Il Tigray ha fame ma solo 14 persone su 100 ricevono gli aiuti. Nella regione nord dell’Etiopia 3,2 milioni di persone su 5,5 non hanno accesso al cibo
A gennaio nella regione etiopica del Tigray solo il 14% delle 3,2 milioni di persone che necessitano forniture di cibo urgenti ha ricevuto gli aiuti, pari a poco meno di 450mila persone. A lanciare l’allarme è il Tigray Food Cluster, un gruppo di associazioni umanitarie presieduto dal World Food programme delle Nazioni Unite e da funzionari del governo federale.
Il Tigray ospita 5,5 milioni di persone, e dal novembre 2020 è scivolato nella guerra civile a causa degli scontri tra l’esercito e un gruppo armato locale, a cui si sono aggiunti gli effetti di condizioni naturali avverse, determinando profonda insicurezza alimentare. Lo scorso anno è stato coltivato solo il 49% dei campi, da cui è stato ricavato solo il 37% dei raccolti attesi, a causa principalmente della siccità prolungata. In certe aree la percentuale è addirittura crollata al 2%. Più in generale, 20,1 milioni di persone nel paese soffrono per la scarsità di generi alimentari a causa di conflitti, fenomeni atmosferici avversi e crisi economica.
DOPO I SACCHEGGI, RITARDI E PROBLEMI NELLA DISTRIBUZIONE
Come riferisce Africa news, le agenzie umanitarie fanno però fatica a raggiungere le comunità più esposte al rischio fame, dopo che la scorsa primavera gli Stati Uniti hanno denunciato furti massicci di carichi di grano destinati alla popolazione. Furti e saccheggi, dietro a cui secondo Washington ci sarebbero stati anche funzionari di governo, sarebbero poi andati ad alimentare il mercato nero. Stati Uniti e Nazioni Unite hanno quindi sospeso i programmi, che sono ripresi a dicembre dopo impegni assunti dalle autorità a contrastare il fenomeno. I camion sono stati dotati di sistemi di tracciamento Gps e sono state distribuite “tessere alimentari” alle famiglie con Qr code ma, come hanno denunciato diversi operatori umanitari in condizione di anonimato, il sistema della distribuzione non sta funzionando a causa di diversi problemi tecnici e logistici.
La situazione nella regione settentrionale resta tuttavia allarmante: l’Ethiopia Nutrition Cluster – presieduto dall’Unicef – avverte che nel Tigray il tasso di malnutrizione tra i bambini sfollati è del 26,5%. Nelle regioni di Afar, Amhara e Oromia – a loro volta colpite da crisi – i tassi variano tra il 15,9% e il 47%. L’osservatorio americano Famine Early Warning System Network (Fews Net) stima che livelli di fame critici o peggiori “sono già attesi a gennaio nell’Etiopia settentrionale, meridionale e sud-orientale”.