Malattie cardiovascolari: i risultati di uno studio pubblicato su Jama Network Open sul rapporto urinario elevato albumina-creatinina o UACR
I risultati di uno studio pubblicato su Jama Network Open suggeriscono che un rapporto urinario elevato albumina-creatinina (UACR) all’interno del range di normalità si associa ad una mortalità per tutte le cause significativamente maggiore, con l’associazione che risulta più pronunciata negli individui adulti con un cattivo stato di salute cardiovascolare. Tali risultati evidenziano l’importanza della gestione del rischio di disfunzione renale precoce, in particolare tra i soggetti con un cattivo stato di salute CV.
Razionale e disegno dello studio
Per quanto le evidenze cumulative fin qui disponibili suggeriscano che un elevato rapporto urinario albumina-creatinina urinaria (UACR) all’interno del range di normalità (<30 mg/g) possa essere associato ad un innalzamento della mortalità, pochi studi hanno valutato il possibile impatto dello stato di salute CV sugli outcome sfavorevoli derivanti da un UACR elevato all’interno del range di normalità.
Di qui il nuovo studio, che si è proposto di studiare l’associazione esistente tra un UACR elevato all’interno del range di normalità e la mortalità per tutte le cause, tenendo presente lo stato di salute CV.
A tal scopo, i ricercatori hanno attinto ai dati del NHANES National Health and Nutrition Examination Survey) dal 2005 al 2018 e alle informazioni sulla mortalità collegate fino al 2019.
I dati sono stati analizzati dal 1° marzo al 31 ottobre 2023.
Lo studio ha incluso partecipanti adulti di età compresa tra 20-79 anni con un UACR normale (<30 mg/g) basato su Kidney Disease: Improving Global Outcomes.
L’UACR è stata trattata come una variabile continua e classificata in tertili indicati nel modo seguente:
– basso (<4,67mg/g)
– medio (4,67-7,67mg/g)
– alto (da 7,68 a <30mg/g)
Lo stato di salute CV è stato valutato utilizzando i punteggi Life’s Essential 8 e indicato come:
– scarso (0-49 punti)
– moderato (50-79 punti)
– ideale (80-100 punti)
È stata utilizzata la regressione dei rischi proporzionali di Cox multivariabile per stimare gli hazard ratio (HR) e gli intervalli di confidenza al 95% relativi alle associazioni di UACR con la mortalità per tutte le cause sul totale dei partecipanti e previa stratificazione in base allo stato di salute CV.
Risultati principali
Lo studio ha incluso 23 697 partecipanti (età media [SD]: 45,58 [15,44] anni; 11 806 donne [49,7%] e 11 891 uomini [50,3%]). Dopo un follow-up mediano di 7,8 anni (range, 4,5-11,1 anni), sono stati registrati 1403 decessi.
I ricercatori hanno documentato l’esistenza di associazioni quasi lineari per UACR e stati di salute CV continui con la mortalità per tutte le cause.
Rispetto al gruppo con UACR ridotto, quello con un UACR elevato ma compreso nell’intervallo di normalità si è connotato per un incremento della mortalità nei gruppi con stato di salute CV moderato e scarso (CVH [50-79]: HR=1,54 [IC95%: 1,26-1,89]; CVH [0-49]: HR=1,56 [IC95%: 1,10-2,20]).
Riassumendo
I risultati suggeriscono che il mantenimento di un CVH ideale può ridurre la mortalità per tutte le cause associato con valori di UACR elevati all’interno del range di normalità. Questi risultati sottolineano l’importanza di identificare precocemente le popolazioni a rischio elevato con valori normali di UACR attraverso la valutazione dello stato di salute CV, per ottimizzare gli interventi necessari.
Bibliografia
Mahemuti N, et al “Urinary albumin-to-creatinine ratio in normal range, cardiovascular health, and all-cause mortality” JAMA Netw Open 2023; DOI: 10.1001/jamanetworkopen.2023.48333.
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