Anche nel mondo della cardiologia l’intelligenza artificiale è un’alleata di medici e pazienti sul fronte della prevenzione e della diagnosi di infarto
Intelligenza artificiale versus cardiologo in carne e ossa. In questa storica sfida, l’algoritmo è in vantaggio rispetto allo specialista nella diagnosi dell’infarto miocardico STEMI e della sua complessità. Per la prima volta in Italia i cardiologi SIC illustreranno le potenzialità di un modello di intelligenza artificiale, sviluppato dall’Università di Seul, nella diagnosi automatica dell’infarto miocardico a partire da un elettrocardiogramma (ECG) standard. L’algoritmo che gli scienziati stanno testando in più di 100 pazienti, ha dimostrato di avere un’accuratezza del 98,7 nell’individuazione di un infarto miocardico STEMI. Inoltre, l’intelligenza artificiale è stata in grado di smascherare false diagnosi di infarto STEMI e di valutare il ritmo cardiaco e persino la funzione ventricolare sinistra, partendo da un semplice elettrocardiogramma.
Ogni anno circa 120mila italiani hanno un infarto acuto del miocardio e di questi 25mila ne muoiono prima di arrivare in ospedale, mentre poco più di 90mila arrivano in tempo.
“Quando un paziente con dolore toracico attiva il sistema dell’emergenza 118, è di fondamentale importanza effettuare un elettrocardiogramma entro 10 minuti dal primo contatto medico, come consigliato dalle linee guida della Società Europea di Cardiologia, per identificare soprattutto i soggetti con infarto grave, chiamato STEMI, che sono provocati da una occlusione coronarica completa e che, pertanto, beneficiano di un’angioplastica e uno stent urgente – spiega Ciro Indolfi, past-president della Società Italiana di Cardiologia, professore ordinario di cardiologia e leader italiano dello studio sull’intelligenza artificiale nei pazienti con sindromi coronarica acuta – Nei pazienti con infarto miocardico STEMI ogni minuto conta per salvare vite umane e la possibilità di una diagnosi tempestiva consentirà in futuro di ridurre ulteriormente l’impatto delle malattie cardiovascolari prima causa di morte in Italia sia nell’uomo che nella donna”.
L’elettrocardiogramma è la riproduzione grafica dell’attività elettrica del cuore registrata a livello della superficie del corpo. “Tuttavia, con l’elettrocardiogramma non è possibile valutare la contrattilità del ventricolo sinistro, del ventricolo destro o dell’atrio sinistro – sottolinea Indolfi -. Il modello di intelligenza artificiale che stiamo testando, invece, ha la possibilità di avere informazioni aggiuntive non evidenziabili dall’occhio umano, come la funzione del ventricolo sinistro, la potassemia, la criticità del paziente, il ritmo cardiaco o la presenza di un versamento pericardico partendo da un semplice ECG. Tutte queste prospettive aprono nuovi scenari futuri”.
Il tempo risparmiato può fare la differenza anche tra la vita e la morte. “Nei pazienti con infarto miocardico STEMI, il tempo è muscolo: più ne passa e più il danno cardiaco è esteso e irreversibile – afferma Indolfi -. La possibilità di velocizzare l’accesso nel laboratorio di emodinamica, grazie al ricorso all’intelligenza artificiale significherà salvare vite umane e prevenire tutta una serie complicanze come lo scompenso cardiaco e le aritmie gravi. Basterà fotografare con uno smartphone l’elettrocardiogramma di un paziente con dolore toracico per ottenere la diagnosi di infarto e la sua gravità”.
Inoltre, la possibilità di ricorrere al supporto dell’intelligenza artificiale potrà aiutare a guidare le decisioni mediche dei servizi di primo soccorso, guardie mediche, e autoambulanze per avviare determinati trattamenti sul campo o avvisare gli ospedali dell’arrivo di un paziente ad alto rischio. Allo stesso modo potrebbe aiutare a identificare i pazienti a basso rischio che non hanno bisogno di recarsi in ospedale con emodinamica, il che potrebbe migliorare il triage pre-ospedaliero e ridurre i ricoveri inappropriati.
“In futuro saranno disponibili sistemi sempre più sofisticati di intelligenza artificiale che entreranno nel mondo della Cardiologia come alleati di specialisti e pazienti afferma Pasquale Perrone Filardi, presidente SIC e direttore della scuola di specializzazione dell’Università Federico II di Napoli –. L’intelligenza artificiale permetterà di effettuare diagnosi complesse, come quelle di infarto, di stenosi aortica, di cardiomiopatia o di scompenso cardiaco partendo da un semplice elettrocardiogramma. Siamo di fronte a una nuova fase della cardiologia e dobbiamo essere preparati a questi scenari mutati che comprendono importanti criticità come l’accuratezza della diagnosi e le responsabilità medico-legali. L’intelligenza artificiale non sostituirà il medico, ma il cardiologo ‘digitale’ supererà quello che non usa l’intelligenza artificiale che consente diagnosi più precise con un trattamento mirato e più efficace”.