Gli adulti con diabete di tipo 2 che fanno uso di agonisti del recettore GLP-1 non presentano un aumento del rischio di cancro al pancreas dopo sette anni
Gli adulti con diabete di tipo 2 che fanno uso di agonisti del recettore GLP-1 non presentano un aumento del rischio di cancro al pancreas dopo sette anni, anche se per dirimere definitivamente la questione servono analisi anche su un impiego più a lungo termine. Sono le conclusioni di uno studio pubblicato sulla rivista JAMA Network Open.
«I nostri risultati forniscono un’ulteriore rassicurazione ai medici che prescrivono agonisti del recettore GLP-1 ai pazienti» ha affermato il primo autore Rachel Dankner, ricercatrice senior presso il Gertner Institute for Epidemiology and Health Policy Research presso lo Sheba Medical Center in Israele. «Siamo stati in grado di dimostrare che la mancanza di un’associazione tra questi farmaci e il rischio di cancro al pancreas nell’arco di 7 anni è indipendente da fattori importanti come lo stato sociodemografico, l’origine etnica, l’età, il sesso, il fumo, l’indice di massa corporea o anche una storia di pancreatite prima iniziare il trattamento. Abbiamo anche tenuto conto della storia del trattamento del diabete, riducendo così al minimo la possibilità di confusione dovuta alle indicazioni».
Associazione incerta tra GLP-1 agonisti e pancreatite/cancro del pancreas
Sono state sollevate preoccupazioni a seguito di numerose pubblicazioni che identificavano un aumento del rischio di pancreatite e cancro al pancreas in pazienti che assumevano agonisti del recettore del GLP-1. A questo è seguito un avviso della Fda sulla sicurezza pancreatica che sollecitava pazienti e operatori sanitari a segnalare al programma MedWatch dell’agenzia gli eventi avversi che coinvolgono gli incretino-mimetici, hanno premesso gli autori. Due studi a breve termine condotti su richiesta della Fda e una revisione dei casi clinici hanno ulteriormente aumentato le preoccupazioni sui possibili effetti avversi della terapia sul pancreas esocrino e sul potenziale aumento degli enzimi pancreatici e pancreatite acuta.
Tuttavia meta-analisi più recenti, che includevano solo studi con eventi avversi di pancreatite aggiudicati, non hanno mostrato nessuna associazione tra GLP-1 agonisti, pancreatite acuta e cancro del pancreas. Anche due ampi studi di coorte pubblicati nel 2016 hanno riportato risultati negativi. Tre ulteriori meta-analisi di studi clinici randomizzati e studi osservazionali non hanno rilevato associazioni, anche se presentavano importanti carenze come tempi medi di follow-up piuttosto brevi (<2 anni negli studi randomizzati e <5 anni negli studi osservazionali) e dimensioni limitate del campione. Di recente è stato descritto un aumento del rischio di cancro al pancreas utilizzando il database FAERS (Adverse Event Reporting System) della Fda per gli eventi avversi segnalati dal 2004 al 2020 per neoplasie associate al trattamento con GLP-1 agonisti rispetto ad altri farmaci ipoglicemizzanti.
Nessuna associazione rilevata in sette anni di utilizzo di GLP-1 agonisti
Per analizzare ulteriormente la potenziale associazione, i ricercatori hanno condotto uno studio di coorte basato sulla popolazione confrontando il rischio di cancro al pancreas tra gli adulti che utilizzavano GLP-1 agonisti e quelli che ricevevano insulina basale analizzando i dati provenienti da oltre 540mila adulti di età compresa tra 21 e 89 anni con diagnosi di diabete di tipo 2 (51% donne, età media 59,9 anni), seguiti dal 2009 al 2017. Tutte le misure cliniche sono state ottenute dal database Clalit Healthcare Services in Israele. Le diagnosi di cancro al pancreas sono state raccolte dall’Israel National Cancer Registry.
Il 19,7% dei partecipanti ha utilizzato insulina basale e il 6,1% ha utilizzato un agonista del recettore GLP-1 a un certo punto durante lo studio. Durante un follow-up medio di 6,1 anni, a 1.665 adulti è stato diagnosticato un cancro al pancreas.
Dopo l’aggiustamento per le covariate, una dose giornaliera definita di GLP-1 agonista assunta un anno prima della diagnosi di cancro è risultata associata a un rischio inferiore di cancro al pancreas rispetto a una dose giornaliera definita di insulina (HR aggiustato = 0,22). Anche una dose giornaliera definita di GLP-1 agonista assunta da 2 a 4 anni prima della diagnosi di cancro è stata associata a un rischio ridotto di cancro al pancreas rispetto a una dose giornaliera definita di insulina basale (aHR = 0,32). Non è stata osservata nessuna differenza di rischio tra agonisti del recettore GLP-1 e insulina basale da 5 a 7 anni prima della diagnosi di cancro.
Dati rassicuranti ma è necessario un follow-up più lungo
Nonostante questi risultati, i medici devono tuttavia monitorare per il cancro del pancreas gli adulti che ricevono un agonista del recettore GLP-1, hanno sottolineato gli autori.
«Dato che siamo stati in grado di fornire evidenze di sicurezza solo sui primi 7 anni di utilizzo di un GLP-1 agonista è importante avere dati anche su un impiego più a lungo termine, poiché il cancro al pancreas può avere un periodo di latenza più lungo» ha commentato Dankner. «Inoltre, anche se la nostra analisi ha emulato uno studio randomizzato e controllato e ha tenuto conto di importanti fattori confondenti, ci siamo limitati ai dati che avevamo a disposizione ed è bene considerare anche altri fattori aggiuntivi, come il consumo di alcol. Infine il nostro studio è stato condotto sulla popolazione israeliana, che è relativamente sana, con bassi tassi di abuso di alcol e abitudini alimentari relativamente sane, quindi c’è spazio per ulteriori studi come questo condotti su altre popolazioni. Uno studio di questo tipo dovrebbe essere condotto anche tra le persone che ricevono questi farmaci per il trattamento dell’obesità».
Referenze
Dankner R et al. Glucagon-Like Peptide-1 Receptor Agonists and Pancreatic Cancer Risk in Patients With Type 2 Diabetes. JAMA Netw Open. 2024 Jan 2;7(1):e2350408.