Il verde come colore, suggestione, immagine che rimanda allo sfruttamento della natura e al colonialismo nella silloge di Giuseppe Sedia
Silloge composta da poesie scritte nel periodo 2012-2023. Il verde come colore, suggestione, immagine che rimanda allo sfruttamento della natura e al colonialismo. Fauna e flora – esseri umani inclusi – vanno (ri)evocati a colpi di versi, così come il mondo minerale. Un incendio doloso o l’eruzione di un vulcano possono ridurre il verde in grigio in un nonnulla. Sono versi senza rime che elogiano chi è capace di esplorare senza sfruttare la natura e il prossimo. In questo blocco poetico verde-grigio, sono visibili le screziature di una poesia più urbana legata a una quotidianità vissuta nel cuore dell’Europa centrale, lontano da casa e con – sullo sfondo – gli echi non più così lontani della guerra.
Giuseppe Sedia è un giornalista italiano residente a Cracovia. Ha studiato Lingue e letterature straniere presso l’Università di Napoli L'”Orientale”. Da dieci anni scrive di attualità, politica e cultura sulla Polonia per il Manifesto. Nel 2021 ha ottenuto il Premio Adam Mickiewicz per il componimento Planty. È anche membro della FIPRESCI, la Federazione Internazionale dei Critici Cinematografici.