I pazienti affetti da gotta con malattia renale cronica (CKD) di stadio 4-5 possono trarre benefici dall’assunzione di febuxostat a dosaggi inferiori
I pazienti affetti da gotta con malattia renale cronica (CKD) di stadio 4-5 possono iniziare l’assunzione di febuxostat a dosaggi inferiori rispetto a quelli con malattia di stadio 3 e necessitare di dosaggi giornalieri e cumulativi di febuxostat significativamente inferiori per raggiungere il target di uricemia (SU). Lo dimostrano i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista Joint Bone Spine.
Razionale e disegno dello studio
Febuxostat è un farmaco ampiamente utilizzato nella terapia ipouricemizzante. È particolarmente vantaggioso per i pazienti con gotta e nefropatia cronica (CKD), in quanto la sua clearance non è influenzata principalmente dalla funzione renale.
Mentre studi precedenti hanno esplorato i fattori che influenzano il raggiungimento dei livelli target di SU nei pazienti con gotta, concentrandosi in particolare sull’allopurinolo, fino ad ora esistevano solo informazioni limitate sul dosaggio appropriato di febuxostat necessario per raggiungere i livelli target di uricemia.
Di qui il nuovo studio, nel corso del quale i ricercatori hanno cercato di determinare il dosaggio necessario di febuxostat per raggiungere i livelli target di SU in pazienti gottosi con diversi livelli di funzionalità renale.
Lo studio, avente un disegno di coorte retrospettivo e condotto in Corea del sud, ha incluso nell’analisi pazienti adulti con diagnosi di gotta ai quali era stato prescritto febuxostat e che presentavano livelli iniziali di SU pari almeno a 6 mg/dL.
I pazienti sono stati suddivisi in 3 gruppi in base allo stadio di CKD al momento dell’inizio della terapia con febuxostat: normale (velocità di filtrazione glomerulare stimata [eGFR] ≥60 mL/min/1,73 m2), CKD 3 (eGFR <60 e ≥30 mL/min/1,73 m2) e CKD 4-5 (eGFR <30 mL/min/1,73 m2).
L’endpoint primario dello studio era rappresentato dalla percentuale di pazienti che aveva raggiunto un livello target di SU inferiore a 6 mg/dL.
Risultati principali
Sono stati inclusi nell’analisi 778 pazienti trattati con febuxostat con almeno 4 mesi di follow-up. La maggior parte dei pazienti erano di sesso maschile (91,4%), con un’età mediana pari a 52,0 anni. Complessivamente, 427 pazienti (54,9%) presentavano livelli normali di eGFR, 212 (27,2%) erano affetti da CKD allo stadio 3 e 139 (17,9%) erano affetti da CKD di stadio da 4 a 5.
Dopo stratificazione dei pazienti in base ai livelli di eGFR al basale, sono stat osservate differenze significative tra questi gruppi in termini di età, sesso e BMI, con una maggiore prevalenza di comorbilità nel gruppo di pazienti con CKD agli stadi 4-5. Tra le comorbilità osservate vi erano l’ipertensione, il diabete e le malattie cardiovascolari.
I livelli basali di SU erano più elevati nel gruppo di pazienti con CKD agli stadi 4-5 (9,6 mg/dL) rispetto a quelli con gruppi CKD allo stadio 3 (8,7 mg/dL) e con funzione renale nella norma (8,4 mg/dL).
Un dosaggio iniziale di febuxostat pari a 80 mg era meno comune tra i pazienti con CKD allo stadio 3 (37,7%) e 4-5 (18,0%) rispetto ai pazienti con funzione renale nella norma (40,5%); 40 mg, invece, era il dosaggio più comunemente prescritto in tutti i gruppi, con dosaggi inferiori a 40 mg prescritti più frequentemente nel gruppo di pazienti con CKD agli stadi 4-5 (28,1%) rispetto a quelli con CKD allo stadio 3 (8,0%) e con funzione renale nella norma (3,5%).
In totale, l’87,0% dei pazienti ha raggiunto i livelli target di SU dopo il trattamento con febuxostat. Tuttavia, la percentuale di pazienti che ha raggiunto i livelli target di SU è risultata inferiore nel gruppo di pazienti con CKD agli stadi 4-5 (82,0%) rispetto a quelli con funzione renale nella norma (89,2%) e a quelli con CKD allo stadio 3 (85,8%) (P <0,01).
In particolare, il gruppo con CKD agli stadi 4-5 ha necessitato di una dose cumulativa di febuxostat significativamente inferiore (5,9 g) per raggiungere il livello target di SU, rispetto ai gruppi con funzione renale nella norma e con CKD allo stadio 3 (entrambi P <0,01).
Inoltre, la dose di febuxostat al momento del raggiungimento del target di SU era significativamente più bassa nel gruppo di pazienti con CKD agli stadi 4-5 (50,0±16,5 mg) rispetto ai gruppi con funzione renale nella norma (60,0±19,8 mg; P <0,01) e con CKD allo stadio 3 (60,0±19,5 mg; P <0,01).
L’analisi di regressione lineare ha mostrato che l’appartenenza al sesso femminile era inversamente associata alla dose cumulativa di febuxostat (Beta, -2,046; IC95%: da -14,046 a -0,287; P <0,05) e che i livelli basali di SU erano significativamente associati positivamente alla dose cumulativa del farmaco (Beta, 5,584; IC95%: 1,917-3,941; P <0,001).
In particolare, i pazienti con CKD agli stadi 4-5 mostravano un’associazione inversa significativa con la dose cumulativa di febuxostat necessaria per raggiungere i livelli target di SU (Beta, -2,334; IC95%: da -6,672 a -0,574; P <0,05).
Da ultimo, l’analisi multivariabile ha mostrato che i pazienti con CKD agli stadi 4-5 (OR: 0,571; IC95%: 0,332-0,980; P <0,05) e livelli basali di SU superiori a 8 mg/dL (OR: 0,210; IC95%: 0,075-0,583; P <0,01) erano quelli a maggior rischio di non raggiungere livelli target di SU.
Riassumendo
Pur in presenza di alcuni limiti metodologici intrinseci allo studio, quali la ridotta generalizzabilità dei risultati dovuta alla popolazione di pazienti esclusivamente asiatici e il disegno retrospettivo, nel complesso i risultati ottenuti suggeriscono che, nei pazienti con funzionalità renale compromessa, è possibile prendere in considerazione un basso dosaggio di febuxostat per la gestione dell’artrite gottosa.
Bibliografia
Kim YE et al. Febuxostat dose requirement according to renal function in patients who achieve target serum urate levels: a retrospective cohort study. Joint Bone Spine. Published online November 28, 2023. doi:10.1016/j.jbspin.2023.105668
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