Voto ai fuori sede: corsa contro il tempo per fare la legge


Legge per il voto ai fuori sede: Piantedosi ha detto che ci sono grossi problemi di carattere tecnico ma si lavora all’approvazione in tempi record

elezioni fuori sede

A proposito della legge per il voto ai fuori sede nelle tornate elettorali “ieri il ministro Piantedosi ha detto che ci sono grossi problemi di carattere tecnico, però questo è un problema che riguarda il Governo nel momento in cui dovrà adottare la normativa tramite decreto legislativo, quindi è un tema che non attiene al lavoro del Parlamento. Noi dobbiamo fare la legge e io ho tutte le intenzioni di fare la legge in tempo utile affinchè in teoria il Governo, se ha gli strumenti possa provvedere“. Lo dice Alberto Balboni (Fdi), presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato, dove è stato fissato il termine (ore 12 di lunedì 12 febbraio) per la presentazione di emendamenti e ordini del giorno al ddl sull’esercizio del diritto di voto in un comune situato in una regione diversa da quella di residenza (in caso di impedimenti per motivi di studio, lavoro, cure mediche o prestazione di assistenza familiare).

Si tratta di una ddl di delega al Governo che ha già avuto il primo via libera dalla Camera nel luglio 2023 e che ha iniziato l’iter a Palazzo Madama due giorni fa. Ieri, durante il question time a Montecitorio, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha detto che ci sono “tempi ristretti per le Europee” tenuto conto che le elezioni si svolgeranno l’8 e 9 giugno e che il 20 aprile è il termine ultimo per l’emanazione del decreto di convocazione dei comizi elettorali, i tempi per l’esercizio della delega legislativa e per i conseguenti adempimenti tecnici.

Balboni commenta: “Non intendo assolutamente che se ci sarà un motivo per non approvarlo sia un motivo di carattere politico. Se poi ci sono degli impedimenti oggettivi di carattere tecnico non è un problema del Parlamento ma del Governo. Io, come presidente della Prima commissione intendo garantire che sia rispettato il termine utile affinché il Governo, se riesce, possa provvedere affinché gli studenti fuori sede votino per le europee l’8 e il 9 di giugno. Se ci saranno degli ostacoli oggettivi di carattere tecnico, a cui ha fatto cenno ieri il ministro, sarà un’altra fase del confronto, ma come scelta politica noi vogliamo arrivare a una votazione e offrire la legge affinché il Governo possa operare”. Balboni conclude: “Se poi ci sono problemi di carattere insormontabile come la segretezza del voto, la privacy o logistici quelle pero’ sono questioni che non riguardano il legislatore ma il potere esecutivo. A ognuno le sue responsabilità“.