Diabete di tipo 2: la sola telemedicina non basta come cura


Negli adulti con diabete di tipo 2, l’uso esclusivo della telemedicina per le cure è stato associato a risultati peggiori

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Gli adulti con diabete di tipo 2 sottoposti a cure endocrinologiche che ricorrevano alla sola telemedicina hanno mostrato esiti glicemici inferiori rispetto a quelli che utilizzavano cure di persona o miste, secondo quanto rilevato da uno studio di coorte pubblicato sulla rivista JAMA Network Open. 

L’uso della telemedicina per fornire cure endocrinologiche per il diabete di tipo 2 è aumentato notevolmente nel 2020 ed è probabile che continui come conseguenza della carenza di questi specialisti e della persistenza delle barriere alle visite di persona. Studi clinici randomizzati hanno dimostrato l’efficacia della telemedicina, definita come comunicazione audio o video sincrona tra pazienti e professionisti, nel migliorare i risultati glicemici negli adulti con diabete di tipo 2. Tuttavia mancano dati sui modelli di utilizzo e sui risultati di questo approccio di routine dal 2020, soprattutto in ambito endocrinologico, hanno premesso gli autori.

L’esame dei risultati clinici è fondamentale, dal momento che i pazienti con diabete di tipo 2 possono essere più diversificati, clinicamente complessi e affrontare ulteriori ostacoli all’accesso alle cure rispetto ai partecipanti agli studi clinici. Inoltre gli interventi di telemedicina per il diabete che sono stati testati nei trial spesso includono componenti di terapia intensiva che non sono implementati di routine nell’attuale terapia di telemedicina per il diabete, come il monitoraggio remoto della glicemia, l’assistenza da parte di un team multidisciplinare e il coinvolgimento del paziente tra una visita e l’altra.

È pertanto necessario comprendere quali diabetici hanno continuato a utilizzare la telemedicina e come i loro risultati glicemici variano nei diversi scenari clinici, così da identificare i pazienti che possono gestire con successo la loro malattia con il solo ricorso alla telemedicina e quanti potrebbero invece necessitare di un supporto ulteriore o di cure di persona per raggiungere gli obiettivi del trattamento.

Gli esperti di endocrinologia hanno espresso preoccupazione per il fatto che i pazienti con una maggiore complessità medica potrebbero essere meno assistiti dalle cure di telemedicina che, seppur raccomandate dalle linee guida per aumentare l’accesso alle cure del diabete, necessitano di ulteriori evidenze sui risultati clinici a breve e lungo termine per guidare le migliori pratiche mediche.

Confronto tra telemedicina, cure di persona o approccio misto
«Il nostro obiettivo era colmare questa lacuna di evidenze valutando le caratteristiche degli adulti con diabete di tipo 2 che hanno persistito nell’utilizzare solo la telemedicina rispetto a quelli che sono passati all’assistenza endocrinologica di persona o mista dopo l’uso iniziale della telemedicina durante la pandemia di Covid-19» hanno spiegato i ricercatori. «Abbiamo anche analizzato l’associazione di queste modalità di cura con gli esiti glicemici e il modo in cui i fattori che contribuiscono alla complessità clinica, compreso il regime insulinico e le comorbilità, sono associati agli esiti glicemici attraverso questi diversi approcci assistenziali».

Lo studio di coorte retrospettivo ha incluso 3.778 adulti con diabete di tipo 2 in un grande sistema sanitario integrato degli Stati Uniti che avevano ricevuto cure specialistiche con solo telemedicina, di persona o un mix delle due modalità tra maggio e ottobre 2020. I pazienti sono stati seguiti fino a maggio 2022 e valutati per la variazione stimata dei livelli di emoglobina glicata (HbA1c) dopo 12 mesi all’interno di ciascuna coorte di trattamento, oltre che per i fattori associati a eventuali cambiamenti.

Un totale di 1.182 soggetti ha ricevuto solo la telemedicina, 1.049 le cure di persona e 1.547 le cure miste. L’età media nei gruppi variava da 57 a 63 anni, con una quota di donne compresa tra il 55 e il 63%.

Esiti peggiori con le cure basate solo sulla telemedicina
Durante il periodo di valutazione di 12 mesi, i pazienti che ricevevano cure di sola telemedicina non hanno avuto variazioni o miglioramenti significativi nella HbA1c aggiustata (-0,06, P=0,55), quelli gestiti con cure di persona hanno mostrato un miglioramento dello 0,37% (P<0,001) e quelli con assistenza mista un miglioramento dello 0,22% (P=0,004). I modelli di esito glicemico erano simili tra i pazienti con un valore basale di HbA1c di almeno l’8%.

Tra i soggetti a cui sono state prescritte iniezioni giornaliere multiple di insulina rispetto a nessuna insulina, i cambiamenti stimati nella HbA1c erano più alti dello 0,25% con la telemedicina rispetto all’assistenza di persona (P=0,03). Non sono state rilevate associazioni tra i cambiamenti di emoglobina glicata e comorbilità.

Riguardo alle ragioni delle differenze, secondo gli autori le strategie per supportare il miglioramento glicemico disponibili durante gli appuntamenti di persona non sono state costantemente tradotte in cure di telemedicina. Componenti essenziali di quest’ultima, come il supporto educativo all’autogestione, potrebbero non essere attualmente disponibili di routine durante le visite in questa modalità.

«Nel nostro lavoro precedente in questo contesto sanitario, i professionisti hanno fatto presente come una minore disponibilità di dati sulla glicemia limitasse la loro capacità di intensificare il trattamento attraverso la telemedicina» hanno scritto. «L’implementazione di approcci per superare queste differenze, come l’assistenza virtuale basata su team e strumenti tecnologici per automatizzare la condivisione dei dati sulla glicemia, sono necessari per garantire che tutti i pazienti ricevano cure di alta qualità per il diabete indipendentemente dalla modalità di cura».

Referenze

Zupa MF et al. Patterns of Telemedicine Use and Glycemic Outcomes of Endocrinology Care for Patients With Type 2 Diabetes. JAMA Netw Open. 2023 Dec 1;6(12):e2346305. 

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