Nei pazienti con gotta, circonferenza di vita elevata e innalzamento dei valori di lipidemia sono indicatori di un peggioramento di malattia
Come cambiano, entro e dopo i 2 anni, le misure antropometriche e i livelli lipidici in pazienti trattati attivamente per la gotta? E, soprattutto: possono essere utilizzati questi parametri per predire l’andamento della malattia?
Questi gli obiettivi dello studio NOR-Gout, pubblicato su RMD Open, dal quale è emerso che le misure antropometriche sono rimaste stabili per un periodo di 2 anni tra i pazienti attivamente trattati per la gotta, mentre i livelli di lipidi sono diminuiti. Dopo 2 anni, però, l’elevata circonferenza vita (WC) e i livelli di lipidi sono risultati associati ad outcome sfavorevoli della gotta (tofi, recidive).
Razionale e disegno dello studio
L’obesità e l’incremento di peso rappresentano dei fattori di rischio di gotta importanti nel sesso maschile, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio. L’indice di massa corporea (BMI) è un fattore di rischio ben descritto di gotta, e anche altre misure antropometriche come la circonferenza vita (WC) e il rapporto vita/altezza (WHR) sono associate alla gotta. Tra le misure antropometriche, è stato osservato che il BMI sembra avere la migliore capacità predittiva del rischio di gotta negli uomini mentre la circonferenza vita nelle donne.
Premesso che il sovrappeso e l’obesità sono frequenti nella gotta, va anche ricordato, però, che l’obesità e l’iperlipidemia fanno parte della sindrome metabolica. Nella popolazione generale, la dieta spiega molto poco della variazione dei livelli di sUA rispetto ai fattori genetici e all’interazione tra geni e dieta. Tuttavia, uno stile di vita caratterizzato dall’impiego di bevande zuccherate può portare ad un aumento di sUA in chi ha un BMI elevato.
Le raccomandazioni per il trattamento della gotta comprendono la terapia non farmacologica e la terapia per la riduzione della sUA e per prevenire le infiammazioni e le altre conseguenze della gotta.
Anche le raccomandazioni sullo stile di vita mirano a ridurre la sUA: è stato osservato, infatti, come un elevato BMI sia associato al mancato raggiungimento dell’obiettivo di trattamento dell’iperuricemia, così come un elevato consumo di alcol, l’iperlipidemia e l’aumento della WC. Inoltre, alcune evidenze suffragano l’adozione di misure volte alla perdita di peso per migliorare i risultati della gotta.
Finora, pochi studi longitudinali avevano verificato se le raccomandazioni sui cambiamenti dello stile di vita e sulla terapia ipouricemizzante portassero ad un miglioramento degli outcome sfavorevoli legati alla gotta, in termindi di assenza di attacchi recidivanti e di raggiungimento del target uricemico.
Di qui il nuovo studio, avente un disegno osservazionale prospettico e condotto in pazienti norvegesi in trattamento attivo per la gotta, che si è proposto di monitorare le trasformazioni delle misure antropometriche e dei livelli lipidici nell’arco di 2 anni, nonchè il valore predittivo di questi parametri nel predire gli outcome legati alla gotta.
Durante il primo anno di osservazione dello studio, i pazienti reclutati erano stati sottoposti ad una terapia ipouricemizzante con allopurinolo o febuxostat. Al contempo, era richiesto a questi pazienti di riportare in un diario anamnestico informazioni relative a fattori specifici legati allo stile di vita, quali il fumo, il consumo di alcol e di bevande zuccherate e l’attività fisica al tempo del reclutamento.
I ricercatori hanno misurato al basale, nonché al primo e al secondo anno di osservazione, alcuni fattori antropometrici, tra cui l’indice di massa corporea (BMI), la statura e il rapporto vita-fianchi (WHR).
Gli outcome della gotta valutati includevano la malattia tofacea al basale, il raggiungimento dei livelli target di uricemia (sUA) (<360 μmol/L) al secondo anno e la comparsa di recidive di gotta durante il secondo anno.
Risultati principali
Lo studio è stato condotto su 211 pazienti la maggior parte dei quali (95%) erano di sesso maschile e con un’età media pari a 56 anni (SD: 13,7).
Dopo il periodo di trattamento a target nell’anno 1, una percentuale significativa di pazienti (85,5%) ha raggiunto con successo i livelli target di sUA. Tuttavia, questa percentuale è leggermente diminuita al 78,6% entro il secondo anno.
Nel corso dei 2 anni di osservazione, sono stati osservati cambiamenti minimi nelle misure antropometriche. Sebbene il BMI medio sia aumentato in modo statisticamente significativo da 28,78 a 29,16 kg/m2 (P=0,018), questa tendenza non è stata osservata per WC e WHR.
Al basale, i pazienti con tofi erano generalmente più anziani, si connotavano per una maggiore durata della malattia, un aumento della creatinina e una minore velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR). Inoltre, i tofi erano collegati ad una maggiore altezza media, ad una maggiore circonferenza vita e ad un rapporto maggiore vita/fianchi.
Il raggiungimento dei livelli target di sUA al secondo anno è risultato meno probabile tra i pazienti con una maggiore WC al basale (odds ratio [OR]: 0,96 per cm; 95% CI, 0,93-0,99), mentre è risultato più probabile tra quelli con livelli maggiori di colesterolo HDL (OR: 5,1 per mmol/L; IC95%: 1,2-22,1).
Inoltre, l’insorgenza della gotta durante il secondo anno è stata predetta da livelli elevati di colesterolo LDL (OR: 1,8 per mmol/L; IC95%: 1,2-2,6).
Riassumendo
In conclusione, sia il BMI che le altre misure antropometriche non sono migliorate a 2 anni dopo una terapia ipouricemizzante aggressiva e un programma di adozione di un più corretto stile di vita. Al contempo, lo studio ha mostrato che alcuni fattori modificabili – cioè le variabili antropomorfiche e lipidiche – sono in grado di predire gli outcome della gotta con il raggiungimento sia del target di uricemia che dell’obiettivo di riduzione delle infiammazioni.
Tali risultati, nel complesso, suffragano l’adozione di quelle modifiche dello stile di vita raccomandate nei pazienti con gotta.
Sono necessari, però, studi ulteriori che approfondiscano il ruolo dei lipidi nella gotta e l’adozione di programmi di educazione sanitaria ad hoc per questi pazienti.
Bibliografia
Uhlig T et al. Lifestyle factors predict gout outcomes: results from the NOR-Gout longitudinal 2-year treat-to-target study. RMD Open. Published online December 1, 2023. doi:10.1136/rmdopen-2023-003600
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