Scoperta possibile relazione tra malattie autoimmuni e obesità


Obesità: uno studio condotto dal Cnr di Napoli mostra come l’eccessivo apporto calorico influenzi l’attività di un’importante popolazione di linfociti che proteggono da malattie

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L’obesità, sin dall’età pediatrica, ha raggiunto dimensioni pandemiche e costituisce un importante fattore di rischio per numerose malattie. Le evidenze più recenti dimostrano che l’obesità, oltre a favorire patologie metaboliche e cardiovascolari, può influenzare negativamente il funzionamento del sistema immunitario.

In Italia:

• il 50% degli italiani è in sovrappeso
• circa il 30% è obeso
• il 15% dei bambini in età scolare è obeso
• il 7% delle italiane ha disturbi del comportamento alimentare

Nei soggetti obesi, il tessuto adiposo disfunzionale è caratterizzato da un’alterata secrezione di adipocitochine, che – influenzando la risposta immunitaria innata e acquisita – promuove uno stato infiammatorio cronico di bassa intensità (chronic low-grade inflammation). Tale infiammazione, a propria volta, predispone la persona obesa a una serie di patologie allergiche e autoimmuni, come l’asma, la rinite allergica, l’artrite reumatoide e la psoriasi. Inoltre, l’obesità correla con una ridotta sorveglianza immunitaria e, di conseguenza, un maggior rischio di tumori. Il pericolo di sviluppare malattie autoimmuni e malattie infiammatorie, accresce con l’aumento delle calorie ingerite quotidianamente.

A sostenerlo è una ricerca del CNR di Napoli che ha riscontrato come le calorie in eccesso portino ad un’alterazione dell’attività dei linfociti, noti per la loro funzione di protezione contro le malattie autoimmuni ed infiammatorie. Soprattutto negli ultimi anni l’incidenza di malattie autoimmuni, come artrite reumatoide, sclerosi multipla e diabete giovanile, è cresciuta in maniera esponenziale in tutta Europa. Ciò ha portato medici e specialisti ad avere una maggiore attenzione nei confronti delle malattie autoimmuni e sulle loro cause scatenanti.

Calorie e malattie autoimmuni nel mirino del CNR
Il rapido e sensibile diffondersi delle malattie autoimmuni è stato spesso attribuito a cause come stress, eccessiva igiene o vaccinazioni frequenti. In realtà ad affiancare queste possibili cause delle malattie autoimmuni, ora si pone un’altra causa, ovvero l’eccesso di calorie. Infatti, l’Istituto di endocrinologia e oncologia sperimentale del Consiglio nazionale delle ricerche (Ieos-Cnr) pone in stretta relazione le malattie autoimmuni e l’eccessivo apporto di calorie nell’alimentazione quotidiana.

Le ricerche del CNR di Napoli, coordinate da Giuseppe Matarese, hanno coinvolto diversi istituti a livello mondiale, scoprendo il ruolo basilare di un enzima, il mammalian target of rapamycin o mTor, nella crescita dei linfociti T regolatori del sistema immunitario. I linfociti T hanno infatti un ruolo importantissimo, ossia, proteggono costantemente dalle malattie autoimmuni. Nello studio, pubblicato sulla rivista Immunity, è stato evidenziato che mTOR controlla in modo rilevante la crescita di tali linfociti protettivi mediante delle oscillazioni, ossia modificando nel tempo la propria attività.

Gli studi sul ruolo delle calorie nella comparsa delle malattie autoimmuni
Lo studio del CNR, che ha visto l’appoggio di diversi istituti a livello mondiale, ha evidenziato come l’enzima mTor determini in modo significativo la crescita dei linfociti T, protettori dalle malattie autoimmuni, mediante delle “oscillazioni temporali”, ovvero, attraverso una modifica nel tempo della propria attività. Le ricerche hanno poi rilevato che un eccessivo apporto di calorie genera un blocco di tali oscillazioni e di conseguenza un cattivo funzionamento dell’enzima mTor. Ovviamente la compromissione di questo enzima non fa altro che ridurre la quantità di linfociti nell’organismo predisponendo all’insorgenza delle malattie autoimmuni.

“L’eccesso calorico e nutrizionale – afferma il ricercatore – può determinare l’attivazione costantemente alta di mTOR opponendosi alle sue oscillazioni, che rappresentano un aspetto importante nella crescita e nell’aumento numerico dei linfociti protettivi. E questo spiegherebbe almeno in parte perché, dove esiste una presenza di sovrappeso e obesità, una cronica stimolazione di mTOR dovuta all’eccesso calorico e nutrizionale porti al malfunzionamento e alla riduzione dei linfociti T regolatori e a una conseguente maggiore predisposizione alle malattie infiammatori croniche e autoimmunitarie”.

La stretta relazione tra calorie ed enzima mTor spiegherebbe dunque il motivo per cui, in presenza di sovrappeso o obesità, vi è quasi sempre la coesistenza di malattie autoimmuni o infiammatorie. Pertanto una riduzione delle calorie potrebbe essere determinante nel limitare il rischio di malattie autoimmuni.

Perdere peso è essenziale per migliorare la qualità della vita e per svariati motivi.

Nessuno diventa obeso perché mangia male in un giorno o un mese, ma solo quando sul mangiar male si struttura il proprio stile di vita. E così pure, nessuno dimagrisce con successo e definitivamente grazie ad uno o più mesi di dieta dimagrante, ma solo quando la quotidianità si struttura in modo indelebile su uno stile di vita sano (fonte: https://www.euroclinix.it).