Una riduzione predominante del valore di FEV1 è fortemente associata alla mortalità respiratoria, in particolare a quella non correlata al cancro
Una riduzione predominante del valore di FEV1 è fortemente associata alla mortalità respiratoria, in particolare a quella non correlata al cancro. Il riscontro di un pattern spirometrico restrittivo, invece, è principalmente correlato al diabete e alle malattie cerebrovascolari. Queste le conclusioni di uno studio condotto su una coorte di uomini norvegesi, pubblicato su Respiratory Medicine.
Razionale e obiettivi dello studio
È ampiamente dimostrato che una ridotta funzionalità polmonare è associata alla mortalità, ma solo pochi studi hanno indagato la relazione tra il volume espiratorio forzato in 1 secondo (FEV1) e la capacità vitale forzata (FVC) con la mortalità per tutte le cause e per cause specifiche, con risultati contrastanti.
Alcuni autori hanno individuato nei valori di FEV1 un predittore più forte di mortalità per tutte le cause; altri hanno un potere predittivo simile sia nei valori di FEV1 che in quelli di FVC mentre altri ancora hanno individuato nella FVC un predittore di mortalità per tutte le cause più importante nei soggetti asintomatici e nei fumatori di mezza età.
Per quanto riguarda la mortalità per cause specifiche, gli studi attualmente disponibili in letteratura hanno riportato risultati contrastanti riguardo all’associazione di FEV1 e FVC con la mortalità respiratoria, cardiovascolare e a quella oncologica, probabilmente a causa di differenze nelle caratteristiche delle popolazioni o nelle definizioni di mortalità causa-specifica. Inoltre, questi studi non hanno esplorato sottogruppi specifici di pazienti deceduti per cause specifiche.
Il nuovo studio pubblicato ha avuto come obiettivo principale quello di approfondire la relazione esistente tra FEV1, FVC, pattern spirometrico ostruttivo (OSP) e pattern spirometrico restrittivo (RSP) con la mortalità per tutte le cause e con quella per cause specifiche in una coorte di popolazione generale di oltre 25.000 uomini seguita per 26 anni.
L’ipotesi che hanno voluto verificare i ricercatori è che FEV1 e FVC siano correlati in modo diverso a specifici tipi di mortalità e che l’associazione possa riflettere diversi meccanismi fisiopatologici relativi alla compromissione della funzione polmonare e alla morte, come l’ostruzione al flusso aereo predominante o la restrizione predominante.
Disegno dello studio e risultati principali
I ricercatori hanno valutato la relazione tra FEV1, FVC, OSP e RSP con la mortalità per tutte le cause e per cause specifiche utilizzando i dati provenienti da una survey sulla pneumoconiosi della Norvegia occidentale.
La survey è stata condotta in Norvegia dall’ottobre 1988 al settembre 1990 tra gli uomini nati tra il 1944 e il 1958 (di età compresa tra 30 e 46 anni, n=45.380) che vivevano nell’area di studio il 1° gennaio 1988. Un’unità mobile ha eseguito radiografie del torace e spirometrie sui partecipanti allo studio.
I dati sulla mortalità e sull’emigrazione da questa area sono stati ottenuti fino al 31 dicembre 2016. Sono stati utilizzati modelli di rischio proporzionale di Cox per stimare l’associazione degli z-scores di FEV1 e FVC con la mortalità per tutte le cause e per cause specifiche.
L’analisi ha incluso 26.118 individui con 3 registrazioni complete di FEV1 e FVC. L’età media era di 38,2 anni (range: 30-46 anni) e il follow-up medio era di 26,3 anni (685.163 anni-persona).
Passando ai risultati dell’analisi, i ricercatori hanno documentato il decesso di 2.462 persone (9%) e l’emigrazione di 262 individui (1%). Tra i decessi, 786 (32%) erano correlati al cancro, 609 (25%) erano dovuti a cause cardiovascolari, 350 (14%) erano dovuti a cause respiratorie, 283 (11%) a cause non naturali mentre i restanti 434 non erano classificabili (18%).
Sono state osservate associazioni significative per FEV1 e FVC con la mortalità per tutte le cause, per cancro, per cause cardiovascolari, respiratorie e per altre cause dopo aggiustamento dei dati per età, BMI, status di fumatore e livello di istruzione.
Nelle analisi di sottogruppo per la mortalità respiratoria, sono state riscontrate associazioni più forti tra FEV1 e FVC con i decessi per cause respiratorie non tumorali ( hazard ratio [HR]: 2,29 e 1,78 per diminuzione di 1 unità di z-score) rispetto ai decessi per cancro ai polmoni (HR: 1,27 e 1,14. rispettivamente).
Sono state documentate associazioni significative per quanto riguarda FEV1 e FVC con i decessi per cause cardiovascolari e diabete, con l’associazione più forte per i parametri di funzionalità polmonare che si è verificata per la mortalità da diabete (HRs: 2,21 e 2,41, per diminuzione di 1 unità z-score), seguita da malattie cerebrovascolari (HRs: 1,52 e 1,54), insufficienza cardiaca (HR: 1,39 e 1,44) e cardiopatia ischemica (HRs: 1,22 e 1,21).
Inoltre, è stata osservata un’associazione significativa per FEV1 e FVC con i decessi per suicidio (HR: 1,37 e 1,29, per diminuzione di 1 unità di z-score). Sono state osservate forti associazioni per FEV1 e FVC con la mortalità per malattie del sistema nervoso (HR: 1,56 e 1,61), ma non per la mortalità legata all’abuso di alcol.
Passando ai pattern spirometrici, la RSP è risultata fortemente associata (aumento da 1,5 a 2 volte dell’HR rispetto all’assenza di RSP) a tutti i tipi di mortalità, tranne che per cause non naturali, mentre l’OSP presentava associazioni più deboli, tranne che per la mortalità respiratoria (HR: 2,77 rispetto all’assenza di OSP).
L’OSP era principalmente associato alla mortalità per cause respiratorie non tumorali (HR: 6,20) e per cancro ai polmoni (HR: 1,95), mentre l’RSP era principalmente correlato al diabete (HR: 5,62) e alle malattie cerebrovascolari (HR: 4,16).
Riassumendo
Nel commentare i risultati dello studio, i ricercatori hanno ammesso alcuni limiti metodologici del lavoro: tra le varia limitazioni, non si può escludere un’errata classificazione delle cause di morte e una sottodiagnosi di Bpco. Inoltre, sono stati utilizzati solo dati spirometrici, non erano disponibili informazioni sulla malattia incidente e lo studio era limitato ad individui di sesso maschile.
Ciò detto “lo studio ha documentato l’esistenza di molte associazioni significative tra FEV1 e FVC e la mortalità per cause specifiche in una popolazione generale di uomini di età compresa tra i 30 e i 46 anni seguiti per 26 anni – hanno scritto i ricercatori -. In particolare, FEV1 era fortemente associato alla mortalità respiratoria, soprattutto non legata al cancro. Sia il FEV1 che il FVC, inoltre, sono risultati associati alla mortalità per diabete, cardiovascolare, neurologica, per suicidio e per cancro ematologico”.
Bibliografia
Cestelli L et al. Reduced lung function and cause-specific mortality: a population-based study of Norwegian men followed for 26 years. Respir Med. Published online September 28, 2023. doi:10.1016/j.rmed.2023.107421
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