In Veneto non si vede più la Rai: “Colpa delle montagne”. Interviene anche il governatore Zaia: “Guardare la Rai è un diritto”
Passa il tempo, ma in alcune zone del Veneto i canali Rai continuano a non vedersi. E ieri l’azienda di viale Mazzini ha ribadito che si lavora per rimediare. Perché è vero che “alcune problematiche tecniche impediscono la corretta ricezione dei segnali Rai”, ma è anche vero che il problema è “di non facile soluzione” ed “è dovuto effettivamente alla particolare orografia del territorio che, soprattutto in alcune condizioni metereologiche, favorisce l’insorgere di fenomeni di anomala propagazione del segnale digitale”. La questione è riemersa ieri in commissione di vigilanza Rai per un’interrogazione dei leghisti Giorgio Maria Bergesio e Mara Bizzotto. Perché, hanno rimarcato i due, “da molti mesi ormai perdurano i gravi disservizi legati alla mancanza di ricezione del segnale Rai in molti Comuni dell’area Bassanese in provincia di Vicenza” (Bassano del Grappa, Romano d’Ezzelino, Tezze sul Brenta, Cassola, Rosà, Cartigliano, Pove, Mussolente, Valbrenta) e in altre zone del Veneto, come la fascia pedemontana della provincia di Treviso e la zona costiera in provincia di Venezia. Non si vede niente nonostante i cittadini abbiano “dispositivi e attrezzature di ultima generazione” sia per la tv che per l’antenna. Ebbene, ha detto la Lega, “a prescindere dalla causa, la Rai ha il dovere di rimuovere il problema e garantire la ricezione del segnale a tutti“. Ma il problema è più che complesso: “Il recente passaggio del principale Multiplex Rai (denominato MUXMR che diffonde Rai1HD, Rai2HD, Rai3 nazionale-regionale e RaiNews24) sui canali in banda UHF in modalità SFN (Single Frequency Network), unito alla mancata adozione del nuovo standard di diffusione di seconda generazione (DVB-T2), ha accentuato i problemi legati ad auto-interferenze, con segnali provenienti dall’Emilia-Romagna ed in alcuni casi anche da territori al di fuori dei confini nazionali”.
In attesa del passaggio al DVB-T2, “al fine di mitigare le problematiche nel minor tempo possibile, è stato dato mandato” a Rai Way, che gestisce per conto della Rai gli impianti di diffusione, “di mettere in atto un insieme di interventi mirati sul territorio nazionale con particolare attenzione alla regione Veneto“, specifica la Rai nella risposta fornita in commissione di vigilanza e visionata dalla ‘Dire’. Gli interventi, che consisteranno in delocalizzazioni e potenziamenti di alcuni impianti di diffusione, interesseranno principalmente l’aera del bassanese e le località di Jesolo, Caorle, Eraclea, Cavallino e San Donà di Piave. “La massima efficacia di queste misure si otterrà solo in abbinamento, ove necessario, all’adeguamento degli impianti di ricezione domestica”, specifica la Rai assicurando che la situazione !sarà costantemente monitorata al fine di rendere fruibili tutti i servizi Rai al più alto numero possibile di utenti, che possono comunque accedere al servizio anche via satellite (tramite la piattaforma Tivùsat) e via IP”. I leghisti avevano anche evidenziato che “gli utenti che stanno subendo disagi per il malfunzionamento, hanno tentato di rivolgersi direttamente a Rai Way per segnalare il difetto di ricezione del segnale e sensibilizzare la società che si occupa della trasmissione del segnale, ma non sono riusciti ad avere alcuna risposta seguendo le procedure indicate sul sito, né utilizzando il numero telefonico indicato, né scrivendo nell’apposita chat bot”.
Sul tema interviene anche il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che invita a una soluzione definitiva della frequente mancanza del segnale Rai in tutte le zone del Veneto, confermando, per quanto è di sua competenza, la più ampia disponibilità a collaborare da parte della Regione. “L’accesso alla programmazione televisiva della Rai è un diritto di tutti i cittadini, nessuno escluso. Ci sono ancora molte famiglie che in Veneto hanno difficoltà nella ricezione del segnale; nelle ultime settimane la situazione è parzialmente migliorata ma restano nel nostro territorio molte le esclusioni dall’accesso all’informazione, alle trasmissioni di divulgazione scientifica e culturale o di intrattenimento. Una problematica che ricade sui cittadini, che pagano il canone, e svilisce anche il lavoro dei professionisti della Rai impegnati per realizzare i notiziari ed i programmi. Sono certo che le strutture tecniche dell’azienda, il ministero e le autorità di riferimento completeranno il lavoro iniziato fino a raggiungere una soluzione totale del problema”.
“Soprattutto il valore dell’informazione e con esso quello della libertà di informarsi non possono essere messi in discussione da problemi o difficoltà tecniche– aggiunge Zaia- l’accesso dei cittadini all’informazione è un caposaldo della democrazia e il segnale Rai è un caposaldo dell’informazione. L’assenza di segnale lede questo diritto di tutti come quello di godere degli altri contenuti. È necessario proseguire fino alla soluzione definitiva perché non solo il lavoro dei giornalisti e dei professionisti della tv di Stato è in parte vanificato da questa limitazione ma anche perché ci sono cittadini che non sono messi in condizione di sfruttare un servizio per cui pagano. Soprattutto in questi tempi in cui molti tirano la cinghia non possiamo permetterlo”.