Negli adulti e degli adolescenti con dermatite atopica da moderata a grave, sono positivi i dati sulla sicurezza a 5 anni della terapia con upadacitinib 15 o 30 mg
Negli adulti e degli adolescenti con dermatite atopica da moderata a grave, i dati sulla sicurezza a 5 anni della terapia con upadacitinib 15 o 30 mg hanno mostrato tassi ridotti e coerenti di eventi avversi emergenti dal trattamento, sottolineando il profilo di sicurezza stabile del farmaco per un periodo prolungato.
Sono alcuni dei risultati chiave di un’analisi integrata dell’uso a lungo termine del JAK inibitore orale upadacitinib presentata al congresso Revolutionizing Atopic Dermatitis (RAD) da Christopher Bunick, professore associato di dermatologia presso l’Università di Yale, New Haven, Connecticut. «Quello che rende speciale questo studio è che questi pazienti sono stati seguiti per 260 settimane (5 anni) per oltre 7.000 anni-paziente di esposizione, il periodo più lungo di osservazione mai pubblicato per un farmaco sistemico per la dermatite atopica».
I ricercatori hanno valutato i dati di sicurezza integrati di tre studi multicentrici globali di fase III in corso, ovvero Measure Up 1, Measure Up 2 e AD Up. I partecipanti sono stati randomizzati in rapporto 1:1:1 a ricevere upadacitinib orale 15 mg, 30 mg o placebo una volta al giorno da solo (Measure Up 1 e 2) o in concomitanza con corticosteroidi topici (AD Up). Alla settimana 16, i pazienti in trattamento attivo durante il periodo in doppio cieco hanno continuato la terapia assegnata nel successivo periodo di estensione in cieco, mentre quelli sottoposti a placebo sono stati nuovamente randomizzati a upadacitinib 15 o 30 mg.
L’analisi integrata ha incluso 2.683 pazienti (529 adolescenti e 2.154 adulti) che hanno ricevuto almeno una dose di upadacitinib (1.337 hanno ricevuto la dose da 15 mg e 1.346 quella da 30 mg). I ricercatori hanno analizzato gli eventi emergenti dal trattamento di particolare interesse in forma di tassi aggiustati per l’esposizione per 100 anni-paziente (PY) per l’intero periodo di trattamento, per adattarsi a durate di follow-up potenzialmente diverse.
Come sottolineato da Bunick, nelle analisi di sicurezza i ricercatori spesso fanno riferimento a “100 anni-paziente” per misurare la frequenza di determinati eventi. «È un modo semplice per trasmettere l’esperienza collettiva dei partecipanti allo studio nel corso del tempo. Ad esempio, se 100 pazienti vengono monitorati per 1 anno, oppure 50 pazienti per 2 anni, entrambi gli scenari ammontano a 100 anni-paziente» ha spiegato. «Questa misura consente ai medici di comprendere la frequenza con cui si verificano determinati eventi avversi in un gruppo eterogeneo di soggetti in uno specifico arco temporale, fornendo un quadro chiaro della sicurezza a lungo termine».
Poche interruzioni a causa di eventi avversi
Il relatore ha inoltre fatto presente che gli studi su upadacitinib nella dermatite atopica hanno coinvolto diversi gruppi di pazienti con differenti fattori di rischio. «Circa il 50% dei soggetti arruolati in questi studi aveva, al basale, almeno un fattore di rischio cardiovascolare, ossia circa il 30% faceva uso di tabacco, il 10% soffriva di ipertensione e il 5% aveva una storia di un evento cardiovascolare» ha detto. «Inoltre, circa il 15% aveva più di 50 anni con un fattore di rischio cardiovascolare e circa il 20% aveva un indice di massa corporea (BMI) superiore a 30 kg/m2. Tra le donne coinvolte nello studio, circa il 20% utilizzava contraccettivi orali, ma nessuna ha sviluppato tromboembolia venosa (TEV).
Nell’analisi integrata, il tasso di eventi avversi emergenti dal trattamento che hanno portato alla sospensione di upadacitinib è stato di circa 4,2 eventi per 100 anni-paziente, «il che significa che il farmaco mostra una durabilità e che poche persone interrompono il trattamento a causa degli eventi avversi».
Le infezioni gravi e opportunistiche variavano da 1,6 a 2,8 eventi per 100 PY, ma erano stabili nel periodo compreso tra 1 e 5 anni. I tassi di tubercolosi attiva erano inferiori a 0,1 per 100 PY, mentre quelli di herpes zoster variavano da 3,5 a 5,5 eventi per 100 PY. «Un dato chiave da tenere presente è che meno del 5% dei partecipanti aveva ricevuto al basale il vaccino contro l’herpes zoster, quindi è molto importante parlare con i pazienti della possibilità di vaccinarsi contro il virus prima di passare a upadacitinib» ha consigliato Bunick, dal momento che potrebbe ridurre sostanzialmente il rischio di contratte l’infezione.
Rischio di incidenza di neoplasie maligne come quello basale dei soggetti con dermatite atopica
I tassi di incidenza del cancro della pelle non melanoma (NMSC) variavano tra 0,3 e 0,4 per 100 PY, mentre il tasso di malignità escludendo gli NMSC variava tra 0,3 e 0,4 per 100 PY. I tassi di perforazioni gastrointestinali e TEV erano pari a 0,1 per 100 PY o meno e quelli di MACE variavano da 0,1 a 0,2 per 100 PY.
Bunick ha confrontato i risultati relativi a neoplasie maligne (esclusi gli NMSC), MACE e TEV con i tassi di real life pubblicati e osservati nelle popolazioni con dermatite atopica da moderata a grave, osservando che, mentre il tasso di malignità nell’attuale studio variava da 0,3 a 0,4 per 100 PY, uno studio osservazionale su oltre 66mila pazienti UK con eczema ha riportato un tasso di incidenza di malignità (esclusi i NMSC) di 0,33 per 100 PY, e i dati SEER (Surveillance, Epidemiology, and End Results) stimano un tasso di incidenza di tumori maligni nella popolazione generale degli Stati Uniti di 0,45 per 100 PY. «Pertanto i pazienti trattati con upadacitinib fino a 5 anni hanno lo stesso rischio che ha al basale la popolazione con dermatite atopica» ha affermato.
Incidenza di MACE e TEV inferiore a quella basale nella dermatite atopica
Inoltre, se il tasso di incidenza dei MACE nell’analisi variava da meno di 0,1 a 0,2 per 100 PY, quello basale dei MACE in uno studio osservazionale danese su oltre 2.500 pazienti con eczema moderato-grave era di 0,63 per 100 PY, suggerendo un possibile effetto antinfiammatorio e persino protettivo cardiovascolare per i pazienti trattati con upadacitinib.
Riguardo al TEV, il tasso di incidenza è risultato di 0,1 per 100 PY, in confronto al tasso basale di 0,31 per 100 PY osservato in una popolazione statunitense con dermatite atopica da moderata a grave. «Ancora una volta questo suggerisce effetti protettivi antinfiammatori e cardiovascolari di upadacitinib nei pazienti dopo 5 anni» ha concluso il relatore. «L’incidenza riportata di MACE, TEV e tumori maligni (esclusi i NMSC) negli studi clinici di fase III con upadacitinib nella dermatite atopica in genere riflette quella osservata al basale nei soggetti affetti da dermatite atopica».