Cosa ci rende umani? Cosa distingue l’homo sapiens sapiens dagli altri primati? Le risposte in “Essere o non essere umani”, il nuovo volume di Björn Larsson
In contrasto con le scienze che vedono la natura umana come un risultato dell’adattamento evoluzionistico, l’autore sostiene che la specificità dell’essere umano dipende in larga parte da quella grande innovazione che è stata la rappresentazione simbolica, dall’idea cioè che tutto – un suono, un gesto, un oggetto – possa essere usato per rappresentare qualunque altra cosa. È proprio da essa che dipendono l’immaginazione, il linguaggio, la coscienza, il dubbio, un certo grado di libertà, il senso del futuro, la comprensione di sé e degli altri, credenze, miti e fedi religiose.
Se insomma la natura dell’uomo non è riducibile deterministicamente alla biologia, alla chimica e alla fisica, come possiamo concepire una scienza nuova, che descriva e spieghi accuratamente cosa vuol dire essere umani? È fattibile? E, se sì, a cosa dovrebbe servire? Potrebbe davvero contribuire a rendere il mondo un posto migliore, più umano, più giusto, più libero per tutti?
L’autore
Björn Larsson, docente di Letteratura francese all’Università di Lund, filologo e traduttore, è un romanziere molto noto in Italia, dopo il successo internazionale di La vera storia del pirata Long John Silver.