Resta nuda davanti alla Lupa Capitolina: “Basta animali nei circhi”. Protesta delle attiviste di Ribellione Animale ai Musei Capitolini
Questa mattina tre attiviste di Ribellione Animale hanno scelto due statue dei Musei Capitolini come veicoli del loro messaggio tramite un’azione diretta nonviolenta.
Un’attivista si è denudata davanti alla statua della Lupa Capitolina, mentre altre due, dopo aver lanciato sulla statua di Marco Aurelio a cavallo delle ragnatele finte di colore viola, si sono attaccate al pavimento davanti ad essa. Sulle magliette gli slogan: ‘Basta animali nei circhi’ e ‘Ribellione Animale Futuro Vegetale’.
L’azione, fa sapere l’associazione in una nota, si inserisce all’interno della Campagna Kimba, cominciata il 1 febbraio con un’azione di disobbedienza a Piazza del Popolo, nel cuore della capitale. La Campagna di disobbedienza civile nasce e si ispira dalla Ribellione di Kimba, il leone scappato dal circo che lo teneva prigioniero lo scorso 11 novembre a Ladispoli. Costretto a esibirsi quasi ogni giorno per poi tornare in un’angusta gabbia, Kimba sceglie di fuggire dal regime di agonia e sfruttamento a cui è sottoposto. “La fuga di Kimba è quindi un atto di Ribellione, di Resistenza e di autodeterminazione dal quale, come esseri umani, abbiamo tutto da imparare– si legge ancora nella nota degli attivisti- Attraverso le azioni dirette nonviolente della Campagna, il movimento Ribellione Animale vuole ottenere l’abolizione dell’utilizzo degli animali non umani nei circhi e la loro Liberazione”.
Come movimento di Resistenza civile nonviolenta, Ribellione Animale chiede al Governo italiano di porre fine allo sfruttamento degli animali nei circhi su tutto il territorio nazionale, emanando immediatamente un decreto legislativo che attui il comma 1 dell’articolo 2 della legge n.106/2022. “La legge n.106 del 2022 è stata già approvata dal Parlamento ed è quindi in vigore, tuttavia il Governo non la sta rendendo effettiva, ma anzi continua a finanziare questi soprusi– scrivono- Ribellione Animale chiede inoltre che tutti gli animali attualmente costretti ad esibirsi nei circhi italiani vengano liberati e reinseriti nel loro habitat naturale ove possibile, oppure che vengano trasferiti in Santuari per animali esotici, con spazi conformi alla loro etologia ed in grado di provvedere ai loro bisogni. La situazione nei circhi italiani è abominevole, gli animali sono costretti ad assumere comportamenti mai visti in natura, subendo maltrattamenti nocivi al benessere di qualsiasi essere vivente e degradanti per la loro dignità. Lo sfruttamento animale che avviene nei circhi è violento e opprimente. Tali pratiche non hanno alcun valore educativo o culturale, ma seguono solamente la logica specista di dominio e sfruttamento. I circhi italiani ogni anno ricevono pieno sostegno dal ministero della Cultura che finanzia le loro attività attraverso il Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo. Il ministro Gennaro Sangiuliano il 23 maggio 2023 ha staccato un assegno da 8,6 milioni di euro a favore delle attività circensi, incluse quelle che sfruttano animali non umani”.
In Italia attualmente ci sono 54 circhi con animali non umani in tournée, per un totale di 2000 animali esotici coinvolti. Sono invece già più di 50 i paesi nel mondo che hanno vietato l’uso degli animali nei circhi in diverse forme; solo in Europa, lo sfruttamento animale da parte delle strutture circensi è bandito in 17 paesi. Maria Sofia, attivista di Ribellione Animale, dichiara: “Anche queste statue testimoniano lo sfruttamento animale. È assurdo indignarsi perché protestiamo senza rovinarle, ed allo stesso tempo non arrabbiarsi per la crudeltà che sono costretti a subire gli animali non umani nei circhi e negli allevamenti. Ce la prendiamo con dei monumenti non per danneggiarli, ma per mostrare come la celebrazione antropocentrica inscritta in essi è ancora accettata nel presente: ora come un tempo è considerato normale usare gli individui non umani per gli interessi della nostra specie, rendendoli prodotti di intrattenimento ed uccidendoli per un consumo alimentare violento, ingiusto ed insostenibile. La zootecnia è tra le principali responsabili della crisi ecoclimatica; continuando così non avremo neanche un futuro sul nostro pianeta. Chiediamo al governo lo stop ai sussidi pubblici agli allevamenti, e di attuare la legge n.106 del 2022 già esistente che rende illegali i circhi con animali, così da eliminare una violenza che dovrebbe rimanere impolverata e piena di ragnatele nella Storia”.