Caso Ilaria Salis: il portavoce di Orban, Zoltan Kovacs, sottolinea di presentare “fatti che vanno conosciuti per saltare a conclusioni premature”
“Un attacco coordinato contro l’Ungheria da parte dei media di sinistra e delle organizzazioni per i diritti umani”: a denunciarlo, rispetto al caso dell’italiana Ilaria Salis e altri due cittadini stranieri, è il portavoce del primo ministro Viktor Orban. La tesi è affidata a un post diffuso attraverso il social network X. Zoltan Kovacs, il portavoce, sottolinea di presentare “fatti che vanno conosciuti per saltare a conclusioni premature”.
La vicenda, premette il responsabile, riguarda i casi di tre persone straniere accusate di “aggressioni premeditate a presunti simpatizzanti di estrema destra” avvenute fra il 9 e l’11 febbraio 2023. In evidenza nel post, la difesa delle ragioni dell’Ungheria e la tesi della conformità del sistema giudiziario e penitenziario di Budapest alle norme europee. “Le condizioni della detenzione della persona imputata sono in linea con gli standard europei, sia in termini di salute che di cure garantite” scrive Kovacs. Che continua, rispetto all’udienza di questa settimana a Budapest. “Ilaria Salis è stata condotta in tribunale bloccata”, riferisce il portavoce.
“A questo punto i media di sinistra e le organizzazioni per i diritti umani non ci hanno visto più: deve essere stata detenuta in ‘condizioni inumane’ che vanno contro i ‘diritti umani’, hanno sentenziato i commentatori di sinistra, buttandosi sulla vicenda”. Kovacs continua: “Certo in tribunale era bloccata e, sì, aveva trascorso 11 mesi in carcere; ma è inumano questo? No davvero”. Il portavoce pone poi una nuova domanda retorica: “Forse la vicenda è solo stata presa sul serio vista la gravità del crimine per il quale è perseguita? È più probabile”.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT).