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Il digiuno prima dell’intervento di angioplastica non è necessario

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Lasciare ai pazienti la possibilità di mangiare fino al momento dell’intervento di angioplastica non sembra aumentare il rischio di eventi avversi rispetto al digiuno

Lasciare ai pazienti la possibilità di mangiare fino al momento dell’intervento di angioplastica non sembra aumentare il rischio di eventi avversi rispetto alla pratica standard del digiuno dopo la mezzanotte, prima del giorno dell’intervento. Queste le conclusioni di uno studio pubblicato su American Journal of Critical Care che mostra anche come l’alleggerimento delle restrizioni possa migliorare la soddisfazione del paziente grazie alla riduzione della fame e della sete prima e dopo l’intervento.

Razionale e disegno dello studio
Fino ad oggi, ai pazienti che si sottopongono ad intervento di angioplastica viene imposto il digiuno dopo la mezzanotte prima del giorno dell’intervento. In realtà, non esistono prove a sostegno di questa prassi.
Di qui il nuovo studio, che si è proposto di identificare le migliori pratiche per i requisiti di digiuno prima dell’intervento di angioplastica mediante una valutazione comparativa.

Lo studio, prospettico, randomizzato e controllato, ha reclutato pazienti aventi un’età media di 62,7 anni (37,6%), sottoposti a cateterismo cardiaco elettivo diagnostico o interventistico nell’unità cardiologica ospedaliera di una struttura ospedaliera ubicata negli Usa. Questi sono stati randomizzati a digiuno entro la mezzanotte del giorno precedente l’intervento – salvo l’assunzione di farmaci con acqua (n=97) – oppure ad una dieta a basso contenuto di grassi, colesterolo, sodio e acidità, più acqua al bisogno, fino al momento dell’intervento programmato (n = 100).

La maggior parte dei pazienti era di etnia Caucasica, mentre il 57% del campione era sottoposto a procedure diagnostiche. Quasi il 40% di ciascun gruppo era stato sottoposto a trattamento con una dose di carico di farmaci antiaggreganti.

Prima e dopo la sedazione, sono stati raccolti dati su nausea, vomito, dolore, sete, fame, affaticamento, glicemia se diabetici e sintomi gastrointestinali come reflusso acido, bruciore di stomaco, eruttazioni e gonfiore.

Risultati principali
Oltre a non aver riscontrato alcun evento di safety in nessuno dei due gruppi in studio, i ricercatori hanno anche documentato l’assenza di differenze tra i gruppi in termini di livelli di affaticamento, glicemia o problemi gastrointestinali.

Per misurare le percezioni di sete, fame e stanchezza, i ricercatori sono ricorsi ad una scala analogica visiva.  Considerando una scala a punti compresa da 1 a 5 – con un valore pari a 1 indicativo di massima soddisfazione per la dieta prima dell’intervento – i ricercatori hanno osservato che il punteggio medio era pari a 1,3 nel gruppo che non aveva digiunato rispetto a 3,1 nel gruppo che aveva smesso di mangiare entro la mezzanotte del giorno prima dell’intervento (p<0,001).

I pazienti che non avevano digiunato hanno riferito meno sete e meno fame prima della procedura chirurgica rispetto ai pazienti che avevano sospeso l’alimentazione entro la mezzanotte del giorno prima dell’intervento (p<0,001 per tutti i confronti).

Riassumendo
I risultati di questo piccolo studio monocentrico hanno mostrato che nessun paziente di entrambi i gruppi è andato incontro a polmonite post-procedurale, aspirazione, intubazione o ipoglicemia.

A riguardo del regime dietetico prescritto nello studio, i ricercatori hanno puntualizzato che i pazienti randomizzati a non digiunare potevano mangiare qualsiasi cosa fosse presente nel menu. Il menu utilizzato si è basato, sostanzialmente, su di un regime alimentare considerato adatto per la salute del cuore e privo di opzioni alimentari ad acidità elevata, in accordo con il dietologo della struttura coinvolto nello studio. Per la maggior parte dei pazienti dello studio, dunque, ciò significava l’assunzione a colazione o a pranzo di alimenti tipici base quali frutta, cereali e panini.

I risultati di questo studio – concludono i ricercatori – insieme ad altri studi quali lo studio CHOW NOW che non suggerisce alcun danno derivante dal mancato digiuno prima dell’intervento di angioplastica, dovrebbe spingere le società medico-scientifiche coinvolte nella gestione di questi pazienti a rivedere le proprie linee guida a questo riguardo.

Lo studio CHOW NOW, presentato al congresso della Society for Cardiovascular Angiography & Interventions (SCAI) nel 2020, era più ampio dello studio appena pubblicato (n=599) e non aveva riscontrato differenze nei tassi di polmonite da aspirazione, nausea e vomito o nefropatia indotta da contrasto tra i pazienti randomizzati all’assunzione orale senza restrizioni o a digiuno prima del cateterismo cardiaco.

Bibliografia
Woods C et al. Fasting versus a heart-healthy diet before cardiac catheterization: a randomized controlled trial. American Journal of Critical Care. 2024;33:29-33.
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