Il Consiglio di Stato ha bocciato i cartelloni con il prezzo medio dei carburanti che i benzinai sono obbligati ad esporre dall’agosto scorso
Lo stop del Consiglio di Stato al decreto sui cartelli con i prezzi medi dei carburanti non avrà effetti sui consumatori perché la misura, nonostante garantisse maggiore trasparenza ai cittadini, non ha prodotto gli effetti sperati sul fronte del contenimento dei listini alla pompa.
Lo afferma il Codacons, commentando la decisione odierna dei giudici amministrativi.
“Avevamo da subito evidenziato come i cartelli con i prezzi medi della benzina non avrebbero avuto alcuna conseguenza sul fronte della riduzione dei listini alla pompa. Questo ovviamente non significa che il Governo non faccia bene ad intervenire sul fronte dei carburanti, ma deve farlo sia con misure più incisive in grado di difendere i consumatori dalle speculazioni, sia riducendo la tassazione che vige su benzina e gasolio – afferma il presidente Carlo Rienzi –. In particolare l’esecutivo, soprattutto in vista delle festività e degli esodi legati alle vacanze, deve assolutamente studiare un provvedimento che blocchi i rincari speculativi dei carburanti che puntualmente si verificano in occasione delle partenze degli italiani. Serve poi uno strumento davvero efficace per ridurre automaticamente il peso di Iva e accise quando sale il prezzo industriale di benzina e gasolio, per evitare un’altra forma di speculazione, quello dello Stato che aumenta le proprie entrate grazie ai rincari dei carburanti” conclude Rienzi.
IL COMMENTO DELL’UNC
“Nessun danno per i consumatori. L’introduzione del prezzo medio non ha influito in alcun modo sull’andamento dei prezzi, che ha seguito le solite vecchie dinamiche, a cominciare dalla doppia velocità: rialzi immediati non appena si registrano aumenti delle quotazioni internazionali e ribassi a passo di lumaca in caso contrario” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“L’informazione al consumatore è utile quando è perfetta, non quando è distorta e sbagliata, come è quella di accontentarsi di andare a fare il pieno da chiunque ha un prezzo più basso della media regionale invece che da chi fa i prezzi più bassi ed è meno caro di tutti gli altri” prosegue Dona.
“Ci domandiamo, invece, dove sia sparita l’app carburanti prevista dal decreto-legge 14 gennaio 2023, n. 5, che educherebbe gli automobilisti a fare il pieno nel distributore meno caro della zona. Dopo oltre un anno dalla sua previsione è sparita dai radar. Quella si che sarebbe utile” conclude Dona.