Un elevato consumo di cibi sottoposti a importanti lavorazioni industriali è associato a un rischio più alto di tumori a collo, testa o esofago
I risultati di uno studio recente hanno mostrato che mangiare cibi ultra-processati (cioè quelli molto lavorati e già pronti al consumo) è associato a un rischio più elevato di alcuni tipi di cancro del sistema digestivo e respiratorio. Si tratta di “risultati che si aggiungono all’insieme di prove già disponibili in letteratura sul possibile legame tra questo tipo di alimenti e i tumori”, come spiega Helen Croker del World Cancer Research Fund nel presentare i dati.
L’analisi ha riguardato oltre 450.000 partecipanti allo studio EPIC: persone di 10 Paesi europei, Italia inclusa, che sono state seguite per circa 14 anni. Grazie a una serie di questionari, i ricercatori hanno potuto ricostruire almeno in parte il tipo e le quantità delle diverse categorie di alimenti consumati. Tra questi, anche i cibi ultra-processati, e cioè tutti quegli alimenti industriali molto appetibili ed economici che contengono numerosi additivi, tra cui i coloranti, i dolcificanti artificiali e diversi ingredienti, molti dei quali raramente utilizzati nella cucina casalinga, come la maltodestrina. Esempi di questi cibi sono i piatti pronti, ma anche il pane confezionato o i cosiddetti soft drink, inclusi i succhi di frutta.
I ricercatori hanno calcolato che un aumento del consumo di cibi ultra-processati del 10 per cento circa era associato a un rischio maggiore di tumori testa-collo del 23 per cento e di adenocarcinoma esofageo del 24 per cento. Diverse ricerche hanno collegato questi cibi anche a un eccesso di peso, a un maggiore indice di massa corporea, all’accumulo di tessuto grasso (adiposità) e a una maggiore circonferenza della vita. Poiché alcuni di questi effetti di un’alimentazione poco salubre sono già conosciuti per il loro impatto sui tumori analizzati nello studio, i ricercatori volevano capire se fosse proprio l’adiposità a collegare i cibi ultra-processati al rischio più alto di cancro. Tuttavia, la maggiore presenza di grasso corporeo spiegava solo una piccola parte dell’associazione riscontrata.
Ciò significa che l’aumento del rischio di tumori testa-collo e di adenocarcinoma esofageo non è imputabile solo all’aumento di peso. È probabile che siano implicati altri meccanismi, per esempio innescati dalla presenza di particolari sostanze nei prodotti. Scovarli sarà quindi il compito di studi futuri. I ricercatori, infatti, invitano alla cautela e sottolineano la necessità di condurre ulteriori studi, anche coinvolgendo popolazioni diverse, prima di puntare il dito contro specifici ingredienti.
Referenze
- Morales-Berstein F. et al. European Journal of Nutrition 2023. Doi: 1007/s00394-023-03270-1.