Su tutte le piattaforme streaming, il nuovo album di Forse Danzica: il disco si intitola TYMAH, ed è la prima metà di un album in due volumi
É su tutte le piattaforme streaming, il nuovo album di Forse Danzica. Anticipato dai singoli Autocad e Moulin Rouge, oltre che da Padania Paranoica in collaborazione con maggio, il disco si intitola TYMAH, ed è la prima metà di un album in due volumi, la cui pubblicazione continuerà e terminerà nel corso dei primi mesi del 2024.
Si tratta di un disco in cui si assiste al riavvicinamento di Forse Danzica alle sue radici personali che affondano nel post rock e post metal, mai espresse fino a questo progetto, con una ricerca sonora che ha privilegiato arrangiamenti costruiti su intrecci di chitarre acustiche e sintetizzatori. Le batterie sono suonate da Omar Ghezzi, mentre tutti gli altri strumenti sono suonati da Matteo Rizzi (Forse Danzica), autore anche dei testi e delle musiche e da Marco Boffelli (Armo). Il disco è stato prodotto da questi ultimi, ad eccezione di AutoCad in cui i due sono stati affiancati da Daniele Capoferri per quanto riguarda la produzione.
Questo primo volume di TYMAH vuole essere un disco sul deragliamento, sulle rovinose conseguenze della perdita o della totale assenza di binari, ma anche sull’accettazione dello smarrimento. I continui riferimenti alla Transiberiana prendono ispirazione da una vicenda biografica: «Da qualche anno – racconta Matteo (Forse Danzica) – avevo un salvadanaio in cui mettevo da parte dei soldi per quello che credevo sarebbe stato il viaggio della mia vita, ovvero la Transiberiana. Il progetto era quello di concludere gli studi magistrali e premiarmi con quel viaggio. Poi all’inizio del 2022 è cambiato tutto: la fine di un’amore, il panico rispetto a quello che stava succedendo nel mondo, una serie di problematiche irrisolte mi hanno portato ad affrontare la più pesante crisi depressiva e identitaria che penso di aver mai incontrato fino ad ora, in cui non avevo nessun desiderio se non stare nel letto il più tempo possibile. Ho lasciato gli studi e di fatto sospeso la mia vita, passando la maggior parte del tempo, nei mesi successivi, a controllare compulsivamente le notizie che arrivavano dall’Ucraina e rimodellando la mia idea di futuro attorno alla convinzione che non ce ne sarebbe stato uno. D’altro canto la Russia, e di conseguenza la ferrovia Transiberiana, era diventata improvvisamente irraggiungibile. Insomma, quel viaggio ha smesso di essere un progetto realistico, ed è diventato per me un’icona di deragliamento, del rumore che fanno i treni quando si schiantano. Appena ho iniziato a riprendermi ho dedicato tutte le energie che mi restavano dal lavoro e tutte le tregue che il mio cervello mi concedeva per realizzare questo disco insieme ai miei amici più cari».
BIOGRAFIA
Il progetto nasce a Bergamo nel 2020, durante la pandemia. Dopo un anno Matteo si trasferisce a Milano e inizia la sua collaborazione con Studio Cemento e con Believe, che porta alla pubblicazione di Lunaire, primo EP uscito nel maggio del 2022, di matrice indie e cantautorale, con influenze elettroniche. Durante il 2022 avviene la scrittura di Toman, (TYMAH), album di ampio respiro che verrà pubblicato nel corso del 2023, in cui si assisterà a una svolta che recupera le radici post rock e post punk dei musicisti coinvolti nel progetto. Tutti i brani di Forse Danzica sono scritti in collaborazione con Armo (Marco Boffelli): i due, dal vivo, suonano accompagnati da Omar Ghezzi e Francesco Tribbia Azzola.