Nei pazienti di età compresa tra i 6 e i 21 anni, affetti da fibrosi cistica, cambiare antibiotico non è clinicamente vantaggioso
Nei pazienti di età compresa tra i 6 e i 21 anni, affetti da fibrosi cistica (FC) e sottoposti a trattamento per le esacerbazioni polmonari, cambiare antibiotico non è clinicamente vantaggioso. Questo il messaggio principale proveniente da uno studio recentemente pubblicato su Annals of American Thoracic Society.
Razionale e disegno dello studio
La scelta degli antibiotici per il trattamento ospedaliero delle esacerbazioni polmonari (PEx) nelle persone affette da fibrosi cistica (FC) è tipicamente guidata dai risultati delle precedenti colture respiratorie o da precedenti trattamenti antibiotici per le PEx, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio. In assenza di miglioramenti clinici durante il trattamento delle PEx, gli antibiotici vengono spesso cambiati alla ricerca di un regime che allevi i sintomi e ripristini la funzione polmonare.
La mancanza di una completa caratterizzazione dei benefici clinici derivanti dal cambio di antibiotici durante il trattamento per le PEx, ha portato all’implementazione di questo nuovo studio retrospettivo, nel corso del quale i ricercatori hanno valutato 4.099 pazienti con FC trattati con antibiotici per via endovenosa per le esacerbazioni polmonari, allo scopo di determinare l’impatto della modifica degli antibiotici sugli esiti clinici.
I ricercatori hanno definito come “cambio di antibiotico” l’aggiunta o la sottrazione di un antibiotico per via endovenosa tra il sesto giorno di degenza del paziente e il giorno precedente la dimissione. I dati dei pazienti sono stati ottenuti dal registro dei pazienti della Fondazione Usa per la Fibrosi Cistica (Cystic Fibrosis Foundation Patient Registry Pediatric Health Information System) e in questa analisi i ricercatori hanno tenuto conto della gravità della malattia e delle indicazioni al trattamento.
Risultati principali
Il numero totale di riacutizzazioni polmonari in questa coorte era pari a 18.745. Considerando quei pazienti che aveva sperimentato subito un cambiamento di antibiotici per via endovenosa, i ricercatori hanno riscontrato un totale di 8.169 esacerbazioni polmonari.
Confrontando i tassi di funzionalità polmonare prima e dopo il trattamento, i ricercatori hanno riscontrato una variazione media inferiore nella percentuale predetta di FEV1 tra i pazienti che avevano subito una modifica del regime antibiotico rispetto a quelli che non avevano cambiato l’antibioticoterapia (11,3 vs. 12,2; P = 0,001).
Un cambiamento del regime antibiotico durante il trattamento è stato collegato ad una minore probabilità di tornare ad una percentuale predetta di FEV1 pari o superiore al 90% al basale (OR = 0,89; IC95%: 0,8-0,98).
Quando hanno valutato la probabilità di future esacerbazioni polmonari, i ricercatori hanno trovato ulteriori prove che dimostrano che le modifiche al regime antibiotico non sono correlate al miglioramento clinico, in quanto queste modifiche hanno aumentato i rischi di questo outcome clinico avverso (OR = 1,17; IC95%: 1,12-1,22).
Al contrario, non è stata riscontrata alcuna differenza significativa nella probabilità di tornare ad una percentuale predetta del 100% di FEV1 al basale, quando si sono confrontati i due gruppi di pazienti. In particolare, tutti gli outcome sopra indicati non differivano significativamente tra coloro che avevano cambiato antibiotico e coloro che non lo avevano fatto durante il trattamento in un’analisi che considerava una sola esacerbazione polmonare per persona.
Riassumendo
Nel complesso, i risultati di questo studio depongono a sfavore del cambio di antibiotici a cui pazienti affetti da FC sono frequentemente (e inutilmente, per i risultati ottenuti) sottoposti quando sono ospedalizzati per la gestione delle esacerbazioni polmonari.
Bibliografia
Cogen JD et al. Antibiotic Regimen Changes during Cystic Fibrosis Pediatric Pulmonary Exacerbation Treatment. Ann Am Thorac Soc. 2023;doi:10.1513/AnnalsATS.202301-078OC.
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