Studenti presi a manganellate a Pisa, il ministro Piantedosi risponde a Mattarella: “Valuteremo i fatti. Fondamentale anche la collaborazione dei manifestanti”
Ha parlato con la presidente Meloni? “Lei segue o coordina tutte le questioni e le tematiche rilevanti per la complessiva azione di governo. Ma la responsabilità del mantenimento dell’ordine pubblico e della sicurezza è mia e ne sono responsabile anche nei suoi confronti. Mi ha molto confortato registrare, tra tutti i colleghi di governo che sono intervenuti, espressioni di fiducia verso le forze dell’ordine e convergenza sul fatto che quanto accaduto a Pisa potrà essere compiutamente esaminato con serenità priva di pregiudizi”. Lo dice il ministro dell’interno Matteo Piantedosi intervistato dal Corriere della Sera.
PIANTEDOSI: GOVERNO NON HA CAMBIATO REGOLE ORDINE PUBBLICO
Le regole sulle manifestazioni decise dopo il G8 di Genova, prevedevano un contatto tra manifestanti e forze dell’ordine solo in casi estremi. È cambiato qualcosa? “Il Governo non ha cambiato le regole della gestione dell’ordine pubblico. Dunque non è cambiato nulla di quel principio. Semmai si è ancor più rafforzato. Nelle ultime ore a Milano le forze dell’ordine hanno gestito l’ennesima, impegnativa manifestazione cui hanno preso parte 15mila persone e durante la quale si è assistito purtroppo ancora una volta a comportamenti offensivi e violenti. Eppure nonostante le prescrizioni imposte dalle autorità, molte delle quali disattese, i manifestanti hanno espresso liberamente il loro pensiero senza alcuna criticità”. Non era stato chiesto di evitare nuove prove di forza? “Le forze dell’ordine anche in questa occasione, con equilibrio, hanno saputo far rispettare le disposizioni senza ricorso a strumenti diversi dalla mediazione e dal contenimento. Il governo non ha alcun interesse che si verifichino disordini, al contrario vuole assicurare la massima espressione delle libertà dei cittadini in forma ordinata e pacifica”.
L’opposizione le chiede di riferire in Parlamento. Risponderà al loro appello? “Ho sempre riferito in Parlamento rispetto alle tematiche che mi competono. Non credo che nessuna possa dire che mi sia mai, anche solo minimamente, sottratto in tal senso. Anche questa volta sono doverosamente disponibile a discussioni che auspico serene e costruttive, e non pregiudizialmente orientate a screditare l’azione del governo o delle forze di polizia”.
PIANTEDOSI: NOSTRE FORZE DI POLIZIA TRA LE MIGLIORI AL MONDO
La sensazione è che i reparti in piazza si sentono autorizzati ad agire con la forza. “Le nostre Forze dell’ordine sono tra le migliori al mondo anche proprio dal punto di vista della gestione democratica delle manifestazioni di libero dissenso. Potrei invitarla ad una comparazione con quanto ricorrentemente avviene nel corso di analoghe situazioni in altri Paesi a noi vicini. In questa professionalità rientra anche la capacità di fare autocritica e di trarre insegnamento dagli errori eventualmente commessi, valutazioni alle quali anche questa volta non ci sottrarremo. Ma non può non essere sottolineato che il compito delle Forze di polizia in questi scenari complessi vada anche sostenuto con fiducia e senza pregiudizi: preavvisare le manifestazioni, rispettare le prescrizioni e gli accordi intercorsi con le autorità di pubblica sicurezza e, più in generale, rispettare la legge, sicuramente aiuta tutti a concorrere a quella complessa ricerca del punto di equilibrio tra libera manifestazione del pensiero, diritto alla pacifica riunione ed altrettanto doverosa salvaguardia della sicurezza pubblica”.
PIANTEDOSI: FONDAMENTALE ANCHE COLLABORAZIONE MANIFESTANTI
Ministro Piantedosi, il presidente Sergio Mattarella ha ben spiegato che ‘l’uso dei manganelli’, in particolare con i ragazzi, ‘rappresenta sempre un fallimento’. È un richiamo a lei? “Ho parlato col Presidente. Condivido le sue parole come le condividono tutti i poliziotti. Tutti noi auspicano sempre che le manifestazioni pubbliche si svolgano pacificamente e senza incidenti. Fondamentale in tale senso è anche la collaborazione degli stessi manifestanti”. Ma ormai ogni manifestazione è segnata dalle manganellate. “Io guardo i dati e dico che non è così. Da più di un anno le manifestazioni pubbliche gestite dalle forze dell’ordine sono state oltre 13mila, e di queste solo una minima parte ha fatto registrare incidenti, peraltro con una prevalenza di feriti tra le forze dell’ordine rispetto ai manifestanti. Dal riacutizzarsi del conflitto israeliano-palestinese l’impegno è notevolmente accresciuto. Dal 7 ottobre scorso sono state più di mille le manifestazioni e soltanto nel 3% dei casi si sono registrati incidenti”. Quindi non crede sia necessario intervenire? “Io posso dire che siamo aperti a ogni analisi, anche autocritica, allorquando anche una sola manifestazione tra le migliaia ci ponesse il problema di verificare se tutto è andato per il verso giusto”.
A Pisa e Firenze gli agenti hanno rincorso ragazzini di 15 anni. Non basta? “Vedere quelle immagini ha contrariato e amareggiato anche me. Quando si giunge al contatto fisico con ragazzi minorenni è in ogni caso doveroso svolgere ogni esame obiettivo su come siano andati i fatti. Ho chiesto di avere una dettagliata relazione sullo svolgimento degli eventi e su quale possibile attività di mediazione sia stata sviluppata per prevenire quegli incidenti che non fanno bene né ai manifestanti né agli operatori che erano sul campo. E nemmeno a tutti noi”.
PIANTEDOSI: SU SINGOLI INCIDENTI NO A STRUMENTALIZZAZIONI
La gestione dell’ordine pubblico è uno degli indicatori di democrazia. Siamo un Paese autoritario? “Il riferimento ai numeri che ho dato – riguardo all’impegno che viene messo nella gestione delle manifestazioni di ordine pubblico e al fatto che la quasi totalità si svolga senza incidenti – testimonia quanto le nostre Forze dell’ordine siano attrezzate per svolgere il proprio compito in linea con le nostre caratteristiche di Paese maturo e democratico. È molto importante tenerlo presente ed evitare che singoli incidenti, pur gravi, vengano mai utilizzati da qualcuno per volgari strumentalizzazioni e distorte rappresentazioni della realtà”.