Dossieraggio, il Procuratore di Perugia Cantone in Commissione Antimafia: “Numeri mostruosi, scoperchiato un verminaio. Scaricati 33.528 file. Che fine hanno fatto?”
“I numeri di questa vicenda lasciano pensare che ci sia altro, i numeri sono molto più preoccupanti di quelli ad oggi e emersi, sono numeri che inquietano perchè sono mostruosi“. E’ la sintesi in commissione Antimafia di Raffaele Cantone, Procuratore della Repubblica al Tribunale di Perugia, sul caso degli accessi illeciti alla banca dati della direzione nazionale antimafia per ottenere informazioni riservate su centinaia di persone, soprattutto politici e vip. Cantone parla di “verminaio”.
“Striano ha effettuato un download di 33.528 file dalla banca dati della direzione nazionale antimafia – dice Cantone – Questo numero enorme di informazioni che fine ha fatto? E quanti di questi dati possono essere utili anche a soggetti che non operano nel nostro territorio nazionale. Tra questi ci sono anche atti coperti da segreto. Striano interrogava il sistema spesso perfino se stesso, la moglie, probabilmente per vedere se c’erano delle sos che lo riguardavano. Quella che è stata effettuata da Striano è stata una ricerca spasmodica di informazioni. Se questo è dossieraggio o meno non spetta a me dirlo. In questi mesi abbiamo sentito per due volte il ministro della Difesa e credo vada ringraziato per la sua scelta di rivolgersi all’autorità giudiziaria per aver fatto uscire questo verminaio”.
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“DIFENDIAMO LA PROCURA ANTIMAFIA DI FALCONE”
“Qualcuno ha detto che stiamo attaccando la libertà di stampa – continua Cantone – ma invece credo che svolga nella democrazia un ruolo determinante. Nel processo sul saccheggio della nostra banca dati erano emersi numerosi giornalisti beneficiati dal sistema, ma riguardavano atti pubblici. Quindi quelle posizioni sono state giustamente archiviate. Non immaginavo ci fossero tanti accessi di polizia giudiziaria abusivi, non immaginavo ce ne fossero così tanti, c’è chi lo fa per controllare l’assicurazione della fidanzata…”.
“La proposta di commissariare la procura Antimafia e una boutade. Si tratta di un organo giudiziario e n quanto tale non può essere commissariato. Le ragioni che ci hanno portato a chiedere questa audizione, sono varie, tra queste l’esigenza di ripristinare la verità sui fatti, riportati in modo generico, ma soprattutto intervenire a tutela di un’istituzione che per me è sacra, la Procura nazionale Antimafia, tra i lasciti più importanti di Giovanni Falcone. Ogni magistrato ha il dovere di difendere questa istituzione”.
FONTE: Agenzia di stampa Dire (www.dire.it).