I suoni di Partenope, dal Vesuvio ai Campi Flegrei, al centro della puntata de “Il Provinciale – il racconto dei racconti” stasera su Rai 3
Il viaggio de “Il Provinciale – il racconto dei racconti”, condotto da Federico Quaranta, con la partecipazione di Angela Rafanelli, sabato 9 marzo alle 21.45 su Rai 3, parte dal cratere del Vesuvio, attraversa Ercolano e Oplonti, per poi raggiungere Napoli navigando tra le acque del suo golfo; fino a spingersi nella pancia anche notturna della città.
Il cammino prosegue verso i Campi Flegrei e si conclude sott’acqua, tra i misteri della città sommersa di Baia. Come si fa a vivere sopra ad uno dei vulcani più pericolosi al mondo? Quali sono gli effetti di questo magma che ribolle, sul carattere, le abitudini, i sentimenti e le paure?
Sarà proprio questa la domanda ricorrente che accompagnerà il cammino della quarta puntata. Saranno le note dei musicisti, i racconti degli attori, le parole degli scrittori e di numerosi giovani artisti a spiegare al pubblico quanto, la dimensione vulcanica, abbia inciso sulla creatività partenopea. Ognuno con la sua storia, proverà a raccontare l’energia di un luogo misterioso e passionale, che riesce a conservare la sua vena ironica anche di fronte ai miracoli o alla terra che trema.
Tra i protagonisti: gli attori Lina Sastri e Nando Paone, i musicisti Raiz, James Senese, Mauro Di Domenico, Gnut e Dadà, la giornalista e scrittrice Valeria Saggese, lo scrittore e umorista Amedeo Colella, lo street artist Jorit e lo scultore Jago.Federico Quaranta, navigando il golfo a bordo di un barchino da pescatore, andrà a raccogliere tutta una serie di testimonianze; dai personaggi iconici della cultura napoletana, fino ai protagonisti della scena contemporanea.
Ad Angela Rafanelli è affidato il compito di scovare la vox populi; quella scaramantica e fatalista, piena di sfumature e colori; tra vicoli, mercati e rioni che sembrano una scenografia di Eduardo De Filippo.La cornice artistica e paesaggistica è un’ode alla bellezza, quella che scioglie le contraddizioni, cura le ferite e avvicina tutti ad una dimensione divina.
Nel golfo di Partenope ogni scorcio, ogni nota, ogni parola sembra un invito a vivere l’istante come fosse l’ultimo, senza guardarsi indietro e senza proiettarsi verso un futuro insondabile. Come se quest’energia vulcanica, attraverso la musica e l’ironia, insegnasse a tutti a vivere qui e ora, senza nessuna paura.