Torna l’eclettico progetto dada sutra, per la prima volta in italiano nel il suo mondo «atipico, contorto, stratificato, indefinibile»
Torna l’eclettico progetto dada sutra, per la prima volta in italiano nel il suo mondo «atipico, contorto, stratificato, indefinibile». Si tratta dell’alterego della cantante e musicista Caterina Dolci (attualmente anche nella formazione de Le Bambole Di Pezza) che con un nuovo brano dal titolo “DIVA” ci avvicina alla pubblicazione di un nuovo disco.
“DIVA” (in distribuzione Believe Music Italy) nasce dopo un’esperienza di quasi-morte e si fa complice della produzione di Giacomo Carlone (Egokid, Angelica…) per un perfetto equilibrio di contrasti musicali, tra oscurità e colori al neon.
Ho scritto “DIVA” in un momento febbrile, avevo passato Natale in ospedale ed ero in casa ad aspettare che le ferite di quando mi avevano aperto la pancia si rimarginassero: io, Ableton e una tastierina. Mi sentivo fragile ma anche stranamente esaltata da quest’esperienza di quasi-morte, ed è venuta fuori questa canzone che vive in un mondo distopico dove siamo guidati da macchine che si inceppano, tecnologie in un ciclo continuo di obsolescenza, apparati statali che collassano su sé stessi. Da quando siamo piccoli ci sono trasmessi degli insegnamenti che crediamo immutabili ma che non lo sono, delle certezze che però sono destinate a invecchiare e riciclarsi in qualcos’altro – e credo che in questo ci sia qualcosa di molto ironico.
Per la produzione ho lavorato con Giacomo Carlone, che ha saputo trovare il giusto equilibrio tra il post-punk e l’eclettismo e che mi ha accompagnata anche in tutto il resto dell’album. In questa come in quasi tutte le altre canzoni ho scelto di usare l’italiano, per avere la mia lingua madre come guida in una serie di brani che vogliono essere un viaggio esplorativo più che un’affermazione definitiva.
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