Caso Ilaria Salis, La Russa incontrerà il padre il 2 febbraio: “Questione che riguarda tutti”. Fdi: “Manette anche in Italia, con Di Pietro e Tortora”
Il caso di Ilaria Salis approda in Aula al Senato. Dopo che le opposizioni, a partire dal Pd, chiedono un’informativa urgente del governo e un intervento in prima persona della premier Giorgia Meloni, si apre il dibattito anche perché il 2 febbraio il presidente Ignazio La Russa vedrà a Palazzo Madama il padre dell’insegnante in carcere a Budapest da 11 mesi. “Già da diversi giorni ho preso appuntamento con il padre della ragazza, lo vedrò il 2 febbraio. Non l’ho potuto vedere prima perché partiva per l’Ungheria. E’ una questione che riguarda tutti e che riguarda la dignità dei detenuti, che deve stare a cuore a tutti, in Ungheria e in ogni parte del mondo, compresa anche l’Italia dove ho visto che c’è un sistema non dissimile, non tanto per le donne ma sicuramente per gli uomini. Credo che il problema, oltre che essere incentrato solo su un aspetto internazionale, lo dobbiamo porre anche in Italia. Ora ascolterò il dibattito e sarà mia cura riferire al padre la sintesi dei vostri interventi”, dice il presidente del Senato, Ignazio La Russa.
FDI: “ANCHE IN ITALIA CATENE E MANETTE CON DI PIETRO E TORTORA”
Durante la discussione, per Fratelli d’Italia prende la parola Marco Scurria, segretario della Commissione Politiche Ue in Senato e membro della Delegazione parlamentare italiana presso l’Assemblea del Consiglio d’Europa. Alla luce delle immagini trasmesse durante il processo in cui si vede Ilaria Salis ammanettata polsi e caviglie e tenuta con catene, l’esponente di maggioranza dice: “Fratelli d’Italia si è sempre definita il partito degli italiani e quando c’è un italiano o un’italiana in difficoltà noi non facciamo sconti e non facciamo differenze, anche quando questi italiani e queste italiane magari non la pensano troppo come noi. Però le immagini che ci sono arrivate ieri dall’Ungheria sono immagini che sconvolgono, stupiscono e che non lasciano indifferenti. Ora pero’ dobbiamo solo capire se di questo caso dobbiamo fare un caso vero per arrivare a una soluzione o lo dobbiamo trasformare in una inutile polemica politica che non porterà sicuramente alla risoluzione del caso”. Scurria continua: “Ieri ero nel carcere di Rebibbia per incontrare alcuni detenuti e per conoscere le condizioni dei carcerati in quella prigione italiana. Lo abbiamo visto anche in Italia: persone trascinate con catene e manette dal futuro ministro Di Pietro, quando serviva portare in carcere e in manette quelle persone. Lo abbiamo visto con Enzo Tortora. Lo abbiamo visto ancora oggi con tante persone, ma non solo in Italia, dobbiamo ragionare molto a livello globale su come vengono trattati alcuni detenuti in alcune carceri. Pensiamo agli Stati uniti dove le persone vengono condotte in manette e in tuta per cancellare quasi ogni dignità umana. Allora se questo è, su questo parliamo, perché anche come governo abbiamo dimostrato che quando c’è da riportare qualcuno in Italia, come l’italo-egiziano Zaki, noi lo abbiamo riportato con una lunga trattativa diplomatica quando altri non ci erano riusciti perché magari si sta lì a strapparsi le vesti e fare comunicati stampa ma poco si interviene. Noi invece questo lo facciamo e lo faremo. Il ministro degli Esteri si è adoperato, il ministro della Giustizia sta lavorando sulla materia ma non mettiamo in campo cose che non c’entrano nulla: l’Ungheria- conclude il senatore Fdi- è uno stato dell’Unione europea e per questo è vigilato nel momento delle elezioni nazionali, nel modo di funzionamento del governo dove la giustizia è separata dal premierato e dal potere politico esattamente come l’Italia. L’Italia è uno Stato sovrano indipendente dall’Ungheria. Quindi per favore pensiamo alla situazione di quella ragazza e lasciasmo perdere le polemiche politiche“.