Alle elementari cambiano ancora le pagelle, si torna ai giudizi. Docenti delusi: “Un fallimento”. Il vecchio sistema di valutazione entrerà in vigore dal prossimo anno
A tre anni dall’introduzione del nuovo sistema di valutazione nella scuola primaria, tornano i giudizi ‘ottimo’, ‘buono’, ‘discreto’, ‘sufficiente’, ‘insufficiente’ e, forse, anche ‘gravemente insufficiente’. “Abbiamo deciso di tornare, dal prossimo anno scolastico, a formule comprensibili al posto di quelle astruse introdotte di recente- aveva dichiarato il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara- Come fa un genitore o un bambino a capire che ‘in via di prima acquisizione’ vuol dire insufficiente? È una questione di chiarezza”.
Il riferimento del ministro è all’attuale sistema di valutazione in vigore nelle scuole elementari, che prevede giudizi descrittivi per ogni disciplina, suddivisa nelle sue diverse competenze, con l’indicazione dei livelli raggiunti (‘avanzato’, ‘intermedio’, ‘base’ e ‘in via di prima acquisizione’). Ma i docenti, dopo anni di formazione sulle nuove valutazioni, si dicono amareggiati per il passo indietro che il ministero dell’Istruzione è intenzionato a fare.
“Come insegnante e formatrice avverto un senso di fallimento– spiega alla Dire Cristina Ansuini, docente all’Istituto comprensivo Dante Alighieri Roma- Il percorso per arrivare a questa nuova valutazione è stato complesso e faticoso. Ma era la strada giusta: l’obiettivo era dare una valenza formativa al percorso, senza focalizzarsi sul voto. Da tempo gli insegnanti lavoravano per cambiare il sistema di valutazione e si era arrivati a questo nuovo approccio, ora tornare al sistema precedente sarebbe un passo indietro”.
La docente spiega anche che scorporare il giudizio di ogni disciplina nei vari obiettivi permetteva all’insegnante di dare un giudizio più completo all’alunno. “Il bambino aveva la possibilità di capire quali competenze aveva maturato in una materia e quali no. Un concetto da subito compreso dai più piccoli, a differenza dei genitori- aggiunge la maestra- Sono i genitori a chiedere i numeri. I bambini sanno bene che noi non puntiamo al numero, che il mondo va avanti anche senza voti. Il nostro lavoro si fonda molto sulla prospettiva futura e lo sviluppo delle loro competenze. Facciamo lavori di gruppo, puntiamo a formare un pensiero critico. C’è un lavoro sulla circolarità delle idee, sulla progettazione. Per questo a volte utilizziamo emoticon o cuori, al posto delle valutazioni. Un timbro impoverisce molto questo tipo di percorso, e i bambini lo sanno. Oggi per loro la pagella ha meno importanza, sanno bene che gli alberi crescono anche senza pagelle. Sono i genitori a dargli importanza, forse perchè riversano sui figli le loro aspettative”.
Per Cristina Ansuini il rischio è “banalizzare il processo di valutazione. Mentre nel giudizio descrittivo attualmente in vigore, il docente deve esprimersi su ogni skills, e tutto ciò è molto più complesso”. La possibile introduzione di un giudizio ‘gravemente insufficiente’, invece, è avvertito dalla maestra come “una voglia di sottolineare la propria autorità, invece di lavorare sull’autorevolezza”. Per Ansuini “non c’è molta differenza tra una insufficienza e un’insufficienza grave: tra 4 e 2 non cambia molto per la valutazione. Cambia invece per la persona che la riceve. Mortificare non aggiunge nulla nè aiuta l’alunno a raggiungere l’obiettivo. Se l’alunno non è riuscito a svolgere una prova sufficiente, noi dobbiamo dargli la possibilità di provargli, e fargli capire che potrebbe fare meglio”. Se a settembre dovesse tornare quindi il sistema precedente “Dovremo anche lavorare con i bambini per fargli capire che il sistema cambierà di nuovo”.