazzi e adolescenti che accedono a servizi dell’infanzia 0-6, servizi integrativi scolasti e percorsi socio-educativi grazie al lavoro di sostegno alla comunità educante che la cooperazione sociale porta avanti.

La salvaguardia dell’ecosistema rappresenta l’impegno delle imprese cooperative nel versante della sostenibilità ambientale. I processi di efficientamento dei consumi energetici e idrici sono in piena realizzazione, con il 60% delle imprese del campione che negli ultimi cinque anni ha realizzato investimenti per migliorare la propria prestazione energetica, per un totale di oltre 13 milioni di euro. Il 67,9% si è dotato di impianti per la produzione di energia rinnovabile, mentre il 66,7% ha attivato processi di efficientamento nell’uso dell’acqua. Allo stesso tempo il 55,3% delle imprese del campione ha attivato percorsi di economia circolare realizzati per la stragrande maggioranza «in filiera», insieme ad altre imprese, con azioni che spaziano dal recupero di sottoprodotti, al riutilizzo, riciclaggio fino al recupero per la produzione di energia.

Nel settore food, le cooperative stanno agendo su più livelli: sia attraverso lo sviluppo di linee di prodotti e produzione biologica, sia con progetti di contrasto allo spreco alimentare. Entrambe le attività sono sviluppate dall’88% delle imprese. La merce recuperata e donata a realtà senza fine di lucro è equivalente a 1.3 milioni di pasti.

Strettamente integrata a tutti i processi di sostenibilità c’è la propensione all’innovazione: il 40% delle cooperative ha centri di ricerca e sviluppo propri, il 33% ha collaborazioni con start up innovative, l’80% ha attivato processi di digitalizzazione, il 70% ha collaborazioni esterne con centri di ricerca e universita`.

Infine, sono stati mappati i percorsi di rigenerazione urbana, che sulla città di Bologna hanno raggiunto 90.000 metri quadri di superficie rigenerata con l’implementazione di orti e giardini urbani, spazi di coworking, luoghi per eventi culturali, artistici musicali e sportivi, ristorazione biologica e hub di innovazione sociale, che nell’insieme hanno prodotto 160 nuovi posti di lavoro, con una frequentazione annuale di 366.000 persone.

“In modo molto trasparente cerchiamo ogni anno di restituire ai nostri stakeholder il contributo che le nostre associate portano al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Onu 2030 – sottolinea Rita Ghedini, Presidente di Legacoop Bologna – Lo facciamo con il supporto metodologico di SCS, qualificato soggetto della consulenza sulla valutazione d’impatto, con importanti competenze e insieme ad un partner internazionale come CRIBIS, attraverso una piattaforma che consente di misurarci con gli standard internazionali.  Un confronto oggettivo, attraverso un soggetto terzo qualificato, per uscire da una logica autoreferenziale, e allo stesso tempo fornire elementi qualitativi e quantitativi che possano trasferire la nostra distintività. I dati ci dicono che se ragioniamo in logica di sostenibilità integrale, performiamo meglio rispetto all’insieme delle imprese di capitale. Qualità del rapporto di lavoro, distribuzione diffusa della ricchezza prodotta, sostegno alle comunità in modo pro-attivo, sono alcune caratteristiche peculiari della cooperazione che riducono le diseguaglianze producendo equità, inclusione e accessibilità per una larga fascia di cittadine e cittadini