Si moltiplicano le manifestazioni per ricordare Navalny, l’oppositore di Putin deceduto in carcere in Siberia: per Mosca “sindrome da morte improvvisa”
Una manifestazione in ricordo di Aleksei Navalny che ha incassato il benestare di tutti i partiti: l’appuntamento è per domani, alle 18.30, in Piazza del Campidoglio a Roma. A lanciare l’idea, ieri, è stato Carlo Calenda, ricordando che in tanti altri paesi le manifestazioni di piazza erano state spontanee dopo la morte dell’oppositore di Putin. La segretaria del Pd Elly Schlein si è detta subito disponibile ad aderire e dopo, a catena, sono arrivate tutte le adesioni, compresa quella della Lega (nonostante uno scambio al veleno tra Calenda e Salvini nella mattinata di ieri). Si tratterà quindi di una manifestazione di tutti. Stanno arrivando, intanto, adesioni anche da sindacati e altre associazioni.
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“L’adesione di tutti i partiti alla proposta di Carlo Calenda per onorare Navalny è un segnale importante per il nostro Paese. L’Italia unita sceglie di stare dalla parte della libertà e della democrazia. Ci vediamo lunedì alle 18:30, a Roma in Piazza del Campidoglio”, scrive su X la vicecapogruppo di Azione-Per-Renew alla Camera, Elena Bonetti.
In Russia le manifestazioni di protesta (e i conseguenti arresti, che sarebbero stati più di 300) si stanno svolgendo in tutte le città del paese, da San Pietroburgo a Ekaterinburg.
LA MORTE PER SINDROME DA MORTE IMPROVVISA
Intanto continuano dubbi e polemiche sulla versione ufficiale data dal governo russo circa la morte di Alexei Navalny, che dalla fine di dicembre scorso era stato trasferito nel carcere ‘Lupo polare’ in Siberia, una colonia penale tra le più dure nel nord della Russia. Secondo il Cremlino, il dissidente è morto a causa di una “sindrome da morte improvvisa“, che lo avrebbe colpito dopo una passeggiata. Una morte dovuta a ragioni di salute, dunque, ma alla fine dei conti inspiegabile, come spesso rimangono questi casi di morti improvvise che pure si verificano con una certa frequenza in medicina. A volte di tratta di embolie che sfociano in ictus, a volte di infarti. Anche la passeggiata stessa suona un po’ strana, dal momento che nella cittadina di Kharp, dove si trova il carcere, in questi giorni c’è una temperatura di -40 gradi. In ogni caso, alla stranezza che aleggia sulla morte di Navalny, si aggiunge la questione del corpo che al momento non è chiaro dove si trovi.
La madre e l’avvocato, ieri, si erano presentati all’obitorio di Salekhard avendo avuto indicazioni di trovare lì il corpo, ma la struttura era chiusa e sono stati respinti dicendo che Navalny non era lì, come ha denunciato su X la portavoce dell’oppositore, Kira Jarmysh. È stato poi detto agli avvocati del dissidente che il corpo sarebbe stato restituito solo al termine delle indagini. Ci sono poi altri elementi che stanno emergendo, come il fatto che le telecamere di sorveglianza del carcere ‘Lupo polare’ non fossero funzionanti.
GELMINI: “ANCHE LA RAI TRASMETTA DOCUMENTARIO VINCITORE OSCAR 2023”
“Questa notte sul canale Nove è andato in onda il documentario su Alexei Navalny, diretto da Daniel Roher e vincitore dell’Oscar nel 2023. Sarebbe bello se lo trasmettesse anche la Rai. Un omaggio doveroso al coraggioso oppositore russo per portare la sua storia nelle case di milioni di italiani”. Lo scrive su X Mariastella Gelmini, senatrice di Azione e componente della Commissione di Vigilanza Rai.