È morto Stefano Gheller, malato di distrofia e volto simbolo della battaglia sul fine vita in Veneto. Il presidente Zaia: “Se ne va un’icona”
È morto Stefano Gheller e “se ne va un vero guerriero, che ha lottato fino all’ultimo contro la malattia e la sofferenza”, dice il consigliere regionale della Lega-Liga Veneta Giulio Centenaro esprimendo cordoglio per la morte del vicentino. È stato l’alfiere della battaglia sul fine vita in Veneto: era affetto da una grave forma di distrofia muscolare ereditaria. “Ho avuto modo di conoscerlo personalmente: era davvero una persona con tanta forza morale e idee chiare. Tanto da portare avanti, senza arrendersi, una battaglia per tempi certi sul fine vita”, aggiunge Centenaro.
“Ci addolora profondamente la scomparsa di Stefano Gheller. Un uomo che con coraggio e dignità, in modo davvero esemplare, ha portato avanti una battaglia che è stata di testimonianza e di richiamo sulla necessità che il nostro Paese si doti di una normativa sul fine vita”, afferma a sua volta la capogruppo del Pd in Regione Veneto, Vanessa Camani. Gheller aveva avviato la procedura per chiedere il suicidio medicalmente assistito e la sua richiesta era una di quelle accolte in Veneto, dalla Ulss 7 di Stefano Gheller.
LEGGI ANCHE: Fine vita, Zaia: “Il Veneto non autorizza niente, ma è immorale l’assenza di una legge”
In autunno Elena Ostanel, consigliera regionale de Il Veneto che Vogliamo, gli ha chiesto di parlare in commissione Sanità nel dibattito sul progetto di legge di iniziativa popolare “Liberi subito” sul fine vita. Quando tenne la sua relazione “le sue parole forti e accorate hanno zittito tutti quelli che si sono, finora, nascosti dietro un paravento ideologico nell’affrontare questo delicatissimo tema. Gheller, con frasi poco diplomatiche, dure e commoventi, ha segnato un momento politico importante in questo dibattito. Dopo il suo passaggio nell’aula consiliare, dopo che ci ha guardato negli occhi, nessuno potrà più dire cose becere sul destino di questa legge e delle persone che la aspettano”, raccontò Ostanel dopo l’audizione (era il 16 novembre), dicendo di essersi commossa “perché solo Gheller poteva raccontare la vita reale di persone in condizioni simili, trasmettere le loro sensazioni, far comprendere l’ineluttabilità della richiesta di avere tempi e modi certi per affrontare il fine vita. Durante la lettura del discorso di Gheller in aula c’era un silenzio totale, con parecchi occhi lucidi e la consapevolezza dell’importanza che può avere, per malati con determinate patologie, l’approvazione di questa legge”.
ZAIA: RISPETTATE VOLONTÀ DI GHELLER, SE NE VA UN’ICONA
“Abbiamo sperato fino all’ultimo che Stefano potesse veder migliorare le proprie condizioni fisiche. Ho seguito quotidianamente l’evoluzione della sua malattia, tramite il direttore generale Bramezza e la direzione dell’ospedale di Bassano. La notizia della scomparsa mi ha lasciato sgomento. Sapevo che le condizioni erano critiche, ma l’epilogo è stato davvero repentino”. Lo dice il presidente del Veneto commentando la notizia della scomparsa di Stefano Gheller. “Se ne va un’icona dei diritti civili, e delle battaglie per i diritti civili. Ho conosciuto Stefano dopo la famosa domanda per il suicidio assistito, che volle presentare e che ottenne dopo l’iter amministrativo portato avanti. Ma ricordiamoci che Stefano aveva anche già sottoscritto le sue Dat, le disposizioni anticipate di trattamento, quindi il suo testamento biologico. Una volontà che è stata rispettata in questa fase ultima della sua vita“, sottolinea Zaia.
“Stefano- prosegue Zaia- ci ha lasciati fisicamente, ma non se ne va, non solo come ricordo ma anche per le azioni che ha voluto portare avanti col suo impegno. Debbo dire che è stato sempre un grande sostenitore delle libertà. È stato una persona che ha amato la vita. Ricordo quando nel nostro primo incontro mi ha parlato di investire risorse per creare in Veneto le spiagge per disabili gravi. Ed anche quando gli ho dato una mano per cambiare l’auto con la quale amava muoversi, in una costante ricerca di conoscenza e libertà. Stefano era un ragazzo intelligentissimo, che io non dimenticherò mai. Esprimo a tutti i familiari e amici le più sentite condoglianze, in particolar modo alla sorella Cristina che viveva con lui”.