La concomitanza del dolore cronico con ansia o depressione moltiplica l’impatto sulla vita quotidiana secondo un nuovo studio
Negli Stati uniti quasi 1 adulto su 20, più di 12 milioni di persone, presenta una concomitanza di dolore cronico e ansia o depressione, con conseguenti limitazioni funzionali nelle attività quotidiane, nel lavoro e nelle interazioni sociali. È quanto rilevato da ricerca della University of Arizona Health Sciences pubblicata sulla rivista PAIN.
I sintomi di ansia e/o depressione spesso si verificano contemporaneamente tra le persone che vivono con dolore cronico e, viceversa, il dolore cronico spesso si manifesta tra le persone che soffrono di ansia/depressione. Biologicamente le due condizione sono collegate, infatti alcune regioni cerebrali come la corteccia insulare, la corteccia prefrontale, il cingolato anteriore, il talamo, l’ippocampo e l’amigdala, sono associate sia all’elaborazione e alle modulazioni del dolore che ad ansia e depressione.
Dolore cronico e ansia/depressione sono associati alla neuroinfiammazione, e diversi tipi di dolore hanno dimostrato di aumentare le citochine infiammatorie nel sistema nervoso centrale e nel siero, che sono associati a dolore chirurgico, disturbi del sonno e deterioramento cognitivo.
La concomitanza di dolore cronico e disturbi mentali può creare un effetto cumulativo e di rafforzamento reciproco, ovvero l’ansia/depressione può aumentare la percezione del dolore, rinforzare modelli cognitivi inutili, ridurre l’impegno terapeutico, minare l’autoefficacia e aumentare la probabilità di esiti funzionali avversi, oltre che accrescere le probabilità che il dolore acuto diventi cronico. L’ansia è inoltre associata a peggiori esiti di recupero postoperatorio, inclusi dolore, degenze ospedaliere prolungate, riammissione per complicanze della ferita e rischio di mortalità. La coesistenza dei due disturbi aumenta i rischi derivanti dai farmaci prescritti: ad esempio il controllo del dolore postoperatorio per i pazienti con ansia/depressione può richiedere dosi più elevate di oppioidi, aumentando il rischio di abuso di sostanze o disturbi.
Ricerche precedenti hanno dimostrato che il dolore cronico e i sintomi di ansia o depressione sono biologicamente collegati e questo studio, uno dei pochi ad avere valutato la prevalenza nazionale della concomitanza di questi sintomi, ha messo in luce il fatto che milioni di persone potrebbero manifestare sintomi che possono limitare la loro capacità di lavorare, svolgere le attività quotidiane e socializzare.
«Questi risultati evidenziano una popolazione e un bisogno di assistenza sanitaria sottovalutati, ovvero l’interdipendenza tra salute mentale e dolore cronico» ha affermato l’autrice principale Jennifer De La Rosa, direttrice del Comprehensive Pain and Addiction Center dell’Università dell’Arizona, che ha finanziato lo studio.
Concomitanza di dolore e sintomi mentali in milioni di persone
I ricercatori hanno analizzato i dati di quasi 32mila persone che hanno partecipato alla National Health Interview Survey, identificata come la migliore fonte unica per la sorveglianza del dolore cronico. Gli adulti con dolore cronico avevano circa cinque volte più probabilità di riferire sintomi di ansia o depressione rispetto a quelli senza dolore cronico. Inoltre è emerso, tra tutti gli adulti statunitensi che vivono con ansia o depressione incessanti, la maggioranza (55,6%) sono persone che soffrono anche di dolore cronico.
Gli effetti dei sintomi concomitanti di ansia o depressione in aggiunta al dolore cronico hanno influenzato negativamente le attività quotidiane in misura superiore a ciascuno dei disturbi presi singolarmente. Quasi il 70% delle persone con coesistenza dei sintomi ha riferito limitazioni sul lavoro, più del 55% ha segnalato difficoltà nel prendere parte ad attività sociali e quasi il 44% aveva maggiori probabilità di avere difficoltà a svolgere delle commissioni in autonomia.
«Sono rimasta sorpresa dall’entità dell’effetto di limitazione funzionale» ha osservato De La Rosa che è anche assistant research professor all’UArizona College of Medicine, Tucson’s Department of Family and Community Medicine. «In tutti gli ambiti dell’attività funzionale abbiamo assistito a un enorme differenza nelle persone che convivono con entrambe le condizioni. Si tratta di soggetti con un alto rischio di limitazione funzionale, che disturberà la loro qualità di vita».
Le ricerche future potranno valutare se chi riceve cure per il dolore viene anche trattato per la salute mentale e se queste con terapie i sintomi sono in remissione.
«Quando qualcuno prova sia dolore cronico che sintomi di ansia o depressione, ottenere risultati positivi può diventare più difficile» ha affermato l’autore senior Todd Vanderah, direttore del Comprehensive Pain and Addiction Center, professore e capo del Dipartimento di Farmacologia dell’Università di Washington. «Questo studio ci offre un’altra strada da esplorare nel nostro continuo impegno per trovare nuovi modi per trattare il dolore cronico».
Referenze
De La Rosa JS et al. Co-occurrence of chronic pain and anxiety/depression symptoms in U.S. adults: prevalence, functional impacts, and opportunities. Pain. 2023 Sep 21.