Una dose di ceftriaxone ha ridotto il rischio di polmonite associata al ventilatore durante la prima settimana di ventilazione meccanica in pazienti con lesioni cerebrali acute
La somministrazione di una dose di ceftriaxone ha ridotto il rischio di polmonite associata al ventilatore durante la prima settimana di ventilazione meccanica in pazienti con lesioni cerebrali acute. Lo dimostrano i risultati di uno studio pubblicato su The Lancet Respiratory Medicine.
Razionale e disegno dello studio
I pazienti con lesioni cerebrali acute sono ad alto rischio di polmonite associata al ventilatore (VAP), ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio. I benefici della profilassi antibiotica a breve termine rappresentano ancora oggi un argomento molto dibattuto.
L’obiettivo dello studio è stato quello di determinare l’effetto della somministrazione precoce di una singola dose dell’antibiotico ceftriaxone sull’incidenza di VAP precoce in pazienti con gravi lesioni cerebrali che necessitano di ventilazione meccanica.
PROPHY-VAP – questo il nome del trial – è uno studio multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato vs. placebo, che ha preso in considerazione 319 individui adulti (età media 57 anni; 48% donne), ricoverati in terapia intensiva con lesioni cerebrali acute e necessitanti del ricorso a ventilazione meccanica per un minimo di 48 ore, allo scopo di verificare se una dose di ceftriaxone da 2 g per via endovenosa fosse in grado di prevenire lo sviluppo di VAP precoce.
Sul totale dei pazienti reclutati nello studio, 162 erano stati randomizzati a trattamento con una dose di ceftriaxone meno di 12 ore dopo l’intubazione, mentre 157 pazienti erano stati randomizzati a placebo nello stesso periodo di tempo.
Un comitato centrale di valutazione ha esaminato 160 casi di VAP segnalati e ha confermato la VAP in 93 di essi. Molti di questi casi (74 casi, pari all’82% del totale) si sono verificati tra il secondo e il settimo giorno di ventilazione meccanica.
Risultati di efficacia clinica
Prendendo in considerazione i pazienti andati incontro a VAP, è stata calcolata un tempo mediano di 5 giorni tra l’intubazione e l’infezione. Nello specifico, il tempo mediano all’infezione è risultato pari a 5 giorni nel gruppo ceftriaxone, mentre nel gruppo placebo era di 4 giorni.
Si sono verificati meno casi di VAP precoce tra i pazienti randomizzati a ceftriaxone anziché a placebo (n=23; 14% vs. n=51; 32%), a dimostrare che una singola somministrazione dell’antibiotico era in grado di ridurre in modo statisticamente significativo il rischio di VAP precoce (HR = 0,6; IC95%: 0,38-0,95).
Oltre all’incidenza di VAP precoce, i ricercatori hanno esaminato diversi endpoint secondari nei due gruppi in studio. Ad esempio, valutando tutti i tipi di VAP insorti al giorno 28, i ricercatori hanno nuovamente riscontrato un minor numero di casi nel gruppo ceftriaxone rispetto al gruppo placebo (20% vs. 36%), nonché una riduzione del rischio di questo outcome con il ceftriaxone (HR = 0,53; IC95%: 0,31-0,92).
Il numero mediano di giorni liberi da ventilatore è risultato significativamente più elevato tra coloro che erano stati sottoposti a trattamento con ceftriaxone rispetto a trattamento con placebo (9 giorni vs. 5 giorni), così come il numero mediano di giorni liberi da antibiotici (21 giorni vs. 15 giorni).
I ricercatori hanno anche osservato nel gruppo ceftriaxone un numero significativamente maggiore di giorni liberi da terapia intensiva (mediana: 34 giorni vs. 26 giorni; P = 0,0033) e di giorni liberi da degenza ospedaliera (mediana: 23 giorni vs. 8 giorni; P = 0,005) entro il 60° giorno dal trattamento.
Inoltre, la percentuale di pazienti deceduti nel gruppo ceftriaxone al giorno 28 è risultata significativamente inferiore rispetto al gruppo di controllo (15% vs 25%; HR = 0,62; IC95%: 0,39-0,97).
Risultati microbiologici
I ricercatori si sono concentrati sui pazienti con tamponi rettali per valutare i risultati microbiologici e hanno incluso 59 pazienti del gruppo ceftriaxone e 56 pazienti del gruppo placebo. E’ emerso che due pazienti sottoposti a trattamento con ceftriaxone sono diventati resistenti alle Enterobacteriaceae produttrici di ESBL (beta-lattamasi a spettro esteso), mentre questo non è stato riscontrato tra i pazienti trattati con placebo.
Inoltre, è stata documentata un’infezione da Clostridium difficile in due pazienti trattati con placebo e in un paziente trattato con cefriaxone.
Riassumendo
In conclusione, lo studio ha dimostrato che, nei pazienti con lesioni cerebrali acute, una singola dose di ceftriaxone ha ridotto il rischio di VAP precoce.
Sulla base di questi risultati, pertanto, i ricercatori raccomandano di includere una dose singola e precoce di ceftriaxone in tutte le procedure in essere per la prevenzione della VAP nei pazienti con lesioni cerebrali che necessitano di ventilazione meccanica.
Bibliografia
Dahyot-Fizelier C, et al. Ceftriaxone to prevent early ventilator-associated pneumonia in patients with acute brain injury: a multicentre, randomised, double-blind, placebo-controlled, assessor-masked superiority trialLancet Respir Med. 2024;doi:10.1016/S2213-2600(23)00471-X
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