“Ero l’uomo della guerra. La mia vita da fabbricante di armi a sminatore” è il nuovo libro di Vito Alfieri Fontana fuori per Laterza
«Ho progettato, costruito e venduto due milioni e mezzo di mine antiuomo. Ne ho tolte migliaia, per quasi vent’anni, tutte lungo la dorsale minata dei Balcani, dal Kosovo alla Serbia fino alla Bosnia, rimettendo in funzione abitazioni, scuole, fabbriche, terreni agricoli, acquedotti e stazioni ferroviarie. In queste cifre si racchiudono, simbolicamente, le due vite che ho vissuto.
Dal punto di vista numerico, il bilancio è impari. Da quello della mia coscienza pure, perché il male compiuto resta. Per sempre.»
Per la prima volta un ex fabbricante di armi, che nella sua carriera ha progettato e venduto due milioni e mezzo di mine antiuomo, racconta senza reticenze le due vite che ha vissuto: da fabbricante di strumenti bellici a operatore umanitario. È la storia vera di Vito Alfieri Fontana che per oltre vent’anni, alla guida dell’azienda di famiglia, ha progettato e prodotto mine vendendole in diversi Paesi del mondo. Poi, nei primi anni Novanta, il figlio gli chiede: «Ma tu, papà, sei un assassino?», innescando – in parallelo con l’avvio della Campagna internazionale per la messa al bando delle mine antiuomo, guidata in Italia anche da Gino Strada – una lacerante conversione personale che lo porta a cambiare vita. Nel 1993 Fontana decide di chiudere con l’azienda di famiglia; nel 1997 va a Oslo come consulente della Campagna accanto all’attivista statunitense Jody Williams, che per questo impegno riceverà il Nobel per la pace. Due anni dopo comincia la sua seconda vita. Con l’Ong Intersos inizia il suo impegno di sminatore nei Balcani, per permettere alle popolazioni appena uscite dalla guerra un ritorno alla normalità.
Una vicenda drammatica che, a partire dal racconto in prima persona di una vita eccezionale, interroga ciascuno sulle responsabilità dei singoli rispetto ai fatti della Storia.
Vito Alfieri Fontana è ingegnere elettrotecnico e dagli anni Settanta fino al 1993 è stato la mente della Tecnovar Italiana di Bari, specializzata nella produzione di componentistica militare, in particolare mine antiuomo e anticarro. Dopo una lacerante conversione personale, nel 1993 ha deciso di chiudere con l’azienda di famiglia e ha aderito alla Campagna internazionale per la messa al bando delle mine, fino ad andare nei Balcani dove dal 1999 al 2016 è stato capo missione di diversi progetti umanitari di sminamento, prima con l’Ong Intersos e poi con la cooperazione italiana. Per Laterza ha pubblicato Ero l’uomo della guerra. La mia vita da fabbricante di armi a sminatore.